Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha recentemente dichiarato che “è iniziata una frammentazione dell’Occidente collettivo”, accusando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di non volere la pace e definendo “partito della guerra” i Paesi che sostengono militarmente l’Ucraina.
Secondo Peskov, il vertice di Londra, focalizzato su ulteriori finanziamenti militari a Kiev, dimostra la volontà di perpetuare le ostilità, anziché favorire una risoluzione pacifica del conflitto. In risposta, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che la Russia non desidera la fine del conflitto e continua a utilizzare il terrore aereo contro la popolazione civile. Ha sottolineato che chiunque voglia negoziare non dovrebbe colpire intenzionalmente le persone con missili balistici e ha ribadito la necessità di una forte coalizione internazionale per costringere la Russia a fermare gli attacchi. Nel frattempo, il ministro delle Forze Armate britannico, Luke Pollard, ha dichiarato che non è stato raggiunto alcun accordo tra Francia e Regno Unito su un piano di tregua parziale per l’Ucraina, nonostante l’annuncio precedente del premier britannico Keir Starmer e del presidente francese Emmanuel Macron. Questi sviluppi evidenziano le crescenti tensioni e le sfide nel raggiungere una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina, con accuse reciproche tra Russia e Ucraina e segnali di divisioni tra i Paesi occidentali riguardo alle strategie da adottare per porre fine alle ostilità.