Almeno venticinque persone sono state arrestate per aver diffuso online contenuti pedopornografici generati dall’intelligenza artificiale (ia), in una delle prime operazioni di questo tipo condotte a livello internazionale, ha annunciato il 28 febbraio l’Europol, un’agenzia dell’Unione europea impegnata nella lotta al crimine.
“L’operazione Cumberland è una delle prime a prendere di mira la diffusione di contenuti pedopornografici generati dall’ia, e questo ha reso il compito degli investigatori particolarmente difficile a causa della mancanza di legislazioni nazionali in materia”, ha affermato in un comunicato l’agenzia, che ha sede all’Aja, nei Paesi Bassi.
La maggior parte degli arresti è stata effettuata il 26 febbraio nell’ambito di un’operazione internazionale condotta dalla polizia danese, che ha coinvolto le forze di sicurezza di altri diciotto paesi.
Quota d’iscrizione simbolica
Il giro di vite segue l’arresto, avvenuto a novembre, del principale sospettato, un cittadino danese che gestiva una piattaforma online da cui distribuiva contenuti pedopornografici generati dall’ia.
“In cambio di una quota d’iscrizione simbolica, gli utenti di internet di tutto il mondo potevano ottenere una password per accedere alla piattaforma e guardare immagini e video di bambini vittime di violenze sessuali”, ha affermato l’Europol.
L’inchiesta, che è ancora in corso, potrebbe portare a ulteriori arresti, ha aggiunto l’agenzia.
Nuovi strumenti investigativi
“Creare immagini di questo tipo è molto facile e anche persone senza particolari conoscenze tecniche sono in grado di farlo”, ha dichiarato Catherine De Bolle, direttrice esecutiva dell’Europol.
“L’aumento dei contenuti pedopornografici online rende ancora più difficile per gli investigatori identificare gli autori e le vittime dei crimini”, ha dichiarato, aggiungendo che “le forze dell’ordine dovranno sviluppare nuovi strumenti investigativi per affrontare questa minaccia”.
Gli stati membri dell’Unione europea stanno attualmente discutendo di regolamenti comuni per contrastare la diffusione di contenuti pedopornografici generati dall’ia, ha affermato l’Europol.
Anche quando le immagini sono generate dall’intelligenza artificiale e non ci sono vittime reali, come nell’operazione Cumberland, i contenuti pedopornografici contribuiscono alla mercificazione e alla sessualizzazione dei bambini, ha aggiunto.
Secondo la Internet watch foundation (Iwf), che ha sede nel Regno Unito, molte immagini e video di abusi su minori generati dall’ia sono così realistici da rendere difficile distinguerli da immagini e video reali.
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