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“Se hai i soldi vai, se no guardi…”. E’ la risposta che il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha dato all’emittente locale TeleQuattro che gli chiedeva un commento sugli alti prezzi del Caffé Sacher, che ha aperto in città due giorni fa, dopo una lunga attesa. E’ il primo della catena che apre fuori dall’Austria. “Se hai i soldi vai, se no guardi” “Basta polemiche, se hai i soldi vai, se no guardi” ha detto il sindaco. Vantando però “grande orgoglio” per l’apertura di un negozio della tradizione austriaca e viennese in particolare. Polemiche si sono verificate per i prezzi alti fissati dal negozio: una fetta della originale torta è venduta praticamente a 10 euro; alti anche i costi di altri prodotti. Caffè Sacher, 10 euro a fetta, ma la torta va a ruba Oggi il negozio è chiuso perché ha terminato la scorta di torte dopo l’enorme afflusso di clienti dall’apertura fino a ieri e non è stato possibile rifornirsi. [...]

Un mostro ha detto del figlio la mamma di Alessandro Impagnatiello. Di certo un assassino che ha confessato. Assassino di una donna che era incinta di un figlio suo. Assassino che ha finto dolore e ansia perché la donna che aveva ucciso ovviamente era introvabile. Assassino che ha cercato di bruciare il cadavere, poi lo ha buttato via come immondizia. E nel frattempo mandava messaggi dal suo smartphone alla donna che aveva ucciso per fingere stesse contribuendo a cercarla. Assassino maschio che si libera della donna che non obbedisce e intralcia, ostacola, complica la vita come lui la vuole. Assassino feroce, uomo minimo ma mostro nel senso di sostanza inumana e di fenomeno assolutamente fuor di umana norma e cifra? Purtroppo nell’idea, nel valore, nella cultura che la donna sia “cosa” del maschio una volta stabilita la coppia non vi è nulla di indicibilmente eccezionale, di statisticamente irrilevabile. Se “mostro” è questo assassino, ampio è il terreno, ampio e noto è il terreno popolato da mostri e coincide in parte con la terra in cui viviamo tutti. Dirsi che solo “mostri” ammazzano la femmina perché disobbedisce, turba e, niente meno, si ribella alla sua natura di maschile proprietà implica dirsi che qui in Italia ogni tre giorni si mette all’opera un “mostro”. Dire “mostro” è in fondo tirare un sospiro di sollievo. Immotivato e artificioso, ma sospiro di sollievo: i “mostri” non son forse fatti di natura che umana non è? Una mostruosità… collettiva Eppure in questa tragedia umana una evidente mostruosità c’è. Quella non rilevata come tale. Una mostruosità collettiva e forse proprio per questo non rilevata. Ha detto l’assassino: “Ho ucciso per stress”. E nessuno lo ha certo assolto per questo. Ma al tempo stesso nessuno ha esplicitamente trovato incongruo chiamare in causa l’astratta e onnicomprensiva categoria (ormai dello spirito) detta stress. Un assassino può dunque chiamare in causa lo stress non come attenuante questo no. Ma come circostanza per così dire ambientale questo sì. Ed è questa la mostruosità collettiva: l’uso della parola stress come parola magica. Parola magica con cui ci si pone sotto protezione di una presunta e farlocca medicalizzazione delle proprie azioni. Parola magica con cui si legittimano o giustificano le proprie voglie la cui incontenibilità è imputata allo…stress. Parola magica che ci scansa ed esime da ogni responsabilità individuale. Parola vezzo con cui si maschera come ingenuo il proprio atto di sopraffazione. Parola magica che ci dà salvacondotto per la qualunque. Parola magica che sdogana l’ingordigia. Parola magica che espelle e annichilisce ogni forma di dovere nell’agire. La comunicazione di massa non ha fatto una piega nel recepire e diffondere la formula “ho ucciso per stress” e non risulta la pubblica opinione abbia fatto diversamente. Ci siamo talmente assuefatti all’uso dello stress come alibi per talmente tanti comparti e parti delle nostre vite che non ci suona indicibile in nessun caso. Alibi, non certo da estendere all’omicidio ma alibi per ogni nostra asocialità sì. Alibi incolto, rozzo. Ma di grande efficacia comunicativa. Ed è questa la mostruosità collettiva: essersi inventati, essersi accomodati sotto la protezione di una liturgia che ci proclama tutti vittime innocenti, ciascuno dei suo stress. E, sotto stress, a qualcuno magari scappa un raptus. Il giorno, lontanissimo, in cui la comunicazione bandirà come impropri e bugiardi i termini stress e raptus, quel giorno le donne saranno di sicuro un po’ più rispettate al sicuro dai “mostri”. Forse dovresti anche sapere che… [...]

Un morto e 14 feriti: è il bilancio del gravissimo incidente stradale nel quale sono rimasti coinvolti un bus con a bordo 38 passeggeri, finito in una scarpata, e 5 auto. Pullman nella scarpata sulla A16, la dinamica La tragedia è avvenuta alle 4 sull’autostrada A16 Napoli-Canosa, in direzione Napoli, all’altezza del comune di Vallesaccarda al km 101. La dinamica dell’incidente è ancora al vaglio della Polizia Stradale, anche se dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che, a seguito di un incidente tra tre autovetture, nel quale un automobilista è morto, il Flixbus si è trovato di fronte due auto ferme a causa di un tamponamento. Il conducente del bus ha sterzato sulla sinistra, dirigendosi verso il guardrail, per evitare l’impatto, ma è finito nella scarpata che, per fortuna, non è particolarmente profonda. Altre tre vetture, che seguivano il pullman, sono finite contro le auto ferme al centro della carreggiata. Il pullman era partito da Lecce, direzione Roma Era partito da Lecce ed era diretto a Roma Tiburtina il pullman della Flixbus finito in una scarpata. L’autobus con a bordo 36 passeggeri e due autisti è stato recuperato dai vigili del fuoco che stanno perlustrando l’area dell’incidente per verificare la presenza di altri passeggeri che potrebbero essere stati sbalzati fuori dai finestrini. Tre dei 14 feriti – due particolarmente gravi – sono stati portati ad Ariano Irpino, tre ad Avellino e gli altri otto a Benevento. I passeggeri del bus e delle auto coinvolte che non on hanno avuto la necessità di ricorrere alle cure mediche sono stati ospitati nella palestra comunale di Grottaminarda (Avellino). [...]

Dicono sempre che è “colpa” dei social…Ma la stampa e la tv professionali sempre più spesso non solo usano i social come fonte e alibi di ogni sgangherato pubblicare, fanno di più e di peggio: ragionano e operano alla social. Ci vuole, nella stampa e nella tv professionali, un totale distacco dalla vita reale per considerare scandaloso e inaudito un caffè ad un euro e cinquanta centesimi e una fetta di torta a nove euro. L’adesione all’irrealtà fa il paio con la abbandonata serietà. Chi titola e pubblica sullo scandaloso e inaudito dei prezzi al Caffé Sacher di Trieste (appena aperto) è la stessa persona che poi o prima dello scrivere è andata o va al suo di bar, in quel di Milano, Roma, Torino, Napoli… a prendere un caffè normalmente pagandolo 1, 30/ 1,40 euro e il doppio se servito al tavolino. Però grida al prezzo folle del Caffé Sacher a 1,50. Però fumiga di indignazione per la fetta di torta a quasi nove euro. Poi va in pasticceria e serenamente la paga appena uno o due euro in meno. Perché questa isteria, questa recita? Torta a nove euro, e allora? Populismo pauperista, certo. Ma spiegare con solo e soltanto questo perché è essere molto gentili, generosi e complimentosi riguardo alla vera e profonda natura delle “indignazioni”. Quella del Caffé Sacher a Trieste è talmente implausibile da meritare non solo l’obiezione del sindaco Di Piazza (se uno non vuole pagarla nove euro la fetta di torta libero di non mangiarla). Quella dei prezzi al Caffè Sacher di Trieste è talmente posticcia e artificiale che si spiega solo con il bisogno, l’attitudine, la scelta della teatralità senza se e senza ma. Teatralità che non conosce il limite del grottesco. Torta fascista! La battuta migliore l’ha regalata a tutti al mattino un ascoltatore di Radio 24: “E’ chiaro, la torta Sacher, è una torta fascista!”. Complimenti alla capacità di ironica sintesi sulla natura e plausibilità di indignazioni vibranti quanto posticce. Populismo pauperista, certo. E anche riflesso neanche tanto indiretto di una pedagogia sociale e della comunicazione che induce al concetto inespresso ma latente di un dovuto “bonus” torta pubblico per ogni cittadino. Ma soprattutto teatro, teatro allucinato. Allucinazioni in parata, la parata militare e civile della Festa della Repubblica nelle cui immagini Michela Murgia ha creduto di vedere militi di Salò in rivincita a braccio teso. Subito seguita da Roberto Saviano nell’accorato e indignato gridare al fascismo risorto, sfidante, sfilante. Sotto gli occhi di quel distratto di Mattarella, le milizie della Repubblica Sociale salutavano ammiccanti ad Ignazio La Russa. Tutto si tiene: incursori della Repubblica di Salò salutano i loro capi a Roma e torta Sacher fascista a Trieste! [...]

