Nel loro rapporto non esattamente idilliaco con il Governatore della Banca di Italia, Fabio Panetta, alcune forze sindacali interne alla banca centrale italiana hanno provato a scatenare nelle ultime ore il “palestra-gate”: per tenersi in forma Panetta avrebbe fatto costruire all’interno della banca una palestra ad uso esclusivo e personale, e ovviamente l’ipotesi è stata accompagnata dalle classiche considerazioni su «paga sempre Pantalone». Da ambienti vicini al governatore non si nega il fatto in sé, ma lo si minimizza precisando che non un euro pubblico è stato impegnato.
Il sindacato autonomo sgancia la bomba sul “Il Re della Banca” e la sua palestra
A lanciare la polemica è stata la Federazione autonoma lavoratori della Banca d’Italia (Falbi) in un volantino interno dal titolo “Un Governatore palestrato”, accompagnato da un disegnino di un uomo che solleva pesi. Visti i contrasti di questi mesi e le capacità decisionali manifestate da Panetta, tutt’altro che impaurito dalle minacce sindacali, la Falbi lo ha ribattezzato «Il Re della Banca di Italia», cercando di scandalizzare gli iscritti con la questa presunta rivelazione: «A fronte della furia nel chiudere e rimodulare per risparmiare, non ha mancato di dimostrare tutta la sua incoerenza quando si è fatto costruire una palestra per uso personale all’interno della Banca». E aggiungendo che si tratterebbe di «un ambiente confortevole con attrezzistica di primo piano, bagno ampio e stanza per il disimpegno».

Il volantino che gronda di sdegnoso grillismo
E a questo punto la Falbi scopre il grillismo che è dentro ognuno di noi: «Mentre lavoratrici e lavoratori sono costretti a viaggiare», e il riferimento è alla chiusura di alcune filiali territoriali della banca centrale, «il Re non intende scomodarsi nemmeno per andare in una palestra esterna alla Banca. Sorge spontaneo una domanda: chi ha pagato la palestra? I locali a chi sono stati sottratti? Ed ancora: poteva il Re fare costruire una palestra per uso personale all’interno dell’Istituto? È giusto chiedere enormi sacrifici alle Colleghe e ai Colleghi e rifiutarsi di percorrere un pezzo di strada per raggiungere una palestra? Il dottor Panetta ha scambiato la Banca per un “feudo” e si comporta di conseguenza…». A seguire scontata richiesta di dimissioni del governatore.

La versione ufficiosa di Panetta: due attrezzi acquistati con i suoi soldi
Panetta avrebbe lasciato cadere nel vuoto la provocazione. Ma il Governatore sa bene che ormai se si lascia andare la pioggerellina è un attimo farla diventare tempesta tropicale. E la suggestione della piccola palestra ben presto sarebbe potuta diventare una spa, con centro benessere collegato, massaggi e tutto quello che mano si sarebbe aggiunto. Così da ambienti vicini al direttorio è subito partita all’interno la spiegazione. I sindacati non si erano del tutto inventati la cosa, ma non c’è una palestra. Dovendo fare un po’ di esercizio fisico il Governatore si è comprato una banale cyclette e un tapis roulant pagando di tasca sua. Poi ha aggiunto qualche piccolo peso e una panchetta su cui fare esercizi. Poteva piazzarli a casa e tornarci per una pausa ginnastica. O cercare un abbonamento con una palestra nei dintorni. Ma nell’uno e nell’altro caso in ogni suo spostamento avrebbe dovuto coinvolgere la scorta con costi pubblici e dando fastidio ad altri. Avendo trovato nei sotterranei di via Nazionale un locale di servizio inutilizzato gli attrezzi sono stati messi lì. La spiegazione però non è bastata alle forze sindacali, piene di nuove domande: «E lì accede solo il Governatore o qualcun altro?», oppure «e chi lava gli asciugamani utilizzati allo scopo?». Domande restate però senza risposta anche per non farla diventare una storia infinita.
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