Il bilancio di un attacco nel nordovest del Pakistan sale a diciotto morti

Il bilancio dell’attacco condotto la sera del 4 marzo da un gruppo filo-taliban contro una caserma a Bannu, nel nordovest del Pakistan, è salito a diciotto morti (tredici civili e cinque soldati), ha affermato l’esercito.

“Le esplosioni hanno danneggiato anche cinque case e una moschea, ferendo trentadue persone”, ha dichiarato all’Afp Pakhtoun Yar Khan, un ministro della provincia di Khyber Pakhtunkhwa.

Secondo l’esercito, “l’attacco è stato condotto da sedici terroristi, tra cui quattro attentatori suicidi, e tutti sono stati uccisi”.

All’inizio dell’attacco, condotto dal gruppo Hafiz Gul Bahadur, che sostiene il regime dei taliban in Afghanistan, gli attentatori suicidi hanno diretto due automobili cariche di esplosivi contro il complesso della caserma.

Il primo ministro Shehbaz Sharif ha denunciato “un attacco terroristico che prende di mira civili innocenti durante il mese sacro del Ramadan”.

Il 28 febbraio un attentato suicida nella storica scuola coranica dei taliban nella provincia di Khyber-Pakhtunkhwa aveva causato quattro morti, tra cui il direttore Hamid ul Haq.

Secondo il Centro per la ricerca e gli studi sulla sicurezza di Islamabad, il 2024 è stato l’anno più letale in Pakistan da quasi un decennio, con più di 1.600 persone uccise negli attacchi, tra cui 685 membri delle forze di sicurezza.

Gli attacchi sono aumentati da quando i taliban sono tornati al potere in Afghanistan, nell’agosto 2021.

Islamabad accusa Kabul di non contrastare i miliziani che si rifugiano in territorio afgano e da lì pianificano attacchi in Pakistan.

Il regime dei taliban smentisce e a sua volta accusa il Pakistan di sostenere cellule terroristiche in Afghanistan, riferendosi in particolare al ramo regionale del gruppo Stato islamico.

“Rapporti d’intelligence confermano inequivocabilmente il coinvolgimento dei taliban afgani nell’attacco”, ha affermato l’esercito pachistano il 5 marzo.

Kabul non ha ancora reagito all’accusa.

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Internazionale
Frank10 Marzo 2025InternazionaleLa scorsa settimana ha fatto discutere la decisione della corte di cassazione di accogliere il ricorso di un cittadino eritreo, ribaltando la sentenza della corte di appello di Roma del 13 marzo del 2024 che gli aveva negato il risarcimento dei danni subiti quando è stato trattenuto a bordo della nave della guardia costiera italiana “Ubaldo Diciotti ”, dal 16 al 25 agosto 2018. Era stato prima negato l’attracco e poi lo sbarco di un gruppo di 177 migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale per undici giorni, per ordine dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini. Il ragazzo eritreo, che nel frattempo ha ottenuto lo status di rifugiato nel Regno Unito, faceva parte di un gruppo di 44 persone che nel dicembre 2018 aveva presentato una richiesta di risarcimento allo stato italiano. Per la vicenda, il tribunale dei ministri di Palermo (una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni) indagò l’allora ministro Salvini con l’accusa di sequestro di persona, ritenendo illegittimo il trattenimento dei profughi sulla nave militare. Il caso fu poi passato al tribunale di Catania per competenza territoriale e la procura chiese l’archiviazione. Il tribunale dei ministri la respinse chiedendo al senato l’autorizzazione a procedere per il leader della Lega, ma la giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere votò contro e impedì che il procedimento penale contro Salvini andasse avanti. “Abbiamo incontrato un gruppo di una quarantina di eritrei a settembre del 2018, subito dopo il loro trasferimento a Rocca di Papa, dopo il blocco della nave Diciotti”, racconta Giovanna Cavallo, coordinatrice dell’associazione Legal aid, che ha seguito il ricorso dell’uomo insieme alle associazioni Baobab experience, Medu e A buon diritto. “I migranti sembravano spaesati e non si erano resi conto pienamente di quello che avevano subìto. Li abbiamo informati sui loro diritti e hanno deciso di fare ricorso per ottenere un risarcimento in sede civile”, continua Cavallo, che spiega di essere rimasta in contatto telefonico con la maggior parte di loro. Qualche settimana dopo la firma delle procure agli avvocati, la maggior parte dei migranti ha lasciato l’Italia per raggiungere familiari e amici in paesi europei ritenuti più accoglienti, ma il processo è andato avanti fino alla sentenza di appello del 2014, che ha negato il risarcimento. Ma la corte di cassazione ha dato ragione all’eritreo escludendo che “il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale”. Per la corte “l’azione del governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati”. Inoltre, secondo i giudici della cassazione la responsabilità civile per i danni subiti dai naufraghi a bordo della nave Diciotti non può essere esclusa per il fatto che il senato avesse negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro, perché