Trump minaccia scuole e università “che permettono manifestazioni illegali”

Il 4 marzo il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato sul suo social network Truth Social di voler “sospendere tutti i finanziamenti federali alle scuole e alle università che permettono manifestazioni illegali”.

“Gli agitatori saranno imprigionati e/o rispediti nei loro paesi d’origine. Gli studenti americani saranno espulsi e, se hanno commesso reati, arrestati”, ha affermato Trump, che vuole imprimere una svolta al sistema dell’istruzione statunitense.

Il presidente repubblicano non ha chiarito a quali manifestazioni si riferisse, ma nel 2024 in vari campus universitari degli Stati Uniti sono state organizzate manifestazioni a sostegno della Palestina, più volte denunciate da Trump durante la campagna elettorale.

Il 3 marzo il governo statunitense ha minacciato di rescindere contratti per un valore di più di cinquanta milioni di dollari con la prestigiosa Columbia university a New York, accusandola di non aver protetto gli studenti ebrei.

La segretaria all’istruzione Linda McMahon, ex presidente e amministratrice delegata dell’azienda di wrestling Wwe, ha dichiarato che i fatti del 2024 “sollevano seri interrogativi sulla sua capacità di continuare a lavorare con il governo degli Stati Uniti”.

Più in generale, Trump ha più volte fatto sapere di voler riformare il sistema dell’istruzione, riducendo ulteriormente le competenze del governo federale rispetto ai singoli stati.

Negli ultimi anni alcuni stati conservatori della cosiddetta bible belt hanno eliminato i contenuti didattici su molti temi, tra cui il razzismo e la sessualità.

Trump ha perfino detto di voler abolire il dipartimento dell’istruzione e, al momento di nominare McMahon, le aveva chiesto di “rendersi disoccupata”.

Negli Stati Uniti il sistema dell’istruzione è ampiamente decentralizzato, ma il governo federale mantiene una certa influenza attraverso i fondi che stanzia, in particolare per le scuole in aree povere o per i bambini con difficoltà di apprendimento.

Trump ha già sospeso vari finanziamenti alle scuole, tra cui quelli legati alle politiche per la diversità e l’inclusione.

L’istruzione è un campo di battaglia cruciale per la destra statunitense, che accusa le scuole d’indottrinare i bambini con l’ideologia woke.

Il termine woke, legato alle lotte per i diritti degli afroamericani, è continuamente evocato dalla destra statunitense, con un significato distorto, per denunciare quella che considera un’eccessiva attenzione per le rivendicazioni delle minoranze e per le ingiustizie sociali e climatiche.



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