Donald Trump, l’inizio del processo fissato per marzo 2024

Il processo a carico di Donald Trump sul caso della pornostar Stormy Daniels comincerà nel pieno delle primarie repubblicane per la Casa Bianca. I media americani riportano infatti che il giudice ha fissato provvisoriamente la data del procedimento per la fine di marzo 2024. Meno di due mesi fa, lo scorso 4 aprile, era arrivata l’incriminazione per l’ex presidente Usa, su cui pendono ben 34 capi d’accusa, che vanno dalla cospirazione al pagamento di Daniels e di un’altra donna, Karen McDougal, per comprare il loro silenzio. Oggi lo stesso Trump è apparso in video nell’udienza in cui il giudice di Manhattan, Juan Manuel Merchan, lo ha messo in guardia contro la condivisione delle prove fornite ai suoi avvocati durante la fase della ‘discovery’: un’apparizione di appena 15 minuti. In base all’ordine restrittivo emanato dal giudice Merchan, Trump può parlare pubblicamente della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, ma non può utilizzare le prove raccolte dai magistrati nella fase pre-processuale per attaccare i testimoni o altre persone coinvolte nella vicenda.

Il processo al tycoon avrà effetti importanti sulla scelta del candidato repubblicano alle presidenziali 2024, influenzando quindi il futuro stesso della democrazia americana. La questione generale – può una persona incriminata diventare presidente degli Stati Uniti? – promette di condizionare pesantemente l’intero dibattito politico. Intanto, nello stesso giorno in cui a New York viene fissato l’inizio del processo contro Trump, il suo principale avversario alle primarie repubblicane preparare il grande annuncio. Secondo la Cnn, il governatore della Florida Ron DeSantis ufficializzerà mercoledì la sua corsa per la Casa Bianca in un confronto con il ceo di Twitter Elon Musk.

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L’alluvione in Romagna è un sintomo dello shock climatico

Il cambiamento climatico è una sfida globale che richiede azioni urgenti e coordinate da parte di tutti i paesi. L’Italia, in quanto paese mediterraneo, è particolarmente esposta agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, come l’innalzamento del livello del mare, la siccità, gli incendi, le alluvioni e le ondate di calore. Questi fenomeni hanno conseguenze gravi per la salute, l’ambiente, l’economia e la società.

Nel suo recente saggio Ecoschock. Come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica (Rubbettino, i proventi andranno per la costruzione del centro oncologico Cittadella di Padre Pio a Drapia, Vibo Valentia), il giornalista Giuseppe Caporale analizza con pragmatismo la situazione italiana e propone alcune soluzioni per affrontare l’emergenza climatica. Caporale sostiene che l’Italia ha bisogno di investire nell’adattamento al cambiamento climatico, oltre che nella mitigazione e nella decarbonizzazione. “I fondi europei ad oggi sono tutti destinati a mitigazione, transizione e decarbonizzazione. Ma noi abbiamo un’urgenza tutta nostra: nel Mediterraneo il riscaldamento ha già superato la soglia di guardia di un grado e mezzo. E la nostra emergenza è la messa in sicurezza del territorio”, afferma.

Caporale intervista quasi 50 esperti di vari settori, tra cui scienziati, politici, imprenditori e attivisti, per esplorare le possibili vie d’uscita dalla crisi climatica. Tra i temi trattati ci sono il modello industriale da rivedere, il sistema agricolo da innovare, la mobilità da rendere più sostenibile, la gestione delle risorse idriche da ottimizzare e la protezione della biodiversità da garantire. Il libro si propone di stimolare una riflessione collettiva e una presa di coscienza sul ruolo che l’Italia può e deve avere nella lotta al cambiamento climatico.

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Pnrr: La terza rata non si sblocca

La Commissione europea ha respinto due progetti di infrastrutture sportive finanziati dal Pnrr italiano: il restauro dello stadio Franchi di Firenze e il Bosco dello Sport di Venezia. Questa decisione ha causato una forte tensione tra il governo e Bruxelles, che ha anche chiesto di non ridurre l’ambizione del piano di ripresa.

In questo post, cercherò di spiegare le ragioni dietro questa scelta della Commissione e le possibili conseguenze per l’Italia e per il suo Pnrr.

Perché la Commissione ha bocciato i due progetti?

Secondo il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, la Commissione ha ritenuto che i due progetti non fossero eleggibili nell’ambito dei Piani Urbani Integrati (PUI) delle rispettive città metropolitane. I PUI sono strumenti di programmazione territoriale che mirano a promuovere lo sviluppo sostenibile e inclusivo delle aree urbane, in linea con gli obiettivi del Pnrr e del Green Deal europeo.

Fitto ha spiegato che i due progetti erano stati approvati con decreto ministeriale il 22 aprile 2022, ma che a fine marzo 2023 la Commissione aveva sollevato delle osservazioni critiche. Il governo aveva quindi cercato di fornire ulteriori elementi per superare le perplessità di Bruxelles, ma senza successo. Il 22 aprile 2023, la Commissione ha confermato la non eleggibilità dei due progetti e ha richiesto al governo di formalizzare la loro esclusione dal Pnrr.