in questo caso sono stati attaccati “diritti della persona inviolabili e come tali non comprimibili né suscettibili di minorata tutela di compromesso”. Infine, la sentenza richiama l’Italia all’obbligo di soccorso in mare secondo le convenzioni internazionali, e stabilisce che “lo stato responsabile del soccorso deve organizzare lo sbarco nel più breve tempo ragionevolmente possibile (convenzione Sar, capitolo 3.1.9), fornendo un luogo sicuro in cui terminare le operazioni di soccorso. È solo con la concreta indicazione del place of safety (pos), e con il successivo arrivo dei naufraghi nel luogo sicuro designato, che, infatti, l’attività di search and rescue (ricerca e soccorso) può considerarsi conclusa”. pubblicità “Questa ordinanza di risarcimento è un precedente importante”, commenta Giovanna Cavallo, secondo la quale si può mettere in discussione la legittimità di assegnare porti di sbarco molto lontani, come avviene ormai con il decreto Piantedosi per tutte le navi delle imbarcazioni umanitarie, o anche di trasferire i migranti in Albania per molti giorni come è avvenuto a tre gruppi di richiedenti asilo a partire dall’ottobre 2024. “La cassazione chiarisce che i naufraghi devono essere portati a terra più velocemente possibile e non possono essere privati della libertà personale per giorni come è avvenuto a tutti i richiedenti asilo che sono stati trasportati in Albania negli ultimi mesi”. Il giurista, esperto di diritto del mare, Fulvio Vassallo Paleologo è della stessa opinione: “La valutazione sulla tollerabilità del trattenimento a bordo della nave soccorritrice potrebbe comportare conseguenze rilevanti sia sulla ammissibilità dell’assegnazione di porti sicuri di sbarco ‘vessatori’, eccessivamente lontani dal luogo del soccorso, sia sulle ipotesi di trattenimento ai fini dell’identificazione, nel caso dei naufraghi soccorsi da navi militari italiane in acque internazionali, e poi bloccati a bordo per giorni, in attesa di un successivo trasferimento verso i centri di detenzione previsti dal protocollo Italia-Albania”. Il 7 marzo, dopo la pubblicazione dell’ordinanza, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha criticato la corte sui social network definendo la decisione “opinabile e frustrante”, mentre il vicepremier Matteo Salvini ha parlato di una decisione “vergognosa”, di “un’altra invasione di campo indebita”. Alle reazioni del governo ha risposto con una nota la prima presidente della corte, Margherita Cassano, dicendo: “Le decisioni della corte di cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono invece inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo stato di diritto”. Questo articolo è stato tratto dalla newsletter Frontiere. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Perché il caso Diciotti è così importante – Annalisa Camilli [...] Read more...
Frank14 Marzo 2025InternazionaleNella notte tra il 12 e il 13 marzo un terremoto di magnitudo 4,4 sulla scala Richter ha colpito l’area vulcanica dei Campi Flegrei, vicino a Napoli, causando alcuni danni e panico tra gli abitanti. La scossa principale, seguita da alcune repliche di minore intensità, è stata registrata all’1.25 a una profondità di 2,5 chilometri, ha affermato l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Foto e video pubblicati sui social network mostrano auto coperte di detriti, case danneggiate, soffitti crollati e abitanti in preda al panico in strada nel cuore della notte. Secondo l’Ansa, una donna è rimasta leggermente ferita, mentre danni materiali sono stati segnalati in varie zone della Campania, tra cui Bagnoli, un quartiere nella parte ovest di Napoli, dove il 13 marzo le scuole sono rimaste chiuse. La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha fatto sapere che sta monitorando la situazione ed è in contatto con il dipartimento della protezione civile. L’area vulcanica dei Campi Flegrei è stata colpita da vari terremoti negli ultimi anni. Anche l’ultimo sisma di rilievo, nel maggio 2024, era stato di magnitudo 4,4. Questi due terremoti sono stati i più forti degli ultimi quarant’anni. L’area è una grande caldera in stato di quiescenza, su un perimetro di quindici chilometri per dodici, che si è formata in seguito a violente eruzioni. Considerata la più grande caldera attiva d’Europa, si trova vicino al mare tra i comuni di Napoli e Pozzuoli. Lo scenario peggiore è improbabile Non lontano dai Campi Flegrei c’è il Vesuvio, che domina il golfo di Napoli e la cui eruzione nel 79 dC aveva distrutto Pompei. I Campi Flegrei preoccupano gli abitanti della zona e gli scienziati a causa di una ripresa dell’attività, con i gas emessi dal magma che esercitano una forte pressione sul terreno. Tuttavia, secondo gli scienziati, lo scenario peggiore – una violenta eruzione di lava, cenere e rocce – è improbabile nel prossimo futuro. Sorgente ↣ : Terremoto di magnitudo 4,4 ai Campi Flegrei, danni materiali e panico tra gli abitanti [...] Read more...