Con il semaforo rosso stop all’acquisto, il prodotto costa troppo. Arriva un sistema “a semaforo” che utilizzerà i classici colori rosso, giallo e verde per orientare i consumatori negli acquisti di beni e servizi. Inflazione: arriva il semaforo di Assoutenti E aiutare le famiglie italiane alle prese con la spesa quotidiana sempre più salata, e un paniere di prodotti a prezzi calmierati da proporre a governo, Gdo, produttori ed enti locali come misura anti-inflazione. A lanciarlo Assoutenti, che sulla base degli ultimi dati Istat sull’inflazione ha pubblicato sul proprio sito internet e sui canali social dell’associazione un semaforo che coinvolge un lungo elenco di prodotti, beni e servizi e i relativi aumenti dei prezzi. Inflazione, tutti i rincari più forti “I dati sull’inflazione di maggio dimostrano come l’emergenza prezzi è tutt’altro che risolta in Italia, con i listini al dettaglio che per alcuni comparti, come alimentari e carrello della spesa, rimangono a livelli elevati. – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi -. Tra i beni che registrano i rincari più forti figurano oggi lo zucchero (+52,6% su anno), i voli nazionali (+43,2%), il riso (+37,1%), i voli internazionali (+36,6%), il latte conservato (+28,7%), l’olio di oliva (+24,6%), le patate (+22,2%) e i gelati (+22%). All’interno del paniere dei beni utilizzato dall’Istat per il calcolo dell’inflazione, tuttavia, non tutti i prodotti subiscono gli stessi aumenti di prezzo. Alcuni latticini, ad esempio, rincarano a ritmo più sostenuto rispetto ad altri alimenti sempre a base di latte, oppure alcuni vegetali subiscono aumenti doppi rispetto ad altri della stessa categoria. Lo stesso discorso vale per alcune tipologie di carne o di pesce, ma anche per beni per la casa, elettrodomestici, cura del corpo, accessori, abbigliamento, ecc.”. Come funziona il semaforo di Assoutenti Per aiutare i consumatori il sistema elaborato da Assoutenti assegna il semaforo “verde” a quei prodotti e servizi la cui crescita percentuale su base annua risulta entro il tasso di inflazione programmata (5,4%). Ottengono il semaforo “giallo” i beni che, nell’ultimo mese, hanno registrato un aumento su base annua superiore all’inflazione programmata ma entro il tasso medio di inflazione nazionale pari oggi al +7,6%. Semaforo “rosso” invece per quei beni e servizi che rincarano oltre il tasso medio di inflazione nazionale. [...]

“In Italia è previsto un aumentato rischio e un’aumentata aggressività di malattie infettive correlate al clima e in particolare quelle causate da vettori come le zanzare, quali la malaria, la Dengue, la febbre da Chikungunya, la febbre West Nile”. Con l’emergenza climatica, allarme zanzare Lo afferma la Società Italiana d’Igiene che in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, in programma il 5 giugno, lancia un appello affinché i governi nazionali e locali alla luce delle ‘minacce’ ambientali sfruttino le competenze di professionisti altamente qualificati, adottando un approccio multidisciplinare e interprofessionale in un’ottica One Health. “Gli Igienisti – precisano – con le loro competenze possono svolgere un ruolo fondamentale in questa sfida”. “È essenziale investire nelle infrastrutture, nella pulizia dei corsi d’acqua e nella ristrutturazione della rete idrica, per ridurre i rischi di inondazioni – afferma Roberta Siliquini, presidente della Siti. Questi interventi prevengono l’accumulo di detriti e favoriscono un flusso d’acqua naturale, proteggendo le comunità dalle esondazioni. È importante che i governi locali e nazionali sfruttino l’expertise di professionisti altamente qualificati, adottando un approccio multidisciplinare e interprofessionale in un’ottica One Health. 5 giugno, Giornata mondiale dell’Ambiente Questo permette di ottenere indicazioni preziose per ridurre il danno causato dalle catastrofi ambientali. Gli igienisti, con le loro competenze specifiche, possono svolgere un ruolo fondamentale in questa sfida, lavorando nella prevenzione dei danni ambientali e nella protezione delle comunità dagli effetti negativi delle catastrofi naturali”. La Siti è impegnata con un gruppo di lavoro a tema Ambiente e Salute, il cui impegno culminerà con una giornata nazionale dedicata alle tematiche ambientali e sanitarie che saranno affrontate a un convegno il 9 giugno a Reggio Emilia all’Università di Modena e Reggio Emilia. [...]

