Hamas ha rilasciato due dei sei ostaggi previsti per lo scambio con centinaia di detenuti palestinesi. Si tratta di Avera Mengistu, ebreo israeliano di origine etiope rapito nel 2014 dopo aver attraversato Gaza e prigioniero da oltre dieci anni, e di Tal Shoham, 40 anni, prelevato dal Kibbutz Be’eri il 7 ottobre 2023 mentre era con la moglie Adi e i loro due figli minori. Questi ultimi e la madre erano già stati rilasciati a novembre 2023. Dopo la liberazione, come di consueto ormai, i due ostaggi sono saliti sul palco allestito da Hamas a Rafah e, successivamente, sono stati consegnati dalla Croce Rossa alle Forze di difesa israeliane per tornare dalle proprie famiglie. Nelle prossime ore dovrebbero essere liberati gli altri quattro ostaggi a Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. «Abbiamo sopportato 10 anni e cinque mesi di inimmaginabile sofferenza. Durante questo periodo, ci sono stati continui sforzi per assicurare il suo ritorno, con preghiere e suppliche che erano rimaste senza risposta fino a oggi», ha dichiarato la famiglia di Avera Mengistu.
In nottata Israele ha confermato che il corpo consegnato poche ore prima è quello di Shiri Bibas. La tregua tra Israele e Hamas sembrava in procinto di rompersi dopo l’identificazione errata di un corpo rilasciato giovedì. E indicato come quello della donna che era stata rapita insieme al marito e ai due figli nell’attacco del 7 ottobre 2023. Ieri Hamas ha consegnato un altro corpo e la famiglia ne ha confermato l’identità.
Gli ostaggi
«Ieri sera, la nostra Shiri è stata riportata a casa», ha detto la famiglia in una dichiarazione in cui si affermava che era stata identificata dall’Istituto di medicina legale di Israele. Intanto a Gaza i militanti di Hamas armati e mascherati si sono radunati nei due siti di Rafah e Nuseirat. Lì i sei ostaggi saranno consegnati alla Croce Rossa, che li darà alle forze israeliane. Si tratta di 6 esponenti di un gruppo di 33. Avrebbero dovuto essere liberati nella prima fase dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio. Quattro degli ostaggi, Eliya Cohen, 27 anni, Tal Shoham, 40 anni, Omer Shem Tov, 22 anni, e Omer Wenkert, 23 anni, sono stati catturati da uomini armati di Hamas durante il loro attacco a Israele il 7 ottobre 2023.
Lo scambio
Altri due, Hisham Al-Sayed, 36 anni, e Avera Mengistu, 39 anni, sono stati trattenuti da Hamas da quando sono entrati a Gaza in circostanze inspiegabili circa un decennio fa. In cambio, Israele dovrebbe rilasciare 602 prigionieri e detenuti palestinesi detenuti nelle sue prigioni. L’identificazione errata dei resti di Shiri Bibas, così come la messa in scena della consegna delle loro bare da parte di Hamas, hanno indignato gli israeliani. Suo marito Yarden, sequestrato e aiutato separatamente dalla sua famiglia, è stato liberato il primo febbraio. Secondo l’intelligence e le analisi forensi Kfir e Ariel, rispettivamente 10 mesi e 4 anni, sono stati uccisi deliberatamente dai loro rapitori. Secondo la radio dell’Idf Bibas è stata uccisa insieme ai suoi figli.
Netanyahu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato di far pagare ad Hamas «l’intero prezzo» per non aver restituito il corpo. Ma non ha rinunciato all’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio. Hamas, che ha accusato Israele di aver violato il cessate il fuoco bloccando le forniture di aiuti vitali a Gaza, ha comunque formalmente informato Israele dei nomi degli ostaggi che sarebbero stati rilasciati sabato. Hamas, che ha ucciso circa 1.200 persone e preso 251 ostaggi durante il suo attacco a Israele, si è sforzato di dimostrare che mantiene il controllo a Gaza nonostante le pesanti perdite nella guerra.
Le macerie di Gaza
La campagna israeliana ha ucciso almeno 48 mila persone, secondo le autorità sanitarie palestinesi, e ha ridotto gran parte dell’enclave in macerie. Lasciando alcune centinaia di migliaia di persone in rifugi di fortuna e dipendenti dai camion degli aiuti. Entrambe le parti hanno dichiarato di voler avviare i colloqui in una seconda fase. Secondo i mediatori mira a concordare il ritorno di circa 60 ostaggi rimasti, di cui si ritiene che meno della metà sia ancora viva. E il ritiro delle truppe israeliane.
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