Frank14 Marzo 2025InternazionaleNel giro di qualche giorno la Siria ha mostrato due volti, il peggiore e quello della speranza, scrive Le Monde nel suo editoriale del 12 marzo. Fa riferimento alle violenze scoppiate alla fine della settimana scorsa nella regione costiera intorno a Latakia, nel nordovest del paese, e all’accordo annunciato il 10 marzo tra il presidente ad interim Ahmed al Sharaa e Mazloum Abdi, il capo delle Forze democratiche siriane (Fds, a maggioranza curda), che controllano il nordest della Siria. Gli avvenimenti si sono svolti in modo precipitoso e confuso e molti dettagli devono ancora essere chiariti. Ecco di seguito qualche ricostruzione e commento. Cosa è successo nell’ovest del paese Le violenze più gravi dalla caduta del regime di Bashar al Assad sono scoppiate il 6 marzo dopo che circa quattromila miliziani fedeli all’ex presidente hanno attaccato le forze di sicurezza siriane a Jable, nella regione di Latakia, roccaforte della minoranza alawita a cui appartiene anche Assad. Le autorità di Damasco hanno mandato i rinforzi e migliaia di combattenti da tutto il paese, tra cui anche civili armati, si sono riversati nelle zone costiere per respingere i lealisti. Gli scontri sono durati giorni e i civili sono stati attaccati con uccisioni mirate ed esecuzioni sommarie. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’ong con sede a Londra che conta su una rete capillare sul territorio, i morti in tutto sono stati più di 1.500, di cui oltre 1.300 civili. I mezzi d’informazione e le organizzazioni per i diritti umani stanno raccogliendo testimonianze delle violenze e delle uccisioni indiscriminate contro i civili alawiti. Ma è ancora difficile attribuire responsabilità a un gruppo specifico. Secondo alcune ricostruzioni tra i combattenti arrivati a sostegno delle forze di sicurezza c’erano jihadisti provenienti dall’Asia centrale e alcune fazioni affiliate all’Esercito nazionale siriano, un gruppo armato sostenuto dalla Turchia. Ad avere commesso le azioni più efferate sarebbero state in particolare due divisioni che sono già sottoposte alle sanzioni degli Stati Uniti con l’accusa di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani, tra cui stupri e torture. Il governo di Damasco sta cercando di incorporare queste fazioni nel nuovo esercito, ma ha ancora un controllo limitato su di loro. Come hanno reagito le autorità Il 10 marzo il ministero della difesa siriano ha annunciato la fine dell’operazione militare nell’ovest del paese. Al Sharaa si è impegnato a “perseguire i responsabili delle uccisioni di civili” e ha lanciato un appello al “mantenimento dell’unità nazionale e della pace civile”. Inoltre ha annunciato la creazione di un comitato composto da cinque giudici, un responsabile della sicurezza e un avvocato per indagare sugli scontri e riferire le sue conclusioni entro un mese, e di un comitato supremo per la pace civile che ha l’obiettivo di rispondere alle preoccupazioni della comunità alawita e di garantire la sua sicurezza. Quali sono i problemi principali da affrontare Questo episodio dimostra la difficoltà del governo di Damasco di controllare delle fazioni armate che hanno diverse alleanze e sono attive da anni su un territorio disomogeneo, multiconfessionale e multietnico. Fin dal suo insediamento a dicembre Al Sharaa ha sempre detto di voler armonizzare le varie realtà della Siria e di voler garantire i diritti delle minoranze. Ma è un’impresa estremamente difficile riunire e riappacificare un paese uscito da cinquant’anni di una dittatura sanguinosa e da quasi quattordici anni di guerra civile, repressione e massacri, in una situazione economica disastrosa, segnato dalle divisioni e anche da una certa diffidenza nei confronti del nuovo potere, di matrice islamista. Quale accordo è stato firmato con i curdi L’accordo, che sarà applicato entro un anno, prevede di integrare all’interno dello stato tutte le istituzioni civili e militari dell’amministrazione autonoma curda del nordest della Siria, compresi i valichi di frontiera, gli aeroporti e i giacimenti di petrolio e gas. Le Fds entreranno quindi nell’esercito siriano. Inoltre stabilisce che la comunità curda è parte integrante dello stato siriano, e questo ne garantisce i diritti costituzionali e di cittadinanza, a lungo negati sotto il regime di Assad. Si riconosce anche il diritto di tutti i siriani di partecipare al processo politico e a tutte le istituzioni statali in base alle competenze, indipendentemente dalla provenienza religiosa ed etnica. È stato concordato anche un cessate il fuoco in tutto il territorio siriano. Quali sono i punti di debolezza e di forza Ci sono ancora delle questioni da chiarire. Innanzitutto non si fa riferimento all’autonomia del nordest della Siria, la regione controllata dalle Fds ricca di risorse, in particolare idrocarburi e terreni agricoli, necessarie nella fase di ricostruzione della Siria. Poi non è specificato come si applicherà il cessate il fuoco, se le Fds opereranno come un blocco militare distinto all’interno dell’esercito né se e come saranno integrate nel ministero della difesa. In ogni caso l’accordo