Il bilancio dell’attacco condotto la sera del 4 marzo da un gruppo filo-taliban contro una caserma a Bannu, nel nordovest del Pakistan, è salito a diciotto morti (tredici civili e cinque soldati), ha affermato l’esercito.
“Le esplosioni hanno danneggiato anche cinque case e una moschea, ferendo trentadue persone”, ha dichiarato all’Afp Pakhtoun Yar Khan, un ministro della provincia di Khyber Pakhtunkhwa.
Secondo l’esercito, “l’attacco è stato condotto da sedici terroristi, tra cui quattro attentatori suicidi, e tutti sono stati uccisi”.
All’inizio dell’attacco, condotto dal gruppo Hafiz Gul Bahadur, che sostiene il regime dei taliban in Afghanistan, gli attentatori suicidi hanno diretto due automobili cariche di esplosivi contro il complesso della caserma.
Il primo ministro Shehbaz Sharif ha denunciato “un attacco terroristico che prende di mira civili innocenti durante il mese sacro del Ramadan”.
Il 28 febbraio un attentato suicida nella storica scuola coranica dei taliban nella provincia di Khyber-Pakhtunkhwa aveva causato quattro morti, tra cui il direttore Hamid ul Haq.
Secondo il Centro per la ricerca e gli studi sulla sicurezza di Islamabad, il 2024 è stato l’anno più letale in Pakistan da quasi un decennio, con più di 1.600 persone uccise negli attacchi, tra cui 685 membri delle forze di sicurezza.
Gli attacchi sono aumentati da quando i taliban sono tornati al potere in Afghanistan, nell’agosto 2021.
Islamabad accusa Kabul di non contrastare i miliziani che si rifugiano in territorio afgano e da lì pianificano attacchi in Pakistan.
Il regime dei taliban smentisce e a sua volta accusa il Pakistan di sostenere cellule terroristiche in Afghanistan, riferendosi in particolare al ramo regionale del gruppo Stato islamico.
“Rapporti d’intelligence confermano inequivocabilmente il coinvolgimento dei taliban afgani nell’attacco”, ha affermato l’esercito pachistano il 5 marzo.
Kabul non ha ancora reagito all’accusa.
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