Donne d’Impresa: Greta Mandarini (Intrapan), 800 km in bicicletta per fuggire da ogni violenza. La sfida era stata quella di superare le offese e le violenze di un amore sbagliato, classico “amore tossico”. In sella alla sua storica bicicletta, Greta Mandarini era fuggita a gran pedalate: 800 chilometri in una settimana, un vero record per arrivare da Thiene, in Veneto, fino a Roma lungo la via Francigena. Quasi trent’anni e una vita tutta da ricominciare, quella di Greta Mandarini, con la sua azienda Intrapan di cui è contitolare, con 45 dipendenti, un fatturato in crescita e vero punto di riferimento per Ho.Re.Ca. (Hotel, Restaurant, Cafe /Catering), Vending e GDO. Sono passati due anni da quella fuga ma Greta non ha mai dimenticato la sua vera e importante missione sociale a favore di tante donne che, come lei, hanno subito violenza da un rapporto sbagliato. La sua pedalata, molto meglio degli psicofarmaci, è servita non solo per dimenticare ma anche per attivare una raccolta fondi fatto a favore dello sportello “Donne di Thiene” (VI) a cui si era rivolta disperata, anche lei. La gratitudine non è di questo mondo ma Greta è una rara e bellissima eccezione. Lasciandosi alle spalle il passato, ha dimostrato, infatti, a se stessa, oltre che a tante altre donne, che la vita vale la pena di essere vissuta anche da sole, e senza il giogo di un rapporto sbagliato. Ma non solo: perché Greta è riuscita, da un danno subito, a fare anche del bene, portando il suo esempio liberatorio in giro per l’Italia. Inoltre, e grazie al suo spirito imprenditoriale, il suo tour in bicicletta, è servito anche come test per la sua salute ed energia. Infatti, durante la sua storica volata, proprio lei – personalmente – ha “testato” gli snack prodotti dalla sua azienda, studiati appositamente per rinnovare l’energia degli atleti in corsa o, comunque, sotto sforzo. Che incredibile progetto di marketing è nato così da una grossa delusione! Suo padre che da sempre è impegnato nella ristorazione, confezionando golosi tramezzini, ha acceso in lei un nuovo stimolo di creatività a favore dell’azienda che ancora oggi vanta numerosi e golosi estimatori. E non solo nel modo dello sport. Laureata in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali, Diritti Umani all’Università degli Studi di Padova, Greta è stata anche tutor per studenti disabili presso il Servizio Disabilità e Dislessia della stessa Università. La sua gavetta fra marketing e relazioni internazionalil’ha vista anche business development manager per promozione e vendita dei prodotti caseari italiani sul mercato indiano. Esperta di marketing, turismo, si è specializzata anche nella promozione dei prodotti made in Italy. Naturalmente le sue competenze comunicative sono tali non solo in italiano ma anche in lingua inglese, grazie alla sua esperienza nel Regno Unito e in India. Tra i suoi skill, la capacità di networking sviluppata durante la partecipazione di eventi istituzionali, organizzati dalla Camera di Commercio di Mumbai Le abbiamo chiesto. “Non ti curar di lor, ma guarda e passa, diceva Dante e non solo lei è passata oltre alle violenze subite, ma è volata lontano anche con la sua azienda: quale sarà il futuro di Intrapan? Intrapan sta vivendo un momento di grandi cambiamenti dettati dal passaggio generazionale ma anche dalla riorganizzazione dell’assetto organizzativo. L’ingresso dei figli in azienda ha portato nuova linfa: la coesistenza di due generazioni della famiglia Mandarini ha permesso di dare continuità al progetto del padre. Il valore “famiglia” è stato il caposaldo che ha permesso ad Intrapan di continuare a crescere negli anni. La sfida oggi è quella di trasformare la grande famiglia di Intrapan in una squadra per continuare ad offrire ad un mercato in espansione lo snack di sempre, buono e genuino. L’attenzione della seconda generazione sarà posta su due temi: il mantenimento della qualità delle materie prime utilizzate per offrire il massimo gusto e l’ascolto continuo dei bisogni dei consumatori. Gli investimenti previsti hanno come obiettivo l’evoluzione dell’attuale modello di business in un nuovo modello basato sullo sviluppo sostenibile che mette al centro l’ambiente, le risorse e le persone. Lo stabilimento, completamente rinnovato, verrà certificato per garantire il massimo standard qualitativo, per efficientare tutti i processi e per rendere l’ambiente di lavoro un luogo in cui star bene. Intrapan porterà sul mercato un’offerta nuova ma resterà fedele allo spirito artigianale da cui ha preso vita: fare le cose buone come fatte in casa. La sua nuova sfida, oggi è, contro le barrette, i cibi super proteici e gli alimenti che producono energia, ma senza danneggiare la salute. Quale la ricetta giusta per accontentare la gola, lo sforzo fisico ma anche la salute di chi mangia i vostri prodotti? Abbiamo sempre lavorato con prodotti di alta qualità: il pane fresco prodotto quotidianamente da un forno locale e le farciture ricche e genuine. Il confezionamento in ATM è solo un mezzo che ci permette di conservare il cibo in modo naturale. All’interno della confezione non vengono aggiunti conservanti o miglioratori ma, andando a togliere l’ossigeno, siamo in grado di allungare la vita dei prodotti. La qualità è la stessa degli snack fatti in casa, non vi è nulla di diverso. Da qualche anno l’azienda ha intercettato un nuovo target di persone che cerca una merenda sana e completa per le attività outdoor. Sana oggi significa non raffinata, naturale, meno lavorata. Di qui nasce la sfida ai cibi ricomposti come sostitutivi della merenda. La merenda deve contenere tutti i nutrienti indispensabili per mantenere alti i livelli energetici, senza appesantire e senza introdurre componenti non necessarie all’organismo. Mangiare un panino è appagante per il corpo e per la mente, perché ci riconnette con il territorio e ci porta a rivivere il piacere della condivisione e della convivialità. I nostri prodotti sono studiati per ricreare queste sensazioni in qualsiasi posto e occasione. Insomma il prodotto giusto nel momento giusto, quando serve ricaricare le batterie. Se lei non avesse scelto questo percorso imprenditoriale nel food, quale sarebbe stata la sua altra aspirazione professionale? Il mio percorso di vita è stato ricco di esperienze in diversi campi. Diciamo che oggi ricopro un ruolo che mi soddisfa molto, un ruolo che ho ricercato dopo tante strade intraprese e poi abbandonate. Inizialmente avrei voluto intraprendere una carriera in ambito scientifico, come fisioterapista/massaggiatrice sportiva. Provenendo da un’infanzia e adolescenza passata nella sala di danza mi appassionava tutto ciò che era la preparazione fisica del professionista. Mi piaceva sentirmi bene con corpo e mente e di conseguenza desideravo che le persone intorno a me si potessero sentire bene. La connessione con me stessa e con il mondo passava attraverso un equilibrio psico-fisico che avrei voluto trasmettere. Poi la vita mi ha regalato nuove opportunità che ho colto sempre con grande entusiasmo. L’azienda di famiglia è stata la fermata definitiva: la passione per ciò che faccio rappresenta oggi la massima espressione di ciò che avrei voluto diventare. Oggi che in Italia abbiamo Giorgia Meloni, secondo lei stiamo raggiungendo finalmente una vera “parità di genere”? Vedo la parità di genere ancora come un lungo percorso. Personalmente non ritengo corretto l’uso del termine “parità”, ritengo invece più opportuno parlare di “valorizzazione” di genere. Uomo e donna sono naturalmente diversi e pertanto vanno valorizzati per ciò che sono. La donna in società ricopre oggi ruoli di responsabilità e per farlo ha scalato una montagna, dimostrandosi capace di conciliare la sfera familiare con la sfera lavorativa. Spesso accade che la donna acquisisca potere ricalcando atteggiamenti maschili per ottenere determinati risultati. La sfida di noi donne è proprio questa: farci rispettare mantenendo la nostra identità originaria, senza forzare per essere qualcuno che non siamo. Senza voler essere invadenti le chiediamo come spera sarà la sua vita fra 10 anni: una bella famiglia con tanti bambini? Una folgorante carriera di manager da multinazionale? Un’altra fuga in bicicletta verso nuove avventure? Sto lavorando sodo per far crescere l’azienda, dedicandoci tanto tempo ed energie. Ma la mia vita non sarebbe completa se mancasse la bicicletta. Questa rappresenta per me la libertà e allo stesso tempo la motivazione di impegnarmi in nuove sfide sportive. Il mettermi alla prova, cercando di migliorare sempre di più le mie performance, diventa un allenamento mentale che sfrutto anche sul lavoro. Cerco sempre di ritagliarmi del tempo per mantenere un certo equilibrio tra carriera e vita privata. In realtà lo sport stimola la mia creatività, apre la mente e crea spazio tra i pensieri. Molti progetti sono nati proprio durante i giri in bicicletta. Nel breve termine il focus resta sulla carriera ma sto già programmando una nuova impresa ciclistica. Stavolta non sarò da sola ma condividerò l’avventura con il mio compagno che come me ama viaggiare in bicicletta. Tra 10 anni mi vedo a capo di un’impresa strutturata che sarà riconosciuta in Italia e all’estero come simbolo dello snack fresco italiano per eccellenza. [...]

Tennis, Roland Garros, azzurri fuori agli ottavi . Non c’è l’hanno fatta. Ma sono usciti testa alta, tra gli applausi. È stata una domenica comunque spumeggiante. Il tennis azzurro ha confermato la bontà della scuola italiana. Assente Berrettini, out Sinner, tutto il peso è ricaduto sul talentuoso Musetti e sul guerriero Sonego. Il tandem azzurro ha spinto al massimo, è approdato alle soglie dei quarti cedendo solo a due campioni. MUSETTI E IL FENOMENO DEL TENNIS ALCARAZ I ragazzi prodigio del tennis mondiale hanno divertito il pubblico con magie che raramente si vedono sui campi di terra rossa. Smorzate e contro-smorzate, passanti di rovescio geniali, bordate da fondo campo, diritti incrociati potenti e precisi, “ace” al centro e via discorrendo. Primo set per lo spagnolo (6-3) in 44’. Secondo set, stesso copione e punteggio analogo (6-2). In 43’. Musetti si innervosisce e cede anche nel terzo set (6-2). Partita chiusa in 2h08”. SONEGO, UN’ALTRA BATTAGLIA È il destino del guerriero. Un duello infinito. Questa volta però al leone di Torino è andata male dopo 3 ore e mezzo di autentica battaglia. Ha vinto il russo Khachanov 6-1, 4-6 , 6-7 , 1-6. Match lottatissimo. Lorenzo era partito benissimo non dando respiro al russo negli scambi a fondo e ottenendo addirittura 3 break nel primo set. Nel secondo e terzo reazione del russo. Poca storia nel quarto set in cui Sonego ha anche richiesto un medical timeout per un presunto problema alla coscia. Grande peccato per l’azzurro che si è fermato per la terza volta in carriera al quarto turno di uno slam su altrettanti tentativi. Quello del torinese resta comunque un ottimo torneo che sarebbe potuto anche continuare se solo quel tiebrak fosse girato diversamente. Il russo accede così ai quarti di finale per il terzo Slam consecutivo. OTTAVI CON DUE AZZURRI PER LA SETTIMA VOLTA Al netto dei risultati di Musetti e Sonego è il caso di ricordare che l’Italia per la settima volta ha avuto due azzurri agli ottavi di finale del singolare maschile al Roland Garros. L’ultima è stata nel 2021 quando riuscirono addirittura in tre: Musettti, Berrettini e Sinner. DJOKOVIC RITROVATO PER IL GRANDE TENNIS Il fenomeno serbo ha infilato una domenica delle sue. Ha battuto in 3 set a 0 il peruviano Varillas. Djokovic, splendido protagonista finora, accede ai quarti di finale dove sfiderà il russo Karen Kahachanov. Il mattatore serbo visto contro il peruviano ha ritrovato la sua versione migliore: paziente, cinica e attenta. Pochi errori, geometria da manuale e la corsa necessaria per disinnescare progressivamente l’energia e la fiducia nei propri colpi del rivale. In quasi 2 ore di gioco ha sbrigato la pratica: 6-3, 6-2, 6-2. [...]