è stato accolto positivamente, anche dagli abitanti nel nordest della Siria che sono scesi in strada a festeggiare. Inoltre potrebbe essere replicato in altre aree del paese, in particolare nella zona di Suwayda, a sud, sotto il controllo delle fazioni druse. L’11 marzo Al Sharaa ha ricevuto una delegazione da questa regione e alcuni mezzi d’informazione locali parlano di un accordo in vista. Qual è il ruolo dei paesi della regione In un articolo su L’Orient-Le Jour, Soulayma Mardam Bey spiega come varie potenze regionali potrebbero approfittare delle violenze in Siria per rafforzare le divisioni già esistenti. Il primo paese a cercare di riaffermare la sua influenza potrebbe essere l’Iran, che alcuni osservatori hanno accusato di essere dietro gli attacchi contro le forze di sicurezza siriane e che secondo alcuni esperti starebbe cercando di stabilire nel paese una nuova forza alleata. Poi c’è Israele che emerge come “il grande vincitore regionale di questa esplosione di violenza confessionale”, funzionale all’obiettivo di mantenere una Siria debole e decentralizzata alla sua frontiera. Israele ha minacciato d’intervenire direttamente per proteggere la comunità drusa del sud della Siria, che ha forti legami con la popolazione drusa del Golan occupato. La Turchia ha alimentato le tensioni in Siria fin dalla caduta di Assad, riprendendo la sua lotta contro le Fds, e ora potrebbe presentarsi come forza stabilizzatrice e garante della sicurezza, prolungando così la sua presenza militare nel paese vicino. Infine c’è la Russia, grande perdente della caduta del suo alleato Assad, che potrebbe farsi avanti per riaffermare la sua potenza in un momento in cui cerca di conservare le sue basi militari in Siria. In un editoriale su L’Orient-Le Jour tradotto nel numero di Internazionale in edicola, Anthony Samrani mette in guardia contro l’odio settario, “il veleno più mortale della regione”, che rischia di travolgere le speranze suscitate dalla caduta del regime di Assad. Che siano state coinvolte nelle violenze dei giorni scorsi o siano state sopraffatte dalle loro fazioni più radicali, le autorità di Damasco sono le uniche a poter evitare in questo momento che il paese ripiombi nella guerra civile, fermando gli insorti e consegnando i responsabili delle violenze alla giustizia. Ma anche le potenze regionali e internazionali dovrebbero fare la loro parte. Innanzitutto evitando di soffiare sul fuoco delle tensioni e poi eliminando le sanzioni che strangolano l’economia della Siria. Come spiega l’editoriale di Le Monde, infatti, lo scoppio delle violenze sottolinea anche che l’assenza di un miglioramento della situazione materiale dei siriani “farà il gioco di chi non vuole il successo della transizione in corso”. Questo testo è tratto dalla newsletter Mediorientale. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : I due volti della Siria – Francesca Gnetti [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025InternazionaleIl 13 marzo il Kirghizistan e il Tagikistan hanno firmato uno storico accordo sulla delimitazione della frontiera comune che mette fine a una disputa che durava da trent’anni, legata anche al controllo delle risorse idriche. L’accordo è stato firmato dal presidente kirghiso Sadır Japarov e dal suo collega tagico Emomalī Rahmon nel corso di una cermonia a Biškek, la capitale del Kirghizistan. “Da oggi e per sempre il confine tra Kirghizistan e Tagikistan simboleggerà l’amicizia tra i nostri paesi”, ha affermato Japarov in un comunicato congiunto. Secondo il governo kirghiso, “l’accordo contribuirà a rafforzare la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo sostenibile dei due paesi e dell’intera Asia centrale”. Rahmon ha parlato di un “accordo storico”, firmato trentatré anni dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. I due leader hanno anche annunciato la riapertura della frontiera comune e il ripristino dei collegamenti aerei diretti. Alla fine di febbraio il Kirghizistan aveva rivelato i dettagli dell’accordo, che prevede uno scambio di territori intorno al confine, dove già in epoca sovietica si erano formate delle enclave. Secondo una stima delle autorità kirghise, il Kirghizistan otterrà circa venticinque chilometri quadrati di terreni, in cambio di una superficie equivalente o di un migliore accesso alle risorse idriche comuni. L’accordo rientra in un contesto di generale miglioramento delle relazioni tra le cinque ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan). L’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Ocs), che comprende tra gli altri la Russia, la Cina, l’India, l’Iran e i paesi dell’Asia centrale, ha accolto con favore la firma dell’accordo. Sorgente ↣ : Kirghizistan e Tagikistan firmano uno storico accordo sulla frontiera comune [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025InternazionaleDa bambina Eleonora Agostini ha trascorso molto tempo nel ristorante di famiglia, a Mirano, in provincia di Venezia, dove sua madre Sabrina serviva ai tavoli. L’ha osservata per anni, registrando i suoi gesti e le sue posture. Era colpita da come la sala del ristorante agisse sulla