Le tensioni in Romania sono esplose dopo il blocco della candidatura di Calin Georgescu.
Il candidato filo‐russo che aveva sorpreso tutti vincendo il primo turno delle elezioni presidenziali (annullate poi dalla Corte Costituzionale a causa di presunte interferenze russe e di campagne manipolatorie su TikTok). La decisione, presa dall’Autorità Elettorale Centrale (BEC) con un voto 10 a 4, ha scatenato violente proteste a Bucarest: manifestanti e sostenitori di Georgescu hanno scontrato le forze dell’ordine, con lanci di sassi, gas lacrimogeni e il caos per le strade della capitale.
Georgescu ha definito la decisione come “un colpo diretto al cuore della democrazia mondiale” e ha accusato l’Europa di essere diventata una dittatura, mentre figure internazionali come Elon Musk hanno definito la mossa “folle”. Questa vicenda sta acutizzando una crisi costituzionale che rischia di dividere ulteriormente la società romena e di influenzare i rapporti transatlantici, in un contesto già teso per le recenti accuse di interferenze russe in ambito elettorale.