Altalena Boy è un brano firmato da Lucio Corsi e incluso nell’album d’esordio Altalena Boy / Vetulonia Dakar, pubblicato nel 2015. Dopo il secondo posto al Festival di Sanremo del mese scorso, ottenuto grazie al successo di Volevo essere un duro, normale che il largo pubblico abbia riscoperto i brani del cantautore toscano, prima dell’esordio all’Ariston del tutto sconosciuto al grande pubblico. Tra i suoi lavori che oggi vengono posti sotto i riflettori proprio Altalena Boy, che oggi finisce al centro di una bizzarra polemica. Il pezzo racconta di un bambino che dopo un giro della morte sopra un’altalena scompare nel nulla, così nel paese cominciano a girare le voci, a farsi avanti le ipotesi: «C’è chi dice, “L’hanno preso gli extraterrestri/E l’han portato sulla nave spaziale”» recita il testo, e poi ancora «C’è chi dice “l’hanno preso gli zingari/E l’han portato in un campo fuori Roma”». Ecco, quel verso al marionettista rom Rašid Nikolić non è piaciuto per niente ed è per questo che si è fatto sentire con una lettera pubblicata sul proprio profilo Instagram.
La lettera
«Gentile Lucio Corsi – scrive il marionettista con un decennio di ritardo – le scrivo in qualità di attivista Rom (utilizzo il termine Rom inteso come contenitore dei 5 principali sottogruppi ovvero Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) come promotore di questa iniziativa e portavoce anche della preoccupazione e determinazione di tanti altri attivisti e associazioni che, come me, lottano ogni giorno per la difesa dei nostri diritti, per esprimere la nostra profonda apprensione riguardo ai contenuti della sua canzone Altalena Boy. In particolare, riteniamo estremamente grave l’utilizzo del termine “zingaro” che è un insulto, un dispregiativo che significa “schiavo” e richiama al periodo in cui il popolo Rom fu schiavizzato per 500 anni nei principati Danubiani. Consideriamo inoltre – continua la lettera – ancora più grave la diffusione dello stereotipo infondato secondo cui i Rom ruberebbero i bambini, un pregiudizio che ha avuto e continua ad avere conseguenze discriminatorie e violente sulla nostra comunità». «Lucio Corsi, come cantautore, ha un ruolo e una responsabilità nel veicolare immagini e concetti – sempre secondo quanto scrive Rašid Nikolić – La musica non è solo intrattenimento: ha un impato culturale, sociale e politico. Quando un artista usa stereotipo per costruite una storia sta contribuendo alla loro perpetuazione. Dire “non lo sapevo” non elimina l’effetti del danno che le sue parole possono causare». «Anche se Lucio Corsi introduce questa accusa come per bocca di altri con “c’è chi dice” ciò non lo esime dalla responsabilità di aver scelto di includere e diffondere un pregiudizio infondato: è comunque una sua responsabilità» sentenzia Nikolić. Secondo il marionettista infatti il cantautore toscano «ha deciso consapevolmente di dare spazio e amplificare un’accusa falsa e discriminatoria».
Le richieste a Lucio Corsi
A conclusione della lettera Rašid Nikolić procede con delle specifiche richieste a Lucio Corsi:
- Dichiarazione pubblica: un riconoscimento ufficiale del problema e un impegno a non riproporre stereotipi dannosi nei suoi testi e nella sua musica.
- Modifica o ritiro della canzone: una revisione del testo per eliminare il riferimento ai rom o, in alternativa, l’impegno a non eseguire, né promuovere ulteriormente il brano che sia di persona o attraverso le svariate possibili piattaforme streaming e cessare la sua vendita e diffusione in ogni forma.
- Incontro di sensibilizzazione: la disponibilità a confrontarsi con attivisti e associazioni rom per comprendere meglio l’impatto di tali narrazioni sulla nostra comunità.
- Gesto concreto di riparazione: un sostegno a campagne di sensibilizzazione contro i pregiudizi sul popolo Rom.
Il video del marionettista
«Io ripongo ancora tanta speranza che questa cosa si possa risolvere nel migliore dei modi – dice Nikolić in un altro video, sempre rivolto a Lucio Corsi – Voglio immaginare un mondo in cui tu non soltanto ti avvicini alla causa ma prendi una posizione e porti un cambiamento, perché per tanti sei un simbolo di diversità e vorrei vedere questa realtà. Dire zingaro in Italia ancora non è illegale ma questo non lo rende meno moralmente discutibile, in più l’aggravante, lo stereotipo “rubare i bambini”. Io anche quando ero bambino seguivo Topo Gigio, Dodo, L’albero azzurro e anch’io mi sentivo rappresentato da quel mondo di fiabe e io vorrei che tu raccontassi delle fiabe, che continuassi a farlo, però quelle che valgono anche per noi e che non ci fanno sentire feriti».
L’articolo L’artista rom accusa Lucio Corsi: «Parli di zingari che rubano bambini, cambia il testo della tua canzone o ritirala» – Il video proviene da Open.