Nelle carceri italiane è emergenza suicidi

Dall'inizio del 2025, le carceri italiane stanno affrontando una drammatica emergenza

Dall’inizio del 2025, le carceri italiane stanno affrontando una drammatica emergenza: ben 18 detenuti si sono tolti la vita, evidenziando una crisi profonda nel sistema penitenziario nazionale.

Il 2024 aveva già segnato un triste record con 88 suicidi tra i detenuti, il numero più alto registrato negli ultimi 30 anni. Tuttavia, l’attuale tendenza del 2025 sembra destinata a superare questo tragico primato, con una media di un suicidio ogni quattro giorni nei primi mesi dell’anno.

Le cause di questa situazione sono molteplici e interconnesse. Il sovraffollamento carcerario rappresenta una delle principali criticità: a febbraio 2025, le carceri italiane ospitavano 62.132 detenuti, superando di gran lunga i 46.910 posti disponibili, con un tasso di sovraffollamento del 132,4%. Questa condizione influisce negativamente sulla qualità della vita dei detenuti, aumentando lo stress e la disperazione.

Un altro fattore determinante è la lentezza burocratica nell’accesso alle misure alternative alla detenzione. Circa 19.000 detenuti, con pene residue inferiori ai tre anni, potrebbero teoricamente beneficiare di misure alternative, ma la carenza di risorse e l’inefficienza amministrativa ostacolano tali processi. Le condizioni strutturali inadeguate delle carceri e la carenza di personale qualificato contribuiscono ulteriormente al deterioramento del benessere psicologico dei detenuti. La mancanza di supporto adeguato può portare a situazioni di estrema disperazione, culminando in atti suicidari.

Di fronte a questa emergenza, esponenti politici e istituzionali hanno sollecitato interventi immediati. Sandro Ruotolo, membro della segreteria nazionale del Partito Democratico ed europarlamentare, ha dichiarato: “Non è un caso che sempre più persone in carcere si tolgano la vita. Non è un caso che la disperazione sia diventata la regola. Il carcere, che per la Costituzione dovrebbe essere luogo di rieducazione e reinserimento, si sta trasformando in un mattatoio umano”.

È evidente la necessità di una riforma strutturale del sistema penitenziario italiano, che affronti le problematiche del sovraffollamento, migliori le condizioni di vita dei detenuti e garantisca un adeguato supporto psicologico. Solo attraverso interventi concreti e tempestivi sarà possibile invertire questa tragica tendenza e restituire dignità al sistema carcerario nazionale.

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