Pochi lo sanno che Palmiro Togliatti, uno dei giganti della Prima Repubblica, era nato a Genova in una strada stretta e piena di storia Incombe l’edificio che tutt’ora ospita il Liceo Cristoforo Colombo, pietra miliare della formazione studentesca sotto la Lanterna, scuola di generazioni e generazioni e di grandi futuri personaggi, da Giuseppe Mazzini a Fabrizio De Andrè, Lele Luzzati, Enrico Fermi. E per questa radice genovese il futuro capo del Pci è stato ricordato con una lezione magistrale in Comune a Genova da Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale, già presidente del Consiglio in anni chiave, il “dottor sottile” del Psi di Craxi. L’iniziativa era stata organizzata dalla Fondazione Ds di Genova e legata alla Costituzione, tanto discussa anche in questi tempi. E infatti il tema della molto “alta” lezione di Amato era “Togliatti e la Costituente”. Davanti a una platea molto folta di ex Pci, nella sala di rappresentanza di palazzo Tursi, Amato ha “sfidato” la memoria comunista per spiegare la sua visione sul ruolo centrale del “migliore”. Forse non ha fatto spasimare i reduci e anche qualche sottile storico della vicenda comunista. La posizione di Amato è quella di una “centralità” di Togliatti davanti alla scena italiana del 1946, quando il testo della Costituzione era in preparazione e il mondo usciva da una guerra alla dittatura nazi fascista, cercando un equilibrio dettato da Yalta e garantito dalla guerra fredda. “Non si può dire che Togliatti sia stato un cinico che cercava un equilibrio tra la sua anima socialcomunista, la vocazione per uno stato sociale ispirato dai soviet e l’esigenza di stare nella divisione del mondo decisa da Churchill e Stalin e dagli americani”, ha spiegato l’ex presidente. I momenti chiave per capire che la centralità di Togliatti aveva ragioni più profonde e giustificate dalla necessità di mantenere l’Italia in un solco di pace e il Pci unito, sono incominciati nel 1956 con l’invasione della Ungheria da parte dei carri armati russi. Di fronte agli strappi di molti comunisti, che uscivano dal partito, Togliatti scelse di tenere il gruppo dirigente nel partito per evitare di consegnarsi all’area filosovietica e di non indebolire l’unico argine in difesa dell’unità nazionale. Già il ruolo di Togliatti nella scrittura dei passaggi chiave della Costituzione, a partire dall’articolo 1 e dall’articolo 7 che fondavano l’Italia sul lavoro e sui lavoratori era già una traccia di equilibrio tra le spinte della rivoluzione socialista e la “tenuta” dell’unità interna e ancor più degli equilibri internazionali in un mondo difeso tra due sfere. E cosa disse nelle sue prime parole dopo il terribile attentato di Pallante il segretario del Pci gravemente ferito, mentre l’Italia tremava: “State calmi!”. Il primo problema era mantenere gli equilibri di Yalta…. Quella posizione di sommo equilibrio si è poi sempre manifestata anche dopo la scomparsa di Togliatti nel 1964 dai suoi successori e sopratutto da Enrico Berlinguer. Anzi in modo ancora più accentuato, ha ricordato Amato, quando il segretario del Pci, quello da lui definito “nella sostanza l’ultimo vero segretario”,nco dichiarò di sentirsi più sicuro sotto l’ombrello della Nato che a Mosca. E non a caso sarebbe stato Berlinguer a portare il Pci quasi al governo con il compromesso storico, fino ai tragici giorni della morte di Moro. E poi ancora in quel contesto la centralità segnata da Togliatti sarebbe stata la linea di fronte al terrorismo di matrice “rossa”. “Quando si sentivano gli slogan “Nè con lo Stato, né con le Br”, quando molti dei giovani brigatisti uscivano dalle fila del Pci e il timore che quelle fiammate portassero molti del partito a tirare fuori dagli arsenali le armi della Resistenza, ha aggiunto Amato, la centralità togliattiana ha dimostrato la sua efficacia. La lezione di Amato, recitata a braccio da un uomo che ha pur sempre 85 anni e che parlava in piedi davanti al microfono senza una sbavatura, è stata seguita in un silenzio religioso. Ma non tutti alla fine hanno approvato il contenuto della “versione” del grande ex socialista. Tra questi l’ex segretario della Cgil, eurodeputato e sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. Ma a tutti è piaciuto il tono alto della relazione e lo stile. Una specie di parentesi di grande livello in un contesto nel quale la politica sprofonda sempre di più nella mediocrità e nella mancanza di analisi profonde. [...]

Formula 1, Max Verstappen ha dominato il GP di Spagna, dal primo all’ultimo giro. Ha vinto a mani basse guidando una fantastica Red Bull. Secondo Hamilton con la ritrovata Mercedes, terzo Russell che nel finale ha soffiato il podio a Sainz. Leclerc deludente, fuori dalla zona punti. Ennesima delusione Ferrari e piloti amareggiati. GRIGLIA DI PARTENZA INEDITA Sainz in prima fila accanto a Verstappen, Leclerc nell’ultima accanto alla Williams di Sargeant. La Ferrari è proprio indecifrabile quest’anno. Il bilancio Rosso del sabato è francamente incomprensibile. Una macchina prima, l’altra ultima. Eppure sono uguali, hanno gli stessi aggiornamenti. Mistero. Anche gli ingegneri di Maranello non sanno spiegarsi tanta schizofrenia. Una sola volta la Ferrari, al netto di penalizzazioni o rotture in prova, aveva cominciato un Gran Premio dal fondo (Belgio 2009 con Badoer, riserva di Felipe Massa). Unica consolazione: le modifiche funzionano anche se la Red Bull resta di un altro pianeta. La pole di Verstappen (la quarta in questo Campionato, la 24esima in carriera ) ne è la conferma. Punto. Seconda fila con Norris (3) e Gasly (4), terza con Hamilton (5) e Stroll (6). Quarta fila con Ocon (7) e Hulkenberg (8) davanti ad Alonso (9) e Piastri (10). Ultime cinque file: Perez (11),Russell (12), Zhou (13), De Vries (14), Tsunoda (15), Bottas (16), Magnussen (17), Albon (18), Leclerc (19), Sargeant (20). Fantastica cornice di pubblico: 126 mila spettatori. GARA DI FORMULA 1 DOMINATA DAL TULIPANO Super partenza di Verstappen e Sainz. Tutto regolare. Previsti 66 giri per un totale di 307,236 km. Primi dieci giri senza sussulti, salvo un sorpasso di Hamilton su Stroll. Leclerc è risalito al 13esimo posto. Il Tulipano vola, lo spagnolo insegue con un buon passo. Al 14esimo giro Leclerc entra nella zona punti. Si teme l’arrivo della pioggia. Tensione di box. Si interroga il cielo di Montemelo’. Si moltiplicano i pit stop. Ventesimo giro, Verstappen è sempre al comando inseguito da Hamilton (8”). Punte di velocità (307 km/h). Pit stop di Verstappen di 2”2, meglio Perez: 2”0. Applausi. A metà gara (giro 33) le solite gerarchie. Gomme diverse in pista. Ma non piove, falso allarme. Fantastico sorpasso di Russell su Sainz. LA ROSSA ANCORA SENZA PODIO Ultimi dieci giri. Meno di 50 km al traguardo. Verstappen ha un vantaggio di 16”826 sul Re Nero, terzo Russell tallonato da Perez. La lotta è tutta (e solo) per il podio. Ma il “cannibale” olandese vuole tutto, anche il “giro più veloce”. Cosa che gli riesce senza problemi. Proprio come facevano leggende Senna e Schumacher. E vince per la 40edima volta in carriera. Settima vittoria della Red Bull in sette gare. Podio complefato da Hamilton (2) e Russel (3). A seguire: Perez (4), Sainz (5), Stroll (6), Alonso (7), Ocon. (8), Zhou (9), Gasly (10). Undicesimo, dunque fuori dalla zona punti,Leclerc. CLASSIFICA PILOTI DI FORMULA 1 Verstappen punti 170, Perez 117, Alonso 99, Hamilton 87, Russell 65, Sainz 58, Leclerc 42, Stroll 35, Ocon 25, Gasly 15, Norris 12 Hulkenberg 6, Piastri 5. [...]