madre, facendola sembrare diversa da come la vedeva fuori da quel palcoscenico. La tenuta da cameriera la trasportava in uno spazio pubblico in cui doveva essere sempre gentile e disponibile. “Quando qualcosa la infastidiva o la faceva arrabbiare, ero estremamente colpita da come riusciva a nascondere i suoi sentimenti”, racconta. “A volte mia madre interrompeva le nostre conversazioni perché i clienti non potevano più aspettarla. Mi ha sempre incuriosito, e allo stesso tempo irritato, il modo in cui era gentile con gli altri, la naturalezza con cui riusciva a passare dalla rabbia alla gentilezza, dal risentimento all’educazione, al punto da dubitare che stesse fingendo, e che non le importasse altro che i suoi clienti. A casa non mi parlava mai di questi sentimenti, e per questo sono cresciuta con un’idea precisa di lei, come di una persona che non mostra debolezza emotiva o mancanza di controllo”. Durante gli studi in fotografia al Royal college of art di Londra, Eleonora Agostini è tornata sulla memoria di quei gesti e ha deciso di ritrarre sua madre in studio, nuda, per fissare quello che ricordava senza il filtro della divisa. Da qui nasce l’idea di un’indagine sull’essere cameriera: una raccolta di fotografie, materiali d’archivio, collage, appunti sui clienti che la madre annotava sul bloc notes delle ordinazioni che diventano strumenti di ricerca per analizzare la teatralità del quotidiano e la funzione del corpo come tramite tra osservatore e osservato. Tra performance e documentazione “Per me la performance e la staged photography sono due termini che vanno di pari passo, ma nella mia fotografia c’è sempre qualcosa che succede prima: esiste cioè un’attività vera che poi viene ricreata e documentata con il tramite della messinscena”, spiega l’autrice. “In A study on waitressing, attraverso gli scatti in studio e le foto d’archivio, racconto l’attività che succede nello spazio del ristorante, ed è performativa perché per tutto il tempo in cui abbiamo scattato in studio mia madre non si è praticamente mai fermata, ricreando veramente quelli che erano i movimenti, le gestualità o anche delle situazioni improvvise che potevano capitare. Io creavo la narrazione guidandola, chiedendole per esempio di muoversi come se le fosse caduto qualcosa, come se dovesse raccogliere qualcosa oppure dare una bottiglia d’olio a un cliente”. Affidandosi alle teorie del sociologo canadese Erving Goffman raccolte in The presentation of everyday life, Agostini si interroga su quanto lo sguardo pubblico influisca sugli atteggiamenti di una cameriera che interpreta il proprio ruolo incarnando compostezza e professionalità, stando attenta a non tradire le aspettative degli altri. “C’è tutta la parte che io definisco del palcoscenico, quella dei sorrisi, delle gambe tenute in una certa maniera, in cui mia madre è amichevole, efficiente e anche un po’ invisibile nella sua complessità personale”, continua Agostini. “La serie delle gambe è stampata su carta diversa rispetto al resto, una carta patinata. Da un lato ci sono le sue gambe in divisa, mentre lavora come cameriera; dall’altra le sue gambe al mare o in altre situazioni, con foto prese dall’archivio di famiglia. L’accostamento è volto a mostrare quanto certi atteggiamenti, certe pratiche vengano interiorizzate e diventino parte della prossemica di una persona”. Ne scaturisce una riflessione sul rapporto tra immagine, rappresentazione e performatività propria delle teorie femministe, che mettono in discussione il ruolo tradizionale della donna in un ambiente pubblico. Nel 2023, con A study on waitressing Eleonora Agostini è tra i finalisti del premio Luigi Ghirri e, l’anno successivo, è tra gli autori del Foam talent di Amsterdam, una open call biennale che seleziona gli artisti più interessanti del panorama fotografico internazionale. Il progetto è stato esposto alla Galleria Cartacea di Bergamo e, di recente, alla Fonderia 20.9 di Verona, in una mostra personale in cui l’artista ha ricreato una struttura simile a quella del ristorante di famiglia e che permetteva ai visitatori di entrare da una parte all’altra della sala ristorante allestita per l’occasione. Nel 2024 A study on waitressing è diventato un libro pubblicato da Witty Books. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Studio su una cameriera – Daria Scolamacchia (Foto) [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025InternazionaleIl 13 marzo il presidente ad interim Ahmed al Sharaa ha firmato una dichiarazione costituzionale che garantisce la separazione dei poteri e i diritti delle donne. Sarà applicata per un periodo transitorio di cinque anni. “Si apre una nuova pagina nella storia della Siria, in cui la giustizia prende il posto dell’ingiustizia e la compassione prende il posto della sofferenza”, ha affermato Al Sharaa. Il nuovo testo, annunciato durante una conferenza stampa al palazzo presidenziale di Damasco, garantisce una rigida separazione dei poteri, la libertà d’espressione e i diritti politici ed economici delle donne, secondo Abdel Hamid al Awak, un portavoce del comitato responsabile della sua elaborazione. “Il comitato