Il 20 febbraio è cominciato a Seoul il processo penale contro il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, accusato d’insurrezione per aver cercato d’introdurre la legge marziale il 3 dicembre 2024.
Il primo processo a un presidente in carica nella storia della Corea del Sud si è aperto alle 10. L’udienza, dedicata a questioni procedurali, si è conclusa circa 90 minuti dopo.
Si tratta di un procedimento distinto rispetto a quello in corso presso la corte costituzionale, chiamata a confermare o a revocare l’impeachment di Yoon, approvato dall’assemblea nazionale il 14 dicembre.
Yoon, 64 anni, è accusato d’insurrezione, un reato punibile con la pena di morte o l’ergastolo e non coperto dall’immunità presidenziale.
Arrestato il 15 gennaio dopo essersi barricato per settimane nella sua residenza di Seoul, Yoon è stato incriminato il 26 gennaio e sottoposto a custodia cautelare per sei mesi.
Nella prima udienza del processo la procura ha chiesto la conferma della detenzione del presidente, sostenendo che “potrebbe fare pressioni sulle persone coinvolte nel caso”.
Yoon, presente all’udienza, non ha parlato. Il suo avvocato, Kim Hong-il, ha chiesto al tribunale di annullare l’atto d’accusa, che secondo lui è il risultato di “un’inchiesta illegale”.
Il 3 dicembre Yoon, 64 anni, aveva proclamato la legge marziale, giustificandola con la necessità di “eliminare gli elementi ostili allo stato” e “proteggere il paese dalle minacce poste dalle forze comuniste nordcoreane”. Poche ore dopo aveva ritirato il provvedimento su pressione delle forze politiche e di migliaia di manifestanti.
Il presidente aveva anche accusato l’opposizione, che ha la maggioranza all’assemblea nazionale, di aver bloccato la legge di bilancio presentata dal governo.
“La proclamazione della legge marziale non aveva lo scopo di paralizzare lo stato, ma di allertare l’opinione pubblica sulla crisi causata dalla dittatura dell’assemblea nazionale, dominata dall’opposizione”, ha affermato il 20 febbraio l’avvocato di Yoon.
In attesa della decisione della corte costituzionale sull’impeachment, che sarà presa entro il 10 giugno, Yoon è ancora ufficialmente il capo dello stato, anche se sospeso.
Se almeno sei degli otto giudici della corte confermeranno la destituzione di Yoon, nuove elezioni presidenziali saranno indette entro sessanta giorni. In caso contrario il presidente, il cui indice di popolarità è al minimo storico, dovrà essere reintegrato.
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