Un farmaco per il Parkinson (ropinirolo) può portare benefici alle persone che soffrono di sclerosi laterale amiotrofica, la Sla. Infatti rallenta la progressione della malattia dando benefici a livello muscolare per sei mesi: lo rivela un primo trial clinico condotto da Hideyuki Okano della Keio University School of Medicine di Tokyo. I risultati sono stati resi noti sulla rivista Cell Stem Cell. Il farmaco ha ritardato la progressione della malattia in media di 27,9 settimane. La Sla e il farmaco per il Parkinson Ancora orfana di cura, la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), o morbo di Lou Gehrig, è una malattia dei motoneuroni (neuroni che controllano i muscoli) che porta le persone a perdere gradualmente il controllo muscolare. Il team ha coinvolto 20 pazienti che, in media, convivevano con la Sla da 20 mesi. Lo studio è stato condotto in doppio cieco per le prime 24 settimane, ovvero né i pazienti né i medici sapevano chi ricevesse il ropinirolo e chi placebo. Poi, per le 24 settimane successive, a tutti è stato somministrato consapevolmente il ropinirolo. Il team ha monitorato una serie di parametri fino a 4 settimane dopo la conclusione del trattamento: ad esempio i cambiamenti nell’attività fisica auto-riferita dai pazienti e nella capacità di mangiare e bere in modo indipendente, i dati sull’attività fisica ricavati da dispositivi indossabili e i cambiamenti nella mobilità, forza muscolare e funzione polmonare. Cosa dice lo studio “Abbiamo scoperto che il ropinirolo è sicuro e tollerato per i pazienti ed è promettente per aiutarli a sostenere l’attività quotidiana e la forza muscolare”, affermano gli autori. I pazienti che hanno ricevuto il ropinirolo durante entrambe le fasi dello studio erano più attivi fisicamente rispetto al gruppo placebo. Hanno anche mostrato un declino più lento della mobilità, della forza muscolare e della funzione polmonare e maggiore sopravvivenza. I benefici del ropinirolo rispetto al placebo sono diventati sempre più evidenti con il progredire dello studio. “Con questa sperimentazione abbiamo dimostrato che è sicuro da usare nei pazienti affetti da Sla e che potenzialmente ha un certo effetto terapeutico, ma per confermarne l’efficacia abbiamo bisogno di ulteriori studi e stiamo ora pianificando una sperimentazione di fase 3 per il prossimo futuro”, concludono gli autori. [...]

Un dipendente maschio e baffuto di Disneyland, vestito da principessa, accoglie i bambini in una delle boutique che ha come scopo “far sentire le bambine come delle principesse”. Teatro della scena è il negozio Enchanted Chamber vicino alla Bibbidi Bobbidi Boutique del parco a tema di Anaheim, in California Le polemiche sui social Il video, pubblicato su TikTok da una mamma in verità senza intento polemico, ha poi più o meno fatto il giro del pianeta scatenando tante polemiche. “La Disney – ha scritto su Twitter un utente polemizzando con la scelta della Disney – ha un uomo travestito che lavora nel negozio di abbigliamento per bambine a Disneyland. Questo è ciò che la Disney vuole che le ragazze vedano quando entrano per la prima volta per scegliere un vestito”. [...]

L’oroscopo del 5 giugno per tutti i segni: cosa dicono le stelle per l’amore, il lavoro, i soldi e la fortuna. Andiamo a vedere l’oroscopo del 5 giugno per Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci. Qui l’oroscopo del giorno precedente. E quello della settimana. Oroscopo 5 giugno Ariete (21 marzo-21 aprile) Le questioni di denaro potrebbero essere al centro dei vostri pensieri. Un progetto personale o di lavoro, rispetto a quanto inizialmente da voi previsto richiede forse un dispendio maggiore di soldi, tempo ed energie e vi chiederete se sarete in grado di andare avanti. Apportando alcune modifiche lo realizzerete senza problemi. Amore: in coppia, insieme al partner siete felici, organizzate una serata romantica ma originale. La relazione ha bisogno anche di questo per mantenere la sua forza. Soli: non dovete aspettare che sia l’altro/a a fare la prima mossa: agite! Se non vi chiama fatelo voi! Non ci saranno reazioni negative. Oroscopo 5 giugno Toro (22 aprile-20 maggio) Venere in Leone fino al 9 ottobre sosterà nel vostro settore della casa, della famiglia e l’atmosfera sarà carica di emozioni. Oggi il pianeta è in dissonanza con Plutone: potrebbe mettervi di fronte a una persona il cui comportamento è difficile da sopportare e voi provate frustrazione oppure avere timore di perdere una posizione. Amore: in coppia, vi sarà difficile mantenere la serenità ma per fortuna capirete che rimuginare senza sosta è inutile, non fa altro che rovinare i bei momenti. Soli: non dovete rifiutare un invito o un appuntamento, è molto probabile che si stia preparando un cambiamento epocale a sorpresa. Oroscopo 5 giugno Gemelli (21 maggio-21 giugno) Venere entra in Leone nel vostro settore della comunicazione: fino al 9 ottobre avete la possibilità di stabilire relazioni positive, nonché utili, divertirvi imparando o studiando. Oggi il pianeta è in dissonanza con Plutone ed è possibile ci sia uno scontro con una persona: è una giornata in cui prendete molto sul serio le differenze di opinione. Amore: in coppia, mostrandovi più amorevoli, più disponibili e più teneri, tornerà la complicità, l’armonia. Il partner vi guarderà di nuovo con amore, riaccenderete la passione. Soli: se di recente avete preso una cotta per una persona, sembra che entrambi stiate giocando al gatto e topo. Deciderete di mettere fine a questo atteggiamento e parlerete dei vostri sentimenti. Oroscopo 5 giugno Cancro (21 giugno-22 luglio) Venere sbarca in Leone, fino al 9 ottobre sosterà nel vostro settore del denaro: un lungo periodo in cui vi darete da fare per ottenere ciò che desiderate. E’ possibile l’acquisto di un oggetto che vi piace da tempo. Oggi con la dissonanza Venere-Plutone se siete stati troppo attaccati a qualcuno o qualcosa, è tempo di cambiare rotta. Amore: in coppia, la vostra priorità oggi è la relazione. Insieme, fate un passo importante, guardate al futuro con serenità. Soli: la vita sociale brilla, apre la porta a incontri e, perché no?, a una vita sentimentale stabile. Avete bisogno di incontrare nuove persone, cambiare ambiente. Oroscopo 5 giugno Leone (23 luglio-23 agosto) Venere entra nel vostro segno vi farà compagnia fino al 9 ottobre: grazie al fascino accentuato ovunque brillate e potete chiedere ciò che volete! Oggi il pianeta è in dissonanza con Plutone: potreste provare ansia riguardo a una relazione oppure di recente avete contratto un debito che ora non siete in grado di rimborsare. Amore: in coppia, giornata in cui siete insoddisfatti anche se non capite bene il motivo. Tutto sembra andare bene ma manca quella effervescenza di un tempo… Soli: evitate di essere impazienti, in caso contrario le persone non oseranno avvicinarsi e sarebbe un vero peccato. Oroscopo 5 giugno Vergine (24 agosto-23 settembre) Fino al 9 ottobre, Venere in Leone sosterà alle spalle del vostro segno e potreste avere meno energie, avvertire spesso la necessità di ricaricare le batterie. Oggi con la dissonanza Venere-Plutone, cercate di trovare un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata così da evitare che le responsabilità siano fonte di stress. Amore: in coppia, vi ponete molte domande sull’evoluzione della relazione ma cercherete comunque di essere positivi. Ce la mettete tutta e funzionerà! Soli: siete ottimisti, vedete il bicchiere mezzo pieno: se avete un appuntamento romantico ha tutte le possibilità di rivelarsi un successo! Oroscopo 5 giugno Bilancia (24 settembre-23 ottobre) Con Venere in Leone, fino al 9 ottobre, avrete la possibilità di concretizzare un progetto personale o di lavoro che doperà la vostra autostima, stringerete nuove e ottime relazioni. Oggi il pianeta è in dissonanza con Plutone ma per voi è un passaggio positivo: un successo, una riuscita vi metterà al centro della scena, gli altri vi ammireranno. Amore: in coppia, entrambi non prendete nulla alla leggera, valutate, esaminate. Il partner approva le vostre scelta, vi sostiene costantemente. Siete una sola persona. Soli: decisi a dire addio al vostro status e le opportunità di incontro vi daranno ragione. Avrete la possibilità di conquistare un cuore. Oroscopo 5 giugno Scorpione (24 ottobre-22 novembre) Venere entra in Leone e fino al 9 ottobre al vostro segno invia ottime vibrazioni al settore della carriera: avrete la possibilità di realizzare alcune ambizioni, migliorare notevolmente la reputazione, ricevere dei riconoscimenti. Oggi, con la dissonanza Venere-Plutone, la vita familiare può essere complicata ma perché voi sarete parecchio critici. Amore: in coppia, molto esigenti, avrete la sensazione che il partner non sia molto coinvolto nella relazione. Dimostrate l’amore con parole dolci e gesti teneri e la situazione migliorerà. Soli: la solitudine vi pesa ma evitate di analizzare eccessivamente la vostra situazione. Seppure con buon senso, è il momento di agire. Oroscopo 5 giugno Sagittario (23 novembre-21 dicembre) L’arrivo di Venere in Leone, fino al 9 ottobre, vi piacerà: proverete una splendida sensazione di benessere, armonia e, ciliegina sulla torta, il il denaro entrerà più facilmente nelle vostre casse. Tuttavia per oggi, con la dissonanza Venere-Plutone, evitate che le opinioni di chi si intromette nelle vostre decisioni, siano motivo di stress. Amore: in coppia, bei momenti di passione in cui vi lascerete andare con sincerità tra le braccia del partner. Soli: desiderate una storia seria, con una persona in perfetta osmosi con voi. Guardatevi intorno e con sicurezza lanciatevi nella conquista. Oroscopo 5 giugno Capricorno (22 dicembre-20 gennaio) Venere in Leone, fino al 9 ottobre, vi permetterà di migliorare le relazioni d’affari nonché eventuali investimenti di denaro. Non abbiate dunque paura di prendere alcune iniziative che cambieranno la vostra vita. Più in generale, con questo transito le questioni di denaro saranno al centro della scena, potrebbe arrivare un bonus, un’eredità o un compenso. Amore: in coppia, è una giornata in cui potrebbe esserci qualche battibecco ma saprete mantenere il controllo ed eviterete che la situazione prenda una piega spiacevole. Soli: insoddisfatti, oggi non avvertite il bisogno di cercare l’anima gemella. Fare una passeggiata o jogging è sicuramente più utile, questo è sicuro! Oroscopo 5 giugno Acquario (21 gennaio-19 febbraio) Fino al 9 ottobre, Venere in Leone sosterà nel vostro settore delle relazioni di lavoro o personali. Un lungo periodo in cui avrete la possibilità di concludere accordi, firmare contratti o di entrare in società con una persona. Per oggi, con la dissonanza Venere-Plutone, rischiate di essere inflessibili ma sarebbe invece utile trovare un compromesso. Amore: in coppia, voglia di coccolare il partner, mostrare la vostra riconoscenza. Fatelo, è bello e importante dire alla dolce metà quanto l’amate. Soli: una giornata senza sorprese. Né positiva né negativa. Ma in realtà perché sarete voi a evitare uscite e incontri. Oroscopo 5 giugno Pesci (20 febbraio-20 marzo) Venere in Leone, fino al 9 ottobre, vi spingerà a pensare al vostro benessere e a seguire uno stile di vita sano e a introdurre un po’ di brio nel lavoro. Anche se non sono escluse delle discussioni con i colleghi. Per oggi, con la dissonanza Venere-Plutone, evitate battibecchi e concentratevi sugli aspetti positivi della vostra professione. Amore: in coppia, bei momenti, tanto amore. Il partner potrebbe fare una bella sorpresa, la serata si preannuncia molto romantica. Soli: splendide opportunità di incontro, il potere di seduzione è al top: tutto oggi è possibile. Aprite gli occhi e sorridete alla vita. [...]

