Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente invocato l’Alien Enemies Act del 1798 per accelerare la deportazione di migranti venezuelani sospettati di affiliazione alla gang Tren de Aragua.
Questa legge, raramente utilizzata nella storia americana, concede al presidente poteri straordinari in tempo di guerra per espellere cittadini non americani senza un regolare processo.
Nonostante un giudice federale abbia emesso un’ingiunzione temporanea di 14 giorni per bloccare tali deportazioni, l’amministrazione Trump ha proceduto all’espulsione di centinaia di migranti, sostenendo che l’ordine del giudice non avesse una base legale. Molti di questi individui sono stati trasferiti in El Salvador, dove sono stati detenuti in strutture note per le loro misure severe.
L’uso dell’Alien Enemies Act in questo contesto ha suscitato critiche da parte di gruppi per i diritti civili e di alcuni esponenti politici, che ritengono improprio applicare una legge concepita per situazioni di guerra a questioni di immigrazione e sicurezza interna. Le sfide legali in corso potrebbero definire i limiti dell’autorità presidenziale in materia di immigrazione e l’interpretazione delle leggi federali in tempi moderni.