Alcune agenzie statunitensi si oppongono ai metodi di Elon Musk

Il Pentagono e alcune agenzie federali statunitensi, tra cui l’Fbi, hanno chiesto ai loro dipendenti di non rispondere a una mail in cui gli si chiede di rendere conto del loro operato, un’iniziativa voluta da Elon Musk, che dirige una nuova commisione per l’efficienza governativa.

Questi inviti alla disobbedienza costituiscono una battuta d’arresto per Musk, incaricato dal presidente Donald Trump di tagliare drasticamente la spesa pubblica.

Il 22 febbraio l’uomo più ricco del mondo aveva intimato ai dipendenti federali, tramite una mail dell’Office of personnel management (Opm, un’agenzia del governo federale), di descrivere il lavoro da loro svolto nell’ultima settimana.

“Il dipartimento della difesa è responsabile del lavoro svolto dal proprio personale e condurrà qualunque valutazione in conformità con le proprie procedure”, ha affermato il 23 febbraio sul social network X Darin Selnick, un alto responsabile del Pentagono.

Selnick ha chiesto ai suoi dipendenti di non rispondere, almeno per il momento, all’email ricevuta dall’Opm, intitolata “Cosa avete fatto la settimana scorsa”.

Secondo il New York Times, anche il dipartimento di Stato e l’Fbi hanno invitato i loro dipendenti a non rispondere alla mail.

“L’Fbi, e in particolare il suo ufficio di direzione, è responsabile di tutte le procedure di valutazione dei dipendenti”, ha affermato Kash Patel, il nuovo direttore nominato da Trump.

L’Opm aveva chiesto ai dipendenti di rispondere alla mail entro la sera del 24 febbraio, descrivendo cinque compiti svolti nella settimana precedente e citando il nome di un responsabile a cui chiedere conferma, evitando però di condividere informazioni riservate.

Poco prima Musk aveva affermato che una mancata risposta alla mail sarebbe stata equiparata a una richiesta di dimissioni.

Il testo della mail, visionato dall’Afp, non contiene però questa minaccia.

“Musk dovrebbe mostrare un po’ più di umanità, dato che ha a che fare con persone reali con vite reali”, ha commentato il senatore repubblicano dello Utah John Curtis in un’intervista all’emittente Cbs.

“Si può tagliare la spesa pubblica senza essere così crudeli”, ha aggiunto.

L’invito di dipartimenti e agenzie a ignorare la mail arriva in un momento di forti tensioni all’interno dell’amministrazione pubblica federale.

Nel giro di poche settimane l’amministrazione Trump ha adottato misure il cui obiettivo è licenziare interi settori della forza lavoro federale.

Migliaia di impiegati in prova sono stati licenziati, e circa 75mila dipendenti pubblici, invitati a dimettersi in cambio del mantenimento dello stipendio fino al 30 settembre, hanno accettato di farlo, secondo i mezzi d’informazione statunitensi.

L’Afge, il principale sindacato dei dipendenti pubblici federali, ha annunciato che impugnerà qualunque “risoluzione illegale del contratto”.

“Ancora una volta Musk e l’amministrazione Trump hanno dimostrato il loro totale disprezzo per i dipendenti pubblici federali e per i servizi essenziali che svolgono per i cittadini statunitensi”, ha dichiarato Everett Kelley, il presidente dell’Afge.



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