“Un atto dovuto”. Così l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, ha commentato ieri la notizia dell’apertura di un fascicolo sull’operazione Stadio di San Siro anche da parte della Corte dei Conti. L’indagine, che mira a verificare eventuali danni erariali derivanti dalla vendita dello stadio Meazza ai fondi di investimento che controllano Milan e Inter, segue quella identica aperta dalla Procura di Milano, per ora senza indagati.
Anche per l’indagine della Procura la risposta del sindaco Beppe Sala fu di “un atto dovuto, a seguito di un esposto”. E proprio come Sala, ieri Tancredi ha ripetuto che la Corte dei Conti si è mossa, perché “c’è stato un esposto, qualcuno vuole capire”. E circa la stima di 197 milioni di euro per lo stadio e le aree limitrofe, fulcro di entrambe le indagini, Tancredi ha ripetuto (come aveva fatto Sala) che “ci siamo rivolti all’Agenzia delle Entrate, un ente al di sopra delle parti, anche molto competente, autorevole”. Quindi, ha concluso, “siamo molto sereni”.
La Corte vuole capire come si è arrivati alla valutazione di 197 milioni per stadio e aree
In realtà il fascicolo della Corte dei Conti risale a oltre due mesi fa (è quindi precedente a quello della procura). Tanto che nei mesi scorsi la stessa Corte aveva chiesto al Comune – in segreto – di acquisire la documentazione fornita da Palazzo Marino all’Agenzia delle entrate ai fini della valutazione.
Il primo fascicolo su San Siro aperto nel 2022
Ma, da quanto si apprende, presso la Corte sarebbe aperto da almeno due anni anche un altro fascicolo su San Siro e riguarderebbe il canone di concessione – circa 9 milioni di euro l’anno – pagato da Milan e Inter al Comune in base a una concessione risalente al 2000 e mai modificata. I giudici contabili vogliono verificare la congruità dello sconto del quale godono i due club ottenuto grazie allo scorporo delle spese di ristrutturazione a carico delle squadre. I magistrati intendono chiarire l’origine dello sconto e le sue motivazioni.
Contestato anche il bando del Comune
Intanto torna all’attacco il fronte contrario alla maxi operazione immobiliare. L’ex vice-sindaco Luigi Corbani ha mosso forti critiche anche alla struttura del bando emanato dal Comune: in pratica Palazzo Marino lascia solo 30 giorni di tempo a eventuali partecipanti per presentare un progetto alternativo a quello di Milan e Inter. Un lasso di tempo troppo breve, secondo Corbani, per un’operazione di queste dimensioni. Soprattutto se rapportato agli oltre cinque anni di trattative concesse da Sala ai due club…
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