Italia in confusione mentale. Destra e sinistra unite hanno fatto un bel pasticcio: hanno insinuato nella mente di un bel po’ di italiani il dubbio che una volta si stava meglio. E che oggi viviamo un periodo di regressione materiale e di sbando morale. Siamo ricchi o benestanti. Volete un parametro decisivo? La durata della vita media. età media di morte 54 anni nel 1881, quasi 60 nel 1891, 62,46 nel 1901 (i miei due nonni sono morti, a cavallo fra XIX e XX secolo, entrambi prima dei 60 anni), fino ai 71,11 del 1951. Oggi, la speranza di vita per un bambino che nasce in Italia è di 78,67 anni, mentre una bambina può sperare in 84,04 anni da vivere (dati Istat 2007). Dopo la guerra nove italiani su dieci eravamo poveri. Ora l’Istat (che spesso usa la statistica per fare politica) ci dice che i poveri sono uno su dieci. Quelli della sinistra, invece di attribuirsi il merito di almeno una parte di tale successo, abbracciano il dettato evangelico concepito duemila anni fa, quando i poveri erano 99 su 100: di loro parlano, di loro si occupano, in concorrenza con i grillini, partito del reddito di cittadinanza, precipitato dal 3o all’1 per cento dei voti quando è stato chiaro che la pacchia stava finendo. La destra esalta il ventennio fascista come una specie di età dell’oro, in cui i treni arrivavano in orario e la lira valeva più della sterlina. Una specie di versione fascistoide della decrescita felice. Mussolini la definiva Italia proletaria e fascista. Essendo romagnolo diceva fasista, il che alleggeriva e ridicolizzava il concetto ma il significato era una nazione di incapaci. Più di metà degli italiani facevano i contadini. E civilità contadina, con buona pace, vuole dire miseria, poverta, violenza della natura e degli uomini. Si dimenticano i morti per manganellate e olio di ricino, morti della guerra e dispersi in Ucraina. La sinistra, dopo avere ottenuto i massimi benefici per tutti noi negli anni ‘70 e ‘80 (togliendo al terrorismo l’acqua in cui nuotare) ha imboccato la strada pericolosa di rinnegare lavoro successo benessere (atteggiamento dei figli dei ricchi quale è l’establishment del Pd) e di concentrare la sua attenzione su minoranze di ogni tipo e qualità allontanandosi così dai bisogni della maggioranza degli italiani. Non è una novità. La storia dei treni e della lira è nell’armamentario della propaganda neo fascista da sempre. La sentivo che ero adolescente. Sentire 60 anni dopo una domanda come questa: è vero che sotto il Fascismo si viveva meglio? fa cadere le braccia. Peggio mi sento quando la domanda viene posta da un uomo di 42 anni, dirigente di banca. Mi dice: lei c’era negli anni del piano Marshall e del Boom. Confermo. E poi: ma è vero che si stava meglio una volta? Sbotto e replico. Ma non scherziamo, lei non sa di cosa parla. E siedo sgomento, pensando agli effetti nefasti di 70 anni di propaganda tanto nostalgica di un passato riservato ai pochi quanto stupida. Non siamo stati mai così bene come oggi. E così ricchi. Su tutti i piani. Su quello politico. La libertà di parola e di comportamento quasi assoluta di cui si gode oggi non ha riscontro mai. La parità politica fra uomini e donne, in atto da noi dal 1946, è ben più importante di quelle vergognose quote rosa che tanto appassionano i nostri politici. E la fine della monarchia, retaggio di un medio evo in cui la maggior parte di voi eravate servi della gleba, non principi e contesse, è stata un salto non solo nella seppur relativa libertà ma soprattutto la premessa per un grande balzo in avanti che qualcuno persino considera con disgusto ma che a me fa pensare a quella scena in cui Luciano Salce ostenta il Menifesto in cui nasconde Playmen. Ma anche l’idea che puoi dire quello che pensi senza rischiare il carcere (Galileo) o il rogo (Giordano Bruno) è un privilegio dei nostri giorni a fronte di migliaia di anni di oppressione. Certo Mussolini fu meno feroce di Hitler e Stalin, ma l’idea che se dicevi qualcosa di sgradito all’Ovra finivi a Lipari o Ventotene (sempre meglio di un gulag in Siberia) non può piacere a nessuno, nemmeno a un camerata. In Russia c’era il plotone d’esecuzione, in Italia una località oggi meta di grande turismo ma il rischio c’era per gli antifascisti come per i fascisti, come con Stalin era per i suoi compagni. Lasciamo la politica e passiamo alla vita di tutti i giorni. Sul piano materiale non esistono confronti col passato. Il divario è troppo grande. Questo vale per l’Italia come per il resto del mondo. Nello specifico italiano, la disponibilità gratuita di medicine moltiplica per 60 milioni quanti siamo l’effetto dei progressi della medicina e della farmacia. L’industria ci guadagna? I profitti sono spaziali? Meglio morti? L’igiene, la sanità, l’alimentazione. Ci laviamo tutti i giorni. Ai bei tempi era una volta alla settimana, in bagno per i ricchi, avendo riempito la vasca con l’acqua scaldata nei pentoloni in cucina. Come si vede nei film western. Saponi, saponette, shampi, creme: una volta era un po’ di talco per assorbire il sudore coprire l’afrore. Il Re Sole si lavava tanto poco che l’amante in carica lo sfotteva inorridita. Così si inondava di profumo. La poca igiene fu una causa importante di morte per secoli e millenni e certo anche elemento fondamentale per la diffusione di peste e varie epidemie. Non parliamo dei gabinetti. Non Rinuncio a ricordare Boccaccio e il suo Andreuccio da Perugia. Ma ancora negli anni ‘60 a Tortona, l’antica Dertona, nobile e ricca città contesa fra Genova e Alessandria, i gabinetti erano, comuni a ogni piano, quelli alla turca: un buco in una lastra di ardesia…e tutto giù nei sotterranei. E ancora negli anni ‘80, nel centro di Torino, una palazzina costruita per scommessa dal grande architetto Alessandro Antonelli su un campo da bocce offriva per il sollievo delle chiamate della natura, un cesso alla turca per ogni piano. Non è merito di questo o quel partito. È così in tutto il mondo. A Londra negli anni ‘70, i favolosi anni dei Beatles e dei figli dei fiori, in una lussuosa palazzina di Chelsea, un bagno bastava per 7 appartamenti e il riscaldamento funzionava con le monetine. Pensiamo all’Italia. La prima volta che andai a New York, nel 1968, il barbiere emigrato dai monti dietro Roma mi chiese se in Italia c’era finalmente la luce elettrica. Oggi quattro quinti di quei paesani vive a Roma, case con acqua corrente calda e fredda, termocentrale e forse anche aria condizionata. Molti di loro, quando ancora vivevano al paese, la facevano nella stalla, unico locale igienico. Con il denaro accumulato lavorando in città ( stipendio fisso anche se modesto) per 13 mesi, malattia pagata, un mese di ferie pagate (il nonno contadino nel camposanto strabilia) si sono fatti una casetta nuova, con tutti i comfort. La costruzione è tanto orribile quanto le vecchie case sono belle e eleganti. Ma questo è l’aspetto negativo del progresso in Italia, assurdo in un Paese soffocato da vincoli e divieti come il nostro. Una volta sono arrivato a Parma in aereo. Vista dall’alto la città sembra un gioiello avvolto in un pacco di carta igienica usata. Sulla bruttezza dell’Italia post bellica convengo. Per il resto, come diceva Saragat, viva l’Italia, viva la Repubblica. [...]

