Il nuovo accordo di partenariato tra le isole Cook e la Cina, firmato a metà febbraio, ha sollevato tensioni con la Nuova Zelanda. Le Cook sono uno stato autonomo in libera associazione con Wellington, che sovrintende alla loro difesa e agli affari esteri in consultazione con il territorio. I due paesi hanno concordato nel 2001 di “consultarsi regolarmente su questioni di difesa e sicurezza”, scrive il Saturday Paper, e il governo di Wellington ha protestato per il fatto di non essere stato informato sui contenuti del documento prima della firma. Il 18 febbraio il governo di Avarua ha reso pubblici i termini dell’accordo, che “non includono iniziative congiunte sulla sicurezza, a differenza di altri documenti simili firmati da Pechino con altre piccole nazioni insulari del Pacifico”. La mossa ha riacceso le preoccupazioni in Nuova Zelanda e Australia in merito agli sforzi della Cina di espandere la sua influenza nel Pacifico meridionale. Il documento di partenariato promette maggiori finanziamenti cinesi per progetti infrastrutturali e borse di studio. Le isole Cook aiuteranno la Cina a garantirsi un trattamento preferenziale negli incontri regionali. L’accordo “non sostituisce le nostre relazioni di lunga data con la Nuova Zelanda, l’Australia e altri, ma piuttosto le integra, assicurandoci un portafoglio diversificato di partenariati”, ha detto Brown al parlamento. “Negli ultimi anni”, scrive l’Associated Press, “la Cina ha firmato accordi nel Pacifico a un ritmo crescente dato che è aumentato il numero delle nazioni che hanno girato le spalle a Taiwan allacciando relazioni diplomatiche con Pechino”. Canberra e Wellington, i principali donatori della regione, hanno un problema di sicurezza. I testi di alcuni patti, compresi quelli che Pechino ha firmato con le Salomone e le Kiribati, non sono mai stati resi pubblici. _ Nella foto: il premier cinese Li Qiange e quello delle isole Cook Mark Brown a Harbin, Cina, 14 febbraio 2025._ ◆
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