Oltre 100mila persone sono scese in piazza oggi a Belgrado per manifestare contro il presidente serbo Aleksander Vucic, da mesi nel mirino delle proteste contro la corruzione diffusa ai vertici del potere. Sui social rimbalzano le foto e i video della fiumana di gente che riempie le strade di Belgrado. Il governo stima siano scese in piazza circa 107mila persone, ma l’Archivio sui raduni pubblici, una Ong che conteggia i numeri delle proteste, alza notevolmente l’asticella: tra le 275 e le 300mila persone. Si tratta di una delle manifestazioni più partecipate della storia della Serbia, Paese abitato da appena 6,6 milioni di persone. A dare il là alle proteste, partecipate soprattutto dagli studenti e cresciute di vigore di settimana in settimana, è stato lo scorso 1° novembre il crollo di un soffitto alla stazione di Novi Sad che ha causato la morte di 15 persone. Una tragedia che i manifestanti sostengono sia avvenuta per effetto proprio della corruzione dilagante nel Paese. La piazza piena chiede a una voce sola le dimissioni di Vucic e del governo a lui legato: «È finito!», «Basta regime», si legge su molti cartelli branditi da studenti e altri manifestanti. Leader del partito progressista serbo, Vucic ha guidato il Paese prima come primo ministro, dal 2014 al 2017, poi come presidente della Repubblica.
Il timore di violenze e la «resistenza» di Vucic
Nei giorni scorsi era cresciuta la tensione in vista della manifestazione di sabato. Il governo ha accusato gli organizzatori di pianificare violenze e provocazioni in piazza, e il presidente del Parlamento ha annunciato la chiusura dell’edificio di Piazza Slavija per ragioni di sicurezza. In un parco nelle vicinanze si sono accampati gruppi di sostenitori di Vucic, arrivati da fuori dalla capitale anche coi trattori. Nella giornata di sabato sono stati interrotti i servizi di trasporto pubblico a Belgrado, secondo le autorità per ragioni di sicurezza, secondo i manifestanti per scoraggiare e complicare la partecipazione. Lo stesso Vucic ha dato istruzioni alla polizia di agire con la necessaria calma, ma ha anche detto che le forze di sicurezza non avrebbero avuto clemenza con eventuali agitatori e violenti. Al momento, la manifestazione – come tutte le precedenti – sembra essersi svolta in modo pacifico. Un uomo ha però tentato di investire alcune persone con la sua auto nei sobborghi di Belgrado, ferendo tre passanti. La polizia lo ha arrestato. Alla vigilia della manifestazione oceanica, Vucic aveva assicurato di non avere alcuna intenzione di dimettersi: «Dovrete uccidermi se volete sostituirmi», ha detto.
Il bilancio di Vucic dopo la manifestazione
In serata, è stato lo stesso Vucic a tirare le somme della situazione, per lo meno in termini di ordine pubblico. In incidenti e provocazioni registratisi oggi a margine della grande manifestazione di Belgrado sono rimaste ferite in totale 56 persone – nessuna in modo grave – mentre altre 22 sono state arrestate per aggressioni alla polizia e altre violenze. Vucic ha poi denunciato i numerosi attacchi e le provocazioni contro gli studenti anti-proteste e filogovernativi accampati nel parco Pionirski, presso il Parlamento, e il grave danneggiamento di un centinaio di trattori posti a loro protezione tutt’intorno al parco. Parlando in serata in diretta tv, Vucic ha riconosciuto l’alto numero di manifestanti radunatisi, e si è detto soddisfatto del comportamento delle forze dell’ordine, che si sono comportate in modo corretto e professionale.
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