Kiev non accetterà che i territori ucraini occupati da Mosca siano riconosciuti come russi. Parola del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante una conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese, Alexander Stubb. Zelensky ha anticipato che, dopo la chiamata intercorsa ieri tra il presidente russo Vladimir Putin e Donald Trump, oggi contatterà il presidente USA per «discutere con lui alcuni dettagli dei prossimi passi». «Credo di poter ascoltare i dettagli della sua conversazione con Putin», ha aggiunto. «Ci auguriamo che l’America continui a fare pressione sulla Russia», ha proseguito. «Credo che non ci dovrebbero essere compromessi sugli aiuti all’Ucraina. Dobbiamo rafforzare, al contrario, gli aiuti all’Ucraina, perché questo è un segnale che l’Ucraina è pronta a qualsiasi sorpresa da parte dei russi. Secondo me, la Russia vorrà che i nostri partner smettano di aiutarci, perché ciò significherebbe indebolire le posizioni ucraine», ha aggiunto, «sebbene ciò sia strano, se non hai intenzione di continuare a fare la guerra e vuoi veramente la pace, e sto parlando di Putin ora, allora perché dovresti temere l’esercito ucraino? Perché faresti di tutto per indebolire il nostro esercito o per indebolire la protezione del nostro popolo?». Una delle condizioni che aveva posto Putin per avviare i negoziati di pace era la cessione della Crimea a Mosca. Ieri Putin ha garantito uno stop agli attacchi sulle centrali energetiche ucraine per 30 giorni e lo scambio di 175 prigionieri nelle prossime ore, in cambio dello stop sull’invio di armi a Kiev. Ma sulla prima garanzia si litiga già.
Gli attacchi contro la rete elettrica di Kiev
Stanotte le forze russe hanno attaccato l’Ucraina con due missili balistici Iskander-M, quattro missili antiaerei S-300 e 145 droni di vario tipo, inclusi gli Shahed kamikaze: lo ha reso noto l’Aeronautica militare di Kiev. Il ministero della Difesa russo sostiene però che le forze ucraine abbiano attaccato con tre droni nella notte un deposito di petrolio nella regione di Krasnodar e la accusa di «una provocazione» volta a «minare le iniziative di pace del presidente degli Stati Uniti». Sta di fatto che ad esser colpito è stato il sistema elettrico che alimenta le ferrovie della regione Dnipropetrovsk, nell’est del Paese. Cioè proprio una di quelle infrastrutture energetiche che Mosca aveva rinunciato ad attaccare per 30 giorni, accettando solo parzialmente la proposta di cessate il fuoco totale del leader ucraino.
Attaccato l’ospedale di Sumy
Le forze armate russe hanno attaccato con un drone due ospedali di Sumy, tra cui uno pediatrico, nel nord est dell’Ucraina provocando danni, ma senza causare vittime. Sono stati evacuati 147 pazienti, tra cui nove con mobilità ridotta, in seguito all’allarme aereo diffuso. Durante il raid, oltre ai 147 pazienti anche 21 membri dello staff ospedaliero si trovavano all’interno della struttura presa di mira. Nell’ospedale accanto si trovavano invece 49 pazienti e 11 dipendenti. «I locali dell’ospedale sono stati gravemente danneggiati. E’ scoppiato un incendio», ha affermato l’ufficio del procuratore generale di Kiev.
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