Il candidato di estrema destra Georgescu escluso dalle presidenziali in Romania

Dopo l’annullamento delle elezioni presidenziali dell’autunno scorso, il 9 marzo la commissione elettorale ha respinto la candidatura di Călin Georgescu per il nuovo scrutinio, previsto a maggio, una decisione che ha provocato violente proteste dei suoi sostenitori.

Secondo la commissione elettorale, che ha basato la sua decisione su una sentenza della corte costituzionale a dicembre, “la candidatura non soddisfa le condizioni di legalità perché il candidato ha violato le regole democratiche di un suffragio onesto e imparziale”.

Georgescu, 62 anni, un candidato di estrema destra in testa ai sondaggi con circa il 40 per cento delle intenzioni di voto, ha denunciato sul social network X “un attentato alla democrazia”. “L’Europa è ormai una dittatura e la Romania è sottoposta a una tirannia”, ha aggiunto.

Dopo l’esclusione di Georgescu, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla sede della commissione elettorale a Bucarest, gridando “abbasso la dittatura”.

Dopo alcuni scontri iniziali nel tardo pomeriggio, le tensioni si sono aggravate in serata dopo che la commissione elettorale ha pubblicato le motivazioni della sua decisione.

La polizia ha usato i gas lacrimogeni per disperdere la folla, che ha cercato di fare irruzione nell’edificio, lanciando bottiglie e petardi. Due agenti sono rimasti feriti.

Poco conosciuto fino a poche settimane prima del voto, Georgescu era arrivato in testa a sorpresa nel primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre con circa il 23 per cento dei voti.

Pochi giorni dopo la corte costituzionale aveva annullato le elezioni in seguito alla declassificazione di alcuni documenti dei servizi di sicurezza romeni che descrivevano nel dettaglio presunte interferenze russe, soprattutto sui social network.

Il 26 febbraio la procura l’aveva incriminato e posto sotto controllo giudiziario “per false dichiarazioni sul finanziamento della sua campagna elettorale e sul suo patrimonio, oltre che per altre accuse”.

Il sostegno dell’amministrazione Trump

Georgescu, che ha una posizione dura nei confronti dell’Unione europea e della Nato, è contrario all’invio di aiuti all’Ucraina.

La sua ascesa ha suscitato forti preoccupazioni tra gli alleati europei della Romania, che dopo l’invasione russa dell’Ucraina è diventata un pilastro dell’alleanza atlantica.

Georgescu può però contare sul sostegno dell’amministrazione Trump, in particolare di Elon Musk e del vicepresidente JD Vance.



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