
La Commissione europea ha respinto due progetti di infrastrutture sportive finanziati dal Pnrr italiano: il restauro dello stadio Franchi di Firenze e il Bosco dello Sport di Venezia. Questa decisione ha causato una forte tensione tra il governo e Bruxelles, che ha anche chiesto di non ridurre l’ambizione del piano di ripresa.
In questo post, cercherò di spiegare le ragioni dietro questa scelta della Commissione e le possibili conseguenze per l’Italia e per il suo Pnrr.
Perché la Commissione ha bocciato i due progetti?
Secondo il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, la Commissione ha ritenuto che i due progetti non fossero eleggibili nell’ambito dei Piani Urbani Integrati (PUI) delle rispettive città metropolitane. I PUI sono strumenti di programmazione territoriale che mirano a promuovere lo sviluppo sostenibile e inclusivo delle aree urbane, in linea con gli obiettivi del Pnrr e del Green Deal europeo.
Fitto ha spiegato che i due progetti erano stati approvati con decreto ministeriale il 22 aprile 2022, ma che a fine marzo 2023 la Commissione aveva sollevato delle osservazioni critiche. Il governo aveva quindi cercato di fornire ulteriori elementi per superare le perplessità di Bruxelles, ma senza successo. Il 22 aprile 2023, la Commissione ha confermato la non eleggibilità dei due progetti e ha richiesto al governo di formalizzare la loro esclusione dal Pnrr.
Le motivazioni precise della Commissione non sono state rese pubbliche, ma si può ipotizzare che siano legate alla coerenza dei due progetti con i criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica richiesti dal Pnrr. In particolare, la Commissione potrebbe aver valutato che i due progetti non avessero un impatto significativo sul miglioramento della qualità della vita dei cittadini, sulla creazione di occupazione e sulla transizione ecologica.
Quali sono le conseguenze per l’Italia e per il suo Pnrr?
L’esclusione dei due progetti dal Pnrr comporta una perdita di 55 milioni di euro per l’Italia, che avrebbero dovuto essere rendicontati a valore delle risorse del piano. Questo significa che il governo dovrà trovare altre fonti di finanziamento per realizzare i due progetti o rinunciarvi del tutto.
Inoltre, l’esclusione dei due progetti ha bloccato lo sblocco della terza rata del Pnrr da parte della Commissione, pari a 19 miliardi di euro. Per ricevere questa tranche, infatti, l’Italia doveva dimostrare di aver raggiunto 55 obiettivi al 31 dicembre 2022. Ora il governo dovrà adottare gli atti necessari per formalizzare l’esclusione dei due progetti e sperare che la Commissione approvi la sua valutazione entro breve.
Infine, l’esclusione dei due progetti ha creato una frattura tra il governo e la Commissione sul grado di ambizione del Pnrr. La Commissione ha infatti invitato l’Italia a non abbassare l’ambizione complessiva del piano e a non tagliare le grandi opere previste. Il governo, invece, ha espresso la volontà di rivedere il Pnrr e di ridimensionare alcuni progetti ritenuti troppo onerosi o difficili da realizzare entro le scadenze stabilite.
Come si può risolvere questa situazione?
Per uscire dall’impasse sul Pnrr, il governo e la Commissione dovranno trovare un punto d’incontro tra le loro visioni. Da una parte, il governo dovrà rispettare gli impegni presi con l’Ue e garantire la qualità e l’efficacia dei progetti finanziati dal Pnrr. Dall’altra parte, la Commissione dovrà tenere conto delle difficoltà operative e delle esigenze specifiche dell’Italia e mostrare flessibilità e collaborazione.
Inoltre, il governo dovrà coinvolgere maggiormente le istituzioni locali, le parti sociali e la società civile nella definizione e nell’attuazione del Pnrr. Solo così si potrà assicurare una partecipazione diffusa e una condivisione degli obiettivi del piano tra tutti gli attori coinvolti.
Infine, il governo dovrà comunicare meglio i benefici e le opportunità del Pnrr ai cittadini italiani. Solo così si potrà creare una consapevolezza collettiva dell’importanza del piano per il futuro del Paese e una fiducia reciproca tra l’Italia e l’Europa.
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