Per quanto riguarda i casi di tumore del rene se la diagnosi è precoce un caso su due è curabile. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 12.600 nuovi casi di tumore del rene e il 50% dei pazienti a cui la malattia viene individuata in modo precoce guarisce. La scoperta della neoplasia avviene però spesso in modo casuale. Per conoscere fattori di rischio, sintomi e terapie disponibili, parte la campagna social Fianco a Fianco, che prevede la realizzazione del primo portale informativo interamente dedicato al carcinoma renale, tumoredelrene.it. Tumore del rene, l’importanza della diagnosi precoce “L’informazione specifica su questa patologia – spiega Tonia Cinquegrana, presidente Associazione Nazionale Tumore del Rene – è molto difficile da reperire. Quando i pazienti ricevono la diagnosi fanno fatica ad orientarsi e a trovare un confronto con chi ha già vissuto questa esperienza”. Poco si sa anche dei fattori di rischio: tra questi il fumo di sigaretta rappresenta il più importante e il suo impatto è proporzionale al numero di sigarette fumate ogni giorno e al numero di anni di esposizione. Seguono l’obesità e l’ipertensione arteriosa. A esserne colpite sono circa 144.000 persone in Italia e nel 55% dei pazienti la diagnosi avviene quando il tumore è ancora localizzato nel rene e questo rende la prognosi più favorevole. Poiché spesso i sintomi della malattia rimangono silenti, oltre la metà delle diagnosi avviene però in maniera casuale, durante accertamenti ecografici svolti per altri motivi e nel 30% dei casi, purtroppo, la malattia viene invece diagnosticata già in fase avanzata o metastatica. Lanciata da Msd Italia la campagna mira anche a sostenere pazienti e caregiver nell’affrontare il percorso di cura. “Dal punto di vista terapeutico – afferma Giuseppe Carrieri, presidente della Società di Urologia – il tumore del rene localizzato viene trattato asportando l’intero organo oppure parte di esso se sono presenti neoplasie di piccole dimensioni. In caso di tumore renale metastatico, i trattamenti chemioterapici sono poco efficaci e quindi gli oncologi utilizzano le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia”. “Portiamo avanti una visione avanzata e olistica nell’approccio ai tumori – dice Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata Msd Italia – e, lavorando non solo sulla ricerca scientifica di nuovi trattamenti terapeutici, ma anche sulla prevenzione e sulla corretta informazione. Proprio a questi valori ci siamo ispirati nel pensare alla campagna ‘Fianco a Fianco’ per garantire un’informazione accurata e promuovere inclusività”. [...]

Morta da quattro anni, il corpo di una suora, Wilhelmina Lancaster, è ancora intatto. La religiosa, dopo aver fondato le Suore Benedettine di Maria, Regina degli Apostoli, è deceduta all’età di 95 anni, nel maggio del 2019. Il suo corpo fu sepolto in una semplice bara di legno, ma a distanza di anni sembra intatto, tanto da aver richiamato centinaia di pellegrini al monastero benedettino del Missouri, negli Usa, dopo che sui social si è diffusa la notizia della sua speciale condizione. Il giallo della suora morta da 4 anni Circa quattro anni dopo le suore hanno deciso di spostare il suo corpo all’interno della loro cappella del monastero, aspettandosi di trovare solo ossa, invece hanno portato alla luce la bara con il corpo apparentemente intatto, anche se non era imbalsamato. Ed in Missouri i credenti già gridano al miracolo. La diocesi ora indaga Sul caso ora indaga la diocesi di Kansan City dov’è sepolta la suora, e si sta valutando l’ipotesi di un caso di incorruttibilità, che secondo la tradizione cattolica, indica un intervento divino che arresta o rallenta la decomposizione come segno di santità. I pellegrini stanno già arrivando dalle vicine Canada e Messica e se inizialmente la salma della religiosa è stata esposta senza protezione e i fedeli potevano toccarla con mano, ora è stata posta in una teca trasparente.Il corpo era coperto da uno strato di muffa che era cresciuto a causa degli alti livelli di condensa all’interno della bara crepata. [...]

Sicilia contro corrente, Cateno De Luca contro i gattopardi, nuova speranza per i siciliani stanchi dei viceré ormai peraltro delabré. Al tempo della regina che ha domato i Draghi, Giorgia la liberatrice di catene dei fratelli italiani, non tutto è vento di destra. C’è un vento di scirocco che viene da Sud e guarda con aria impunita a nord. Il vento spira alle spalle dello Homo Sicilianus, un etnia che non si spaventa della sostituzione di altri popoli, perché li ha già integrati nel proprio DNA da millenni. Il suo massimo rappresentante, l’uomo antropologico del DNA del siciliano è Cateno De Luca, neo Sindaco di Taormina. El CID Campeador in salsa sicula contro i Mori dei partiti nazionali, alla sua quarta città isolana conquistata. Lui i partiti nazionali li frulla e se li mangia, non è solo atropologico ma anche antropomorfo. Cateno alla gente di Sicilia piace, lo vedono familiarmente vicino, orgoglioso, anche se rivendica umili origini, sfrontato e guascone. Il suo folklore, la sua grande vena istrionica è catalizzatrice di consensi. Alle regionali, andando da solo, è arrivato secondo, prima del centrosinistra. A questo turno amministrativo ha fatto sua la Perla jonica, la Taormina baciata dagli dei, sovrastata da Efesto dentro l’Etna, affacciata su un mare da incanto lo Jonio greco. È sicuramente la meta più conosciuta a livello internazionale, e lui ha deciso di prendere questa antica roccaforte e farci la capitale del Regno deluchiano. Cateno ha un nome evocativo da Madonna della Catena, diffuso prevalentemente nel messinese. È un nome evocativo di Maria, Nostra Signora della Catena, colei che può sciogliere i vincoli della nostra vita. In questa perifrasi religiosa c’è la suggestione di Cateno De Luca. Un predestinato che da ultimo anello della catena può svincolarci dai legami che inchiodano la Sicilia all’afasia, a quel vittimistico parlarsi addosso perché nulla cambi, o tutto cambi per rimanere com’è. Culturalmente Cateno, figlio prediletto del popolo è l’anti Tomasi di Lampedusa, simbolo di una nobiltà sconfitta dalla storia che ha ceduto ai Sedara di cui è ancora comandata ai giorni nostri. Cateno non si sente vittima di un passato antico e vuole sparigliare il gioco che fa vincere sempre gli stessi capobastone. Scomodare i Vespri o i Fasci siciliani può risultare eccessivo ma non così peregrino. I siciliani che faticano e lavorano sono stanchi di essere soggiogati da caste braminiche di viceré del potere ormai delabrè. Cateno è il futuro dell’isola? Cosi è se vi pare diceva Pirandello [...]

