Per decenni, in più di cento film, Gene Hackman è stato in grado di dare profondità, slancio e sfumature a uomini qualunque che, grazie a lui, si sono trasformati in personaggi formidabili.
Il primo da citare è Jimmy “Popeye” Doyle nel Braccio violento della legge di William Friedkin, che nel 1971 gli valse il primo premio Oscar. Nello stesso filone di duri uomini di legge metterei Rupert Anderson, agente che incarna lo spirito “hooveriano” dell’Fbi (al fianco del “kennediano” Alan Ward, interpretato da Willem Dafoe) in Mississippi burning di Alan Parker.
Passiamo ad alcuni celebri cattivi. Come Little Bill Dagget, il perfido sceriffo degli Spietati di Clint Eastwood (che gli portò il secondo Oscar), che, fatte le debite proporzioni, si può facilmente associare al sindaco pistolero Harod, antagonista di Sharon Stone e Russell Crowe nel divertente western di Sam Raimi Pronti a morire.
Altri cattivi sono ancora uomini di potere come Avery Tolar, avvocato corrotto e manipolatore contro cui si confronta Mitch McDeere (Tom Cruise) nel Socio di Sydney Pollack, o il segretario della difesa David Brice in Senza via di scampo di Roger Donaldson, rivale di Kevin Costner sulle tracce di una fantomatica spia russa.
Memorabili i suoi antieroi, uomini in rotta di collisione con il mondo che hanno contribuito a costruire. Anche qui citiamo due personaggi. Il primo è uno dei miei preferiti interpretati da Hackman (insieme a Royal Tenenbaum): Harry Caul, il detective esperto d’intercettazioni ambientali divorato dalla paranoia in La conversazione, capolavoro di Francis Ford Coppola.
Un personaggio che tra l’altro è citato (esplicitamente, attraverso una foto) in Nemico pubblico di Tony Scott, in cui Hackman interpreta Brill, ex agente dell’Nsa che esce allo scoperto per soccorrere l’avvocato Robert Clayton Dean (Will Smith), finito in un complotto più grande di lui.
Il secondo antieroe che ci piace citare è Sam Clayton, un cowboy che, mentre l’epoca del vecchio west si avvia al crepuscolo, partecipa a una massacrante gara di resistenza a cavallo, in Stringi i denti e vai! di Richard Brooks, western atipico che finisce per celebrare il western classico.
Se molti suoi personaggi sono circondati da un alone quasi tragico, è vero che Hackman era perfettamente a suo agio anche nella commedia. A parte il già citato patriarca Royal, nei Tenenbaum di Wes Anderson, ha colorato in modo originale l’arcicattivo Lex Luthor in Superman di Richard Donner e in Superman II di Richard Lester. E per finire è indimenticabile il suo eremita cieco (Abelardo, nella versione doppiata in italiano, Harold in quella originale) in Frankenstein Junior di Mel Brooks.
Eugene Allen Hackman era nato a San Bernardino, in California, il 30 gennaio 1930. È stato trovato morto il 26 febbraio insieme alla moglie Betsy Arakawa, 63 anni, nella loro casa di Santa Fe, nel New Messico. Aveva 95 anni.
Questo testo è tratto dalla newsletter Schermi.
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Sorgente ↣ : I buoni e i cattivi di Gene Hackman – Piero Zardo