ha optato per una rigida seperazione dei poteri, con una netta rottura rispetto al regime precedente”, ha affermato il portavoce. “La dichiarazione garantisce un’ampia gamma di libertà, tra cui quella d’espressione e di stampa, e di diritti, tra cui quelli sociali, economici e politici delle donne”, ha aggiunto. L’8 dicembre una coalizione ribelle a guida islamista aveva deposto il precedente regime di Bashar al Assad. Le nuove autorità avevano abolito la costituzione e sciolto il parlamento, che era sottoposto al potere esecutivo. Il 10 marzo il governo siriano, impegnato a riunificare la Siria dopo tredici anni di guerra civile, aveva annunciato uno storico accordo per integrare nello stato le istituzioni civili e militari dell’amministrazione autonoma curda nel nordest del paese. L’accordo, firmato da Al Sharaa e dal leader delle Forze democratiche siriane (Fds), a maggioranza curda, Mazloum Abdi, dovrebbe essere attuato entro la fine dell’anno. Nell’ultima settimana la Siria ha anche vissuto le peggiori violenze dalla caduta di Assad. Secondo l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani, quasi duemila persone sono morte nell’ovest del paese nei combattimenti tre le forze di sicurezza siriane e le milizie fedeli al presidente deposto, e nelle esecuzioni di massa di civili. Sorgente ↣ : La Siria s’impegna a garantire la separazione dei poteri e i diritti delle donne [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025Internazionale  Da Dreams di Dag Johan Haugerud a Hokage. Ombra di fuoco​ di Shinya Tsukamoto. Le recensioni della stampa straniera. Leggi Sorgente ↣ : I film della settimana, scelti da Internazionale  [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025InternazionaleL’immigrazione dopo la Brexit Più posti di lavoro per i britannici e meno immigrazione: erano queste le promesse fatte da chi sosteneva la Brexit. Oggi i cittadini dell’Unione europea che lasciano il Regno Unito sono più di quelli che vi si trasferiscono, ma sono stati in gran parte sostituiti da persone provenienti dall’Asia e dall’Africa. Il video di Arte. Siria Esplodono le violenze Gli scontri tra le forze di sicurezza del governo ad interim e i miliziani fedeli al regime dell’ex presidente Assad hanno causato più di mille morti. Ucraina Il rischio principale dopo il vertice con gli Stati Uniti L’incontro in Arabia Saudita ha ristabilito il sostegno militare statunitense all’Ucraina, ma le condizioni per un cessate il fuoco sono ancora ambigue. Brasile Nella favela più popolosa di Rio La crescita demografica incontrollata della baraccopoli di Rocinha crea sempre più problemi. Diritti In Europa c’è un’offensiva contro le donne Il continente fa progressi in tema di uguaglianza di genere, ma resta ancora molto da fare. Scienza Le notizie della settimana La scoperta di un meccanismo immunitario finora sconosciuto, il settimo test del razzo Starship della Space X e il calo del numero di farfalle negli Stati Uniti. Sesso Sveltine “Cosa ne pensi della 69?”. Il Mondo cultura è un podcast settimanale di Internazionale con Daniele Cassandro e Chiara Nielsen. Ogni sabato mattina quattro interviste su film, libri, mostre, dischi, serie tv o spettacoli teatrali da non perdere. Il Mondo cultura è disponibile sul sito e sull’app di Internazionale, ed è riservato a chi ha un abbonamento a Internazionale. Arrivo in quindici minuti Immagina di poter arrivare ovunque nella tua città in quindici minuti al massimo, senza dover prendere l’auto. Sarebbe bello, vero? L’idea delle “città di 15 minuti” nasce proprio da questo sogno: rendere le città più vivibili, con servizi vicini, strade sicure e più spazi verdi. L’articolo di copertina racconta che alcune città hanno già cominciato a trasformarsi per migliorare la qualità della vita. È tradotto da Frontiers for young minds, una rivista accademica che pubblica testi scritti dai ricercatori e riletti dai bambini, per renderli più chiari e comprensibili. Cronache è una delle newsletter di Internazionale. Il giornalista Alessandro Gilioli, ex direttore di Radio Popolare, racconta sette giorni in Italia attraverso la stampa locale. Da Aosta a Palermo, i fatti successi nelle città piccole e grandi. Cronache arriva ogni venerdì a pranzo ed è riservata alle abbonate e agli abbonati di Internazionale. Puoi iscriverti qui. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Dalla redazione di Internazionale – Internazionale [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025InternazionaleCoinvolto in un possibile caso di conflitto d’interessi, il primo ministro di centrodestra Luís Montenegro, che guidava un governo di minoranza dall’aprile 2024, si è dimesso l’11 marzo dopo essere stato sfiduciato dai deputati, una votazione che potrebbe aprire la strada alle elezioni anticipate. La sera dell’11 marzo, dopo più di tre ore e mezza di aspro dibattito, la seduta del parlamento era stata sospesa per un ultimo tentativo di mediazione tra il Partito socialdemocratico (Psd, centrodestra) e il Partito socialista (Ps, centrosinistra). Ma il tentativo è fallito e il Ps ha votato la sfiducia insieme al partito di estrema destra