Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito con fermezza che l’Ucraina non riconoscerà mai come parte della Russia i territori occupati da Mosca, sottolineando che questa rappresenta una linea rossa invalicabile per il suo Paese.
In visita ufficiale in Finlandia, Zelensky ha annunciato l’intenzione di parlare oggi con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per discutere dei prossimi passi da intraprendere alla luce della tregua parziale proposta dalla Russia.
La recente conversazione tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin ha portato a un accordo su una tregua limitata agli attacchi contro le infrastrutture energetiche ucraine, piuttosto che a un cessate il fuoco totale. Tuttavia, Zelensky ha espresso scetticismo riguardo alla sincerità di Mosca nel rispettare tali accordi, evidenziando che l’Ucraina ha già subito violazioni delle tregue in passato.
Il presidente ucraino ha inoltre sottolineato l’importanza di rafforzare gli aiuti militari al suo Paese, considerandoli un segnale fondamentale per la difesa dell’indipendenza e della sovranità dell’Ucraina. Ha ribadito che non ci saranno compromessi su questo fronte e che la comunità internazionale dovrebbe intensificare il suo sostegno.
La posizione di Zelensky arriva in un momento in cui l’amministrazione Trump sembra aperta a discutere questioni territoriali come parte dei negoziati di pace, rompendo un precedente tabù occidentale. Questa apertura ha suscitato preoccupazioni tra gli alleati europei, che temono possibili concessioni territoriali a Mosca.
Nelle ultime settimane, Zelensky ha mostrato una certa flessibilità, suggerendo la possibilità di negoziare diplomaticamente la restituzione dei territori occupati, a condizione che le aree attualmente sotto controllo ucraino siano protette dall’ombrello della NATO. Tuttavia, ha chiarito che qualsiasi decisione in tal senso dovrà rispettare la Costituzione ucraina, che vieta la cessione di territori nazionali.
La comunità internazionale osserva con attenzione l’evolversi della situazione, consapevole che le prossime mosse diplomatiche potrebbero avere un impatto significativo sulla stabilità della regione e sulle future relazioni tra l’Occidente e la Russia.