Le motivazioni precise della Commissione non sono state rese pubbliche, ma si può ipotizzare che siano legate alla coerenza dei due progetti con i criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica richiesti dal Pnrr. In particolare, la Commissione potrebbe aver valutato che i due progetti non avessero un impatto significativo sul miglioramento della qualità della vita dei cittadini, sulla creazione di occupazione e sulla transizione ecologica.

Quali sono le conseguenze per l’Italia e per il suo Pnrr?

L’esclusione dei due progetti dal Pnrr comporta una perdita di 55 milioni di euro per l’Italia, che avrebbero dovuto essere rendicontati a valore delle risorse del piano. Questo significa che il governo dovrà trovare altre fonti di finanziamento per realizzare i due progetti o rinunciarvi del tutto.

Inoltre, l’esclusione dei due progetti ha bloccato lo sblocco della terza rata del Pnrr da parte della Commissione, pari a 19 miliardi di euro. Per ricevere questa tranche, infatti, l’Italia doveva dimostrare di aver raggiunto 55 obiettivi al 31 dicembre 2022. Ora il governo dovrà adottare gli atti necessari per formalizzare l’esclusione dei due progetti e sperare che la Commissione approvi la sua valutazione entro breve.

Infine, l’esclusione dei due progetti ha creato una frattura tra il governo e la Commissione sul grado di ambizione del Pnrr. La Commissione ha infatti invitato l’Italia a non abbassare l’ambizione complessiva del piano e a non tagliare le grandi opere previste. Il governo, invece, ha espresso la volontà di rivedere il Pnrr e di ridimensionare alcuni progetti ritenuti troppo onerosi o difficili da realizzare entro le scadenze stabilite.

Come si può risolvere questa situazione?

Per uscire dall’impasse sul Pnrr, il governo e la Commissione dovranno trovare un punto d’incontro tra le loro visioni. Da una parte, il governo dovrà rispettare gli impegni presi con l’Ue e garantire la qualità e l’efficacia dei progetti finanziati dal Pnrr. Dall’altra parte, la Commissione dovrà tenere conto delle difficoltà operative e delle esigenze specifiche dell’Italia e mostrare flessibilità e collaborazione.

Inoltre, il governo dovrà coinvolgere maggiormente le istituzioni locali, le parti sociali e la società civile nella definizione e nell’attuazione del Pnrr. Solo così si potrà assicurare una partecipazione diffusa e una condivisione degli obiettivi del piano tra tutti gli attori coinvolti.

Infine, il governo dovrà comunicare meglio i benefici e le opportunità del Pnrr ai cittadini italiani. Solo così si potrà creare una consapevolezza collettiva dell’importanza del piano per il futuro del Paese e una fiducia reciproca tra l’Italia e l’Europa.

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Per fenomeni estremi 2 milioni di morti e 4.300 miliardi di danni in 51 anni

Gli eventi meteorologici, climatici e idrici estremi hanno causato quasi 12.000 (11.778) disastri dal 1970 al 2021. Le perdite economiche sono state di 4,3 trilioni di dollari (4.300 miliardi) e risultano in aumento. Il bilancio delle vittime è di 2 milioni, con il 90% che si è verificato nei paesi in via di sviluppo. Se le perdite economiche sono aumentate vertiginosamente, il miglioramento degli allarmi precoci e la gestione coordinata dei disastri hanno ridotto drasticamente il bilancio delle vittime umane nell’ultimo mezzo secolo. I decessi registrati per il 2020 e il 2021 (22.608 in totale) infatti “indicano un’ulteriore diminuzione della mortalità rispetto alla media annuale del decennio precedente” ma “le perdite economiche sono aumentate, la maggior parte delle quali attribuite alla categoria delle tempeste“. L’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni unite aggiorna così i dati del suo Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute a rischi meteorologici, climatici e legati al ciclo dell’acqua .In Europa tra 1970 e 2021 ci sono stati 1.784 disastri che hanno causato 166.492 morti e 562 miliardi di dollari di perdite economiche. Nel periodo in esame in Europa si è verificato l’8% dei decessi segnalati in tutto il mondo. Le temperature estreme sono state la principale causa dei decessi segnalati mentre le inondazioni sono state la principale causa di perdite economiche. I soli Stati Uniti, invece, hanno subito danni per 1,7 trilioni di dollari (1.700 miliardi), rappresentando il 39% delle perdite economiche mondiali negli ultimi 51 anni . “Ma i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo hanno subito un costo sproporzionatamente elevato rispetto alle dimensioni delle loro economie”, denuncia l’Onu.“Le comunità più vulnerabili purtroppo sopportano il peso maggiore dei rischi meteorologici, climatici e legati all’acqua”, avverte il segretario generale dell’ONU António Guterres . Secondo il rapporto dell’OMM, gli eventi meteorologici, climatici e idrici estremi hanno colpito in modo particolarmente duro le regioni del Sud del mondo, come l’Africa, l’Asia e l’America Latina, dove la siccità, le inondazioni, le tempeste e le ondate di calore hanno provocato carestie, malnutrizione, sfollamenti e conflitti .

Fonti:
: https://news.un.org/it/story/2021/09/1098662
: https://yaleclimateconnections.org/2022/01/the-top-10-global-weather-and-climate-change-events-of-2021/
: https://unfccc.int/news/state-of-climate-in-2021-extreme-events-and-major-impacts

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