Chega. Le divergenze riguardavano in particolare la durata dei lavori di una commissione d’inchiesta sul possibile caso di conflitto d’interessi di Montenegro, che il governo voleva limitare a quindici giorni, una richiesta respinta dal leader socialista Pedro Nuno Santos. “Purtroppo il Ps si è mostrato intransigente sulla durata dei lavori della commissione, probabilmente perché puntava a logorare il governo il più a lungo possibile”, ha affermato Montenegro, che nega di aver commesso irregolarità. Al centro del caso c’è una società di servizi di proprietà della moglie e dei figli, che ha contratti con varie aziende private, tra cui una le cui attività dipendono da concessioni statali. Elezioni l’11 o il 18 maggio La caduta del governo potrebbe aprire la strada alle elezioni legislative, che sarebbero le terze dall’inizio del 2022. Spetta ora al presidente, il conservatore Marcelo Rebelo de Sousa, decidere se sciogliere o meno il parlamento. Il 12 marzo il presidente riceverà le delegazioni dei partiti rappresentati in parlamento, a cominciare dal Psd e dal Ps. Il 13 marzo parteciperà invece a una riunione del consiglio di stato, un organo consultivo composto dalle più alte cariche dello stato. Le elezioni legislative anticipate potrebbero svolgersi l’11 o il 18 maggio, come ha fatto sapere Rebelo de Sousa. Montenegro, che era uscito indenne da due precedenti mozioni di sfiducia, ha dichiarato che in caso di elezioni anticipate sarà regolarmente candidato. Sorgente ↣ : Il premier portoghese Montenegro si dimette dopo essere stato sfiduciato dai deputati [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025InternazionaleNel nuovo ordine mondiale che Donald Trump sta disegnando muovendosi come un tornado e lasciando dietro di sé macerie e instabilità (questa l’immagine particolarmente efficace che trovate sulla nuova copertina di Internazionale), gli alleati degli Stati Uniti in Asia si chiedono cosa aspettarsi. L’atteggiamento di Trump nei loro confronti nel migliore dei casi è di diffidenza, quando non apertamente ostile: già dai tempi del suo primo mandato il presidente statunitense sostiene che Giappone e Corea del Sud, i due sodali più stretti di Washington nella regione, dovrebbero pagare di più per stare sotto il suo ombrello difensivo. Il 7 marzo, per esempio, Trump ha messo in discussione il trattato di sicurezza che da 65 anni impegna gli Stati Uniti a intervenire in difesa del Giappone, qualora ne avesse bisogno, in cambio di una sua cospicua presenza militare nell’arcipelago (che non serve solo a garantire la sicurezza del paese asiatico, ma è un elemento cruciale per la strategia statunitense sulla scena internazionale). L’impegno stabilito dal trattato, dice Trump, non è reciproco. Poco dopo l’insediamento del presidente alla Casa Bianca, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba si era affrettato ad andare a incontrarlo, adulandolo e mostrandosi deferente. Una tattica che con uno come Trump dovrebbe aiutare, ma che in realtà non sempre paga. E infatti. Tra gli alleati, tutti comprensibilmente preoccupati perché la guerra dei dazi non li risparmierà, qualcuno rischia anche di più. Per Taiwan, che Pechino minaccia di annettere anche con la forza, se necessario, il sostegno statunitense è fondamentale per la sua stessa esistenza, e Trump sta usando questa dipendenza come leva per ottenere vantaggi nel campo dei semiconduttori, di cui l’isola è il principale produttore. Il presidente ha prima accusato Taipei di aver “rubato” al suo paese l’industria dei chip e poi ha minacciato d’imporre dazi del 100 per cento sui semiconduttori prodotti sull’isola. pubblicità La settimana scorsa la Tsmc, il gigante del settore che produce gran parte dei chip più avanzati in circolazione, ha annunciato un investimento da cento miliardi di dollari in quattro anni negli Stati Uniti. La mossa, criticata dall’opposizione taiwanese, che da tempo accusa i governi progressisti di voler svendere l’industria dei semiconduttori privando l’isola di una garanzia fondamentale contro le minacce cinesi, è un chiaro tentativo di rabbonire Trump anche se, come racconta l’articolo di Brian Hioe che pubblichiamo nell’ultimo numero di Internazionale, l’annuncio del piano non basta: Taipei deve farlo percepire al presidente statunitense come una vittoria per Washington. Oltre ai microchip, l’altro elemento che finora ha fatto da scudo a Taiwan chiamando gli Stati Uniti a impegnarsi per difenderla, è il fatto di essere una democrazia solida all’avanguardia sul piano dei diritti civili. Ma, dato che ora alla Casa Bianca c’è un leader che ha espunto la difesa dei valori democratici dalla politica estera del suo paese, improvvisamente Taipei si ritrova senza una protezione sicura. Per di più l’apertura di Trump alla Russia sulla guerra in Ucraina fa pensare che il presidente dealmaker sia disposto a fare accordi con chiunque, anche con la Cina, e Taiwan teme legittimamente di diventare merce di scambio. Questo testo è tratto dalla newsletter In Asia. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Se Taiwan rimane senza difese – Junko Terao [...] Read more...
