Scintille tra i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani sul tema del riarmo dell’Europa. Mentre a Bruxelles la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen sta presentando il piano da 800 miliardi per il riarmo dei Ventisette, il “Rearm Europe”, la maggioranza continua a segnare diversi distinguo interni: Lega e Forza Italia si posizionano da giorni su linee molto diverse. E lo scontro avviene a suon di post su X e dichiarazioni rilasciate a margine dei vertici in corso.
Il post di Salvini
Questa mattina Tajani, mentre si apprestava a prendere parte all’incontro del Partito popolare europeo (Ppe), aveva assicurato che sul riarmo dell’Ue «non ci sono divisioni» all’interno della maggioranza. E aveva consegnato a X un commento del primo vertice svolto nelle sedi Ue: «A Bruxelles ho incontrato la Presidente von der Leyen. Le proposte della Commissione europea su difesa, automotive, sburocratizzazione sono fra le priorità di Forza Italia per l’Ue e vanno nella giusta direzione». Avanti insieme, per rafforzare la sicurezza e la competitività dell’Italia e dell’EuropaMa nel giro di poche ore arriva il post di Salvini che affossa in toto il piano di Von der Leyen. Per Matteo Salvini «riarmare l’Europa è una scelta sbagliata». «È il paradosso europeo – aggiunge- non si può investire un euro in più per sanità e scuola, mentre ora si possono spendere 800 miliardi per la difesa comune? Se oggi avessimo un esercito europeo, Francia e Germania ci avrebbero già mandato in guerra. L’Italia deve difendere i suoi interessi, non farsi trascinare».
La risposta di Tajani
Anche Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, storico esponente della Lega come Salvini, ha ribadito ieri la necessità di attuare un piano «con investimenti che abbiano un senso, non fatti in fretta e furia senza una logica», attaccando implicitamente il progetto della Presidente della Commissione. Pungente e un po’ improvvisata la risposta di Tajani: «Bene, quella è l’opinione di Giorgetti, a me invece pare essere un buon piano che dovremmo applicare e studiare», ribadendo di nuovo «il pieno sostegno» al progetto.
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