Pallanuoto, Pro Recco sul tetto d’Europa. Per la terza volta consecutiva la pallanuoto azzurra ha vinto la Champions, la undicesima della sua straordinaria storia. Questa volta ha battuto a Belgrado ancora il Novi Beograd 14-11. Un triplete magico dopo la Coppa Italia e lo Scudetto. Nella piscina gremita il trionfo è stato ineccepibile. Sono trascorsi 58 anni dal primo trionfo europeo. L’impresa di tre Champions di fila era riuscita soltanto alla Mladost Zagabria tra il 1968 e il 1970. La squadra bianco- celeste ha dominato in lungo e in largo. La finale è stata dominata dall’inizio alla fine al di là del punteggio. Questi i marcatori: Ivocic (3), Zalanki (4) Di Fulvio (4) Jounger, Velotto e Hallock (1). Il trionfo di Belgrado chiude uno straordinario 2023. Pro Recco nella storia: nessuno prima delle calottine bianco-celeste era riuscito a vincere tre Champions consecutive. VITTORIA STORICA La pallanuoto Pro Recco corona una serie di successi europei cominciati nel 1965. Ha detto Ivovic: ”Questa vittoria è storica ed è frutto dell’ambiente che si è creato negli ultimi anni. Siamo una famiglia e si è visto anche stavolta, nel momento di difficoltà dopo l’espulsione di Echenique: 4 minuti con l’uomo in meno ci hanno fortificato. Anzi, sono stati i migliori della gara dove abbiamo deciso la finale. Sembra paradossale ma e’ così, psicologicamente li abbiamo distrutti in quel momento. È stata una delle finali più dure, contro una squadra forte che è arrivata 2 anni di seguito fino a qui”. Francesco Di Fulvio aggiunge: ”Sukno il nostro allenatore è incredibile. Si, è stata una serata emozionante. È da settembre che pensavamo a questa serata. Ci alleniamo per vivere momenti così”. Conclude Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: ”Per la nostra regione è un orgoglio aver portato non solo in giro per l’Italia ma anche per l’Europa il marchio “LaMiaLiguria”, promuovendo il nostro territorio, sempre più pronto ad accogliere i turisti in arrivo dall’estero”. CHAMPIONS ITALIANE Sono 16 le Coppe Campioni conquistate dall’Italia: oltre alle 11 della Pro Recco, 3 appartengono al Posillipo, 1 alla Canottieri Napoli e 1 al Pescara. LA SQUADRA PIÙ TITOLATA DEL MONDO NELLA PALLANUOTO La Pro Recco Waterpolo 1913 è stata appunto fondata nell’estate 1913 con il nome di Rari Nantes Enotria. Nella sua storia ha vinto 35 scudetti (il primo nel 1959), 17 Coppe Italia, 11 Coppe dei Campioni e 8 Supercoppe Europee. Inoltre è l’unica squadra italiana ad aver vinto il Grande Slam (campionato, Coppa Italia, Coppa Campioni, Supercoppa Europea). La Pro Recco ha vinto anche 3 Scudetti nel Campionato di pallanuoto indoor e svariati titoli nel nuoto sincronizzato. [...]

Influenza aviaria: quali sono i sintomi e quanto è comune il virus tra gli esseri umani? L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) ha reso pubblica la notizia che due lavoratori del settore avicolo hanno contratto l’influenza aviaria. Si tratta di un’infezione provocata da un virus influenzale di tipo A trasmessa da volatili selvatici come per esempio le anatre o da animali domestici, soprattutto polli e tacchini. La trasmissione da uccello a uomo è normalmente molto rara e nel Regno Unito si è verificata poche volte, con un rischio considerato basso. A partire dal 1997 i casi di influenza aviaria nell’uomo riguardavano persone che erano entrate in contatto, per motivi per lo più di lavoro, con animali infetti, con le loro feci o che per lavoro trattano materiale proveniente dalla lavorazione della carne a crudo come allevatori, macellai e veterinari. Le infezioni possono presentarsi con sintomi modesti o malattia mortale legata ad estese epidemie negli animali da allevamento. Secondo l’NHS, l’influenza aviaria nei diversi suoi ceppi è raramente infettiva per gli esseri umani e, come per l’influenza normale, si diffonde attraverso un contatto ravvicinato in quanto il virus è presente in goccioline nell’aria. Il servizio sanitario nazionale rassicura comunque sul fatto che non si può contrarre l’infezione mangiando carne o uova cotte di un uccello infetto. Peter Horby, professore di malattie infettive emergenti e direttore del Pandemic Sciences Centre dell’Università di Oxford, ha confermato al The Independent che la maggior parte dei virus dell’influenza aviaria non si adattano molto bene agli esseri umani. Dunque, tendono a causare solo qualche caso occasionale senza trasmissione successiva. Questo non esime dal monitorare con molta attenzione l’evolversi della malattia nei due uomini per capire come e se il virus si adatta e si diffonde. I sintomi dell’influenza aviaria sono simili a quelli di altri tipi di influenza. Secondo l’NHS sono: temperatura elevata sensazione di caldo o brividi dolori muscolari mal di testa tosse La comparsa dei sintomi può richiedere da tre a cinque giorni dopo l’infezione. Se c’è la concreta possibilità di essere stati contagiati i primi sintomi a comparire possono essere diarrea e malessere, mal di stomaco, congiuntivite, dolore al petto e sanguinamento del naso e/o delle gengive. [...]

Si avvicina la Maturità anno del signore 2023 ed è già iniziato il toto tema per la prima prova di italiano. Per quasi 8 studenti su 10 alla maturità in arrivo dal 21 giugno potrebbe uscire una traccia sull’intelligenza artificiale ma è il tema argomentativo è il più gettonato. E’ quanto emerge da un sondaggio effettuato su 5600 maturandi che hanno risposto ad un sondaggio di studenti.it. Maturità 2023, il toto-tracce Tra gli argomenti che per i ragazzi sono probabili ci sono i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, i 100 anni dalla nascita di Italo Calvino e i 160 dalla nascita di Gabriele D’Annunzio. Le ricorrenze legate a questi tre autori e la loro importanza nel panorama letterario li colloca sul podio delle tracce “più probabili” della prima prova per il 33% degli intervistati. Il 27% si aspetta invece un tema su Manzoni, il 18% su Calvino, mentre il 17% prevede D’Annunzio. Per il restante 5% uscirà una traccia su un altro big della letteratura, come Italo Svevo (ricorrono i 100 anni dalla pubblicazione di La coscienza di Zeno), ma ci sono chance anche per Primo Levi, Giuseppe Ungaretti e Luigi Pirandello. Tra le diverse tipologie di tracce che i maturandi troveranno nella prima prova, quella che ad oggi riscuote il maggior numero di consensi (39%) è quella di tipologia B: il tema argomentativo di ambito artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico o sociale. Il 36% dei maturandi, invece, opterà per il tema di attualità della tipologia C, mentre l’analisi del testo in versi o in prosa – tipologia A – sarà invece l’opzione del 25% dei maturandi. Studenti.it ha anche chiesto ai 5.600 maturandi del sondaggio di descrivere in una sola parola le emozioni legate all’esame. Tra le più citate: ansia, stressante, panico, inferno, liberatorio, impossibile, complicato… ma, per fortuna, anche crescita, traguardo, importante, emozionante, bello. [...]
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