All’inizio del 2025, quattro cittadini canadesi con doppia cittadinanza sono stati giustiziati in Cina per reati legati al traffico di droga.
Le autorità cinesi hanno ignorato le richieste di clemenza avanzate dal governo canadese, suscitando una forte condanna da parte di Ottawa.
Il ministro degli Esteri canadese, Mélanie Joly, ha dichiarato che lei e l’ex primo ministro Justin Trudeau hanno tentato di intervenire per fermare le esecuzioni e hanno chiesto clemenza per altri canadesi in situazioni simili. Tuttavia, la Cina ha proceduto con le esecuzioni, giustificandole con la loro politica di tolleranza zero nei confronti dei crimini legati alla droga e la non riconoscimento della doppia cittadinanza.
Le relazioni diplomatiche tra Canada e Cina sono tese dal 2018, in seguito all’arresto a Vancouver di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria di Huawei, su richiesta degli Stati Uniti. In risposta, la Cina ha arrestato due cittadini canadesi, Michael Kovrig e Michael Spavor, con l’accusa di spionaggio. Tutti e tre sono stati rilasciati nel 2021, ma le tensioni tra i due paesi persistono.
La Cina applica la pena di morte per reati gravi, inclusi quelli legati alla droga, alla corruzione e allo spionaggio. Sebbene il numero esatto di esecuzioni sia mantenuto segreto, i gruppi per i diritti umani ritengono che la Cina abbia uno dei tassi di esecuzioni più alti al mondo. Tuttavia, è raro che la pena di morte venga eseguita su cittadini stranieri.
Le esecuzioni hanno suscitato critiche da parte di attivisti per i diritti umani. Ketty Nivyabandi di Amnesty International Canada ha definito le esecuzioni “scioccanti e disumane” e ha esortato il governo canadese a continuare a fare pressione sulla Cina per rispettare i diritti umani dei cittadini detenuti.
Questo episodio evidenzia le continue tensioni tra Canada e Cina e solleva interrogativi sulle pratiche giudiziarie cinesi e sul trattamento dei cittadini stranieri accusati di crimini nel paese.