La presidenza siriana, che sta cercando di riunificare la Siria dopo tredici anni di guerra civile, ha annunciato il 10 marzo uno storico accordo per integrare nello stato le istituzioni civili e militari dell’amministrazione autonoma curda nel nordest del paese.
L’accordo, firmato dal presidente ad interim Ahmed al Sharaa e dal leader delle Forze democratiche siriane (Fds), a maggioranza curda, Mazloum Abdi, dovrebbe essere attuato entro la fine dell’anno.
Secondo un comunicato diffuso dalla presidenza siriana, l’accordo prevede “l’integrazione nello stato di tutte le istituzioni civili e militari nel nordest della Siria, compresi i valichi di frontiera, l’aeroporto e i giacimenti di petrolio e gas”.
L’accordo afferma inoltre che “la comunità curda è una componente essenziale dello stato siriano”.
È anche prevista una collaborazione “nella lotta contro quel che rimane del regime di Bashar al Assad e contro tutte le minacce alla sicurezza e all’unità della Siria”.
“Quest’accordo è il primo passo verso la costruzione di una nuova Siria, che includa tutte le sue componenti”, ha dichiarato Abdi sul social network X.
L’amministrazione autonoma curda, sostenuta dagli Stati Uniti, controlla un ampio territorio nel nord e nell’est della Siria, ricco di grano, petrolio e gas, risorse fondamentali per la ricostruzione del paese.
Il suo braccio armato, le Fds, ha svolto un ruolo chiave nella lotta contro il gruppo jihadista Stato islamico. Più di recente ha anche dovuto difendersi dagli attacchi delle milizie filoturche.
Emarginati all’epoca del regime Assad, i curdi sono stati privati per decenni del diritto di parlare la loro lingua, di celebrare le loro feste e, in molti casi, della nazionalità siriana.
Durante la guerra civile, scoppiata nel 2011, hanno però creato un’amministrazione autonoma nel nordest del paese.
L’accordo arriva quasi due settimane dopo lo storico appello di Abdullah Öcalan, leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk, curdi di Turchia), ad abbandonare la lotta armata. L’appello è stato accolto con favore dai curdi siriani.
Negli ultimi giorni la Siria ha vissuto le peggiori violenze dalla caduta di Assad. Secondo l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani, più di 1.500 persone sono morte nell’ovest del paese nei combattimenti tre le forze di sicurezza siriane e le milizie fedeli al presidente deposto Bashar al Assad, e nelle esecuzioni di massa di civili.
Sorgente ↣ : Siria, accordo tra il governo ad interim e l’amministrazione autonoma curda