Saltata la tregua nella Striscia di Gaza, ora rischia di arenarsi anche quella in Libano. Sembra incredibile, eppure il Medio Oriente, dopo essere tornato a una relativa calma non più tardi di un mese fa, ripiomba nell’incubo di una guerra pressoché totale. Proseguono infatti i raid sull’enclave palestinese, dove – a causa degli ultimi attacchi delle Forze armate israeliane (IDF) – hanno perso la vita almeno 41 persone in appena 24 ore. Attacchi che, secondo quanto riferisce il ministero della Sanità della Striscia, dalla ripresa delle ostilità hanno già causato almeno 896 vittime e qualche migliaio di feriti.
Cosa ancora più grave, le trattative di pace sembrano ormai del tutto fallite, e nulla lascia presagire che possano riprendere a breve. Ma non è tutto. In queste ore sta destando forte apprensione l’annuncio dell’agenzia che coordina gli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, secondo cui le scorte di cibo e forniture mediche si stanno esaurendo rapidamente nella Striscia, dopo che – dal 2 marzo scorso – Israele ha bloccato l’ingresso degli aiuti umanitari nell’enclave palestinese. Al momento, secondo quanto riferisce il Programma alimentare mondiale (PAM), nella Striscia restano appena 5.700 tonnellate di scorte alimentari, a fronte di circa 2,3 milioni di persone residenti nell’area. Scorte che sarebbero sufficienti “a sostenere la popolazione per due settimane al massimo”.
Insomma, il tempo stringe. Per questo motivo, l’ONU ha nuovamente chiesto – purtroppo senza ottenere alcun risultato – al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di riaprire il transito degli aiuti umanitari.
Saltata la tregua nella Striscia di Gaza, rischia di arenarsi pure quella in Libano
Ma se a Gaza la situazione appare a dir poco drammatica, non va molto meglio in Libano, dove la ripresa delle ostilità è ormai a un passo. A riaccendere questo fronte – sul quale le forze armate di Tel Aviv, malgrado la tregua siglata con Hezbollah, non hanno mai cessato gli attacchi – è stato il lancio di due razzi dal Paese mediorientale verso Israele. Entrambi i missili sono stati intercettati dal sistema difensivo dello Stato ebraico, ma ciò non è bastato a evitare una reazione delle IDF che, secondo molti esperti occidentali, è stata a dir poco “sproporzionata”.
L’aviazione israeliana ha infatti risposto bombardando alcune aree del Paese e persino la capitale Beirut, causando un numero imprecisato di vittime e feriti, e avvertendo che la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nei prossimi giorni. Dopo il raid, Netanyahu si è impegnato a colpire ovunque in Libano qualora si presentassero nuove minacce. “Coloro che non hanno ancora accettato la nuova situazione in Libano hanno ricevuto un altro esempio della nostra determinazione”, ha dichiarato il leader israeliano, aggiungendo poco dopo che “l’equazione è cambiata: ciò che è accaduto prima del 7 ottobre non si ripeterà mai più”.
Parole contro cui si sono scagliati il presidente libanese Joseph Aoun – secondo cui “tutto indica” che “Hezbollah non è responsabile” degli ultimi attacchi missilistici contro Israele – e il primo ministro libanese Nawaf Salam, che ha condannato “l’attacco israeliano”, a suo dire diretto “contro civili e aree residenziali dove si trovano scuole e università”.
Davanti a questa ennesima escalation, che rischia di allargare nuovamente il conflitto, il presidente francese Emmanuel Macron ha puntato il dito contro gli attacchi israeliani in Libano, definiti “inaccettabili” e “in violazione del cessate il fuoco”. Secondo l’inquilino dell’Eliseo, “è assolutamente necessario che il quadro del cessate il fuoco che abbiamo definito, concordato dal Libano e da Israele, sia debitamente rispettato. Oggi non è stato rispettato da Israele, unilateralmente e senza che noi avessimo ricevuto alcuna informazione o prova dei fatti”.
L’articolo Saltata la tregua nella Striscia di Gaza, rischia di arenarsi pure quella in Libano sembra essere il primo su LA NOTIZIA.
Sorgente ↣ : Saltata la tregua nella Striscia di Gaza, rischia di arenarsi pure quella in Libano