Frank13 Marzo 2025InternazionaleIl 12 febbraio, in Italia, si è svolto il click day per i datori di lavoro del settore agricolo e turistico che vogliono reclutare manodopera stagionale proveniente da paesi non europei. Il programma, previsto dal decreto flussi ed esteso dal governo di Giorgia Meloni, invita i candidati a registrarsi online, ma questo non garantisce l’ottenimento di un visto. La procedura, infatti, spesso richiede diversi mesi e le probabilità di successo sono scarse: nel 2024 solo una piccola percentuale dei richiedenti è riuscita ad avere un permesso di soggiorno e un impiego stabile. Inoltre in Italia ci sono già 500mila immigrati irregolari, che vivono in una situazione di vulnerabilità e non possono beneficiare di questo strumento. Il video di Arte. Questo reportage video è prodotto dalla piattaforma europea Arte ed è disponibile in nove lingue grazie a un progetto di collaborazione tra vari giornali europei: El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio) e Telex (Ungheria). Il progetto, coordinato da Arte, si chiama Emove ed è finanziato dall’Unione europea nell’ambito delle sue politiche multimediali. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Il piano per reclutare manodopera straniera in Italia non funziona [...] Read more...
Frank12 Marzo 2025InternazionaleCentonovanta passeggeri di un treno preso d’assalto dai separatisti del Belucistan sono stati liberati, ma le forze di sicurezza pachistane non hanno ancora ripreso il controllo della situazione. Al momento dell’attacco, l’11 marzo, a bordo del Jaffar Express c’erano oltre 450 passeggeri. Sono passate più di ventiquattr’ore da quando i miliziani dell’Esercito di liberazione del Belucistan (Bla) hanno fatto esplodere una bomba sui binari, costringendo il treno a fermarsi e i passeggeri a scendere. Avrebbero poi preso in ostaggio quelli provenienti da altre province o legati alle forze di sicurezza. Nel giro di poche ore un gran numero di soldati ha raggiunto il luogo dell’attacco, che è avvenuto nella provincia sudoccidentale del Belucistan, che confina con l’Afghanistan e l’Iran. Secondo fonti della sicurezza, trenta miliziani sono stati uccisi. Le autorità non hanno riferito di vittime tra gli ostaggi o le forze di sicurezza, ma il 12 marzo circa 140 bare vuote sono arrivate a Quetta, il capoluogo del Belucistan. La sorte di decine di passeggeri è ignota, mentre secondo fonti della sicurezza “alcuni miliziani con cinture esplosive si trovano tra gli ostaggi”. “In base alle informazioni di cui disponiamo, gli assalitori si sono diretti verso delle aree montuose, portando con sé un numero imprecisato di ostaggi”, ha dichiarato un funzionario dei servizi di sicurezza locali. Il Bla, il cui obiettivo è uno scambio tra ostaggi e prigionieri beluci, ha pubblicato un video che mostra l’esplosione e la presa in ostaggio di decine di passeggeri. Un primo bilancio provvisorio fornito l’11 marzo riferiva della morte di “un poliziotto, un soldato e il conducente del treno”. Molti passeggeri hanno raccontato all’Afp di essere stati liberati dai miliziani e di aver camminato per ore per raggiungere la stazione più vicina. Il Jaffar Express, partito da Quetta e diretto a Peshawar, capoluogo della provincia del Khyber Pakhtunkhwa, era stato preso d’assalto a pochi metri da un tunnel, vicino alla città di Sibi. Il Bla è il principale gruppo separatista del Belucistan, la provincia più povera del paese, nonostante sia ricca di idrocarburi e minerali. Il gruppo accusa il governo centrale e gli investitori stranieri, soprattutto cinesi, di saccheggiare le risorse della provincia. Sorgente ↣ : Assalto al treno in Pakistan, un numero imprecisato di passeggeri in ostaggio [...] Read more...
Frank12 Marzo 2025InternazionaleA Roma i partecipanti a una mezza maratona non hanno ricevuto le previste medaglie all’arrivo perché erano state fabbricate in Cina e durante il trasporto sono rimaste bloccate nel canale di Suez (1). A Brindisi quattro militari di grado diverso sono stati condannati perché con una nave della marina trasportavano dalla Libia in Italia sigarette e Cialis (2). A Gaeta (Latina) un imprenditore importava illegalmente dall’India farmaci per la disfunzione erettile e poi li rivendeva al dettaglio nel basso Lazio (3). A Cosenza un falso medico aveva comprato la laurea dalla camorra (4). Nel santuario di Pompei (Napoli) un falso prete ascoltava le confessioni dei fedeli a cui poi dava consigli e assoluzioni (5). A Linarolo (Pavia) un falso prete è entrato in una casa con la scusa di benedirla e ha rubato 150 euro in contanti (6). Ad Arcella di Montefredane (Avellino) un prete è stato sospeso dal vescovo perché ha causato un incidente guidando in stato di ubriachezza (7). A Enna alcuni fedeli cattolici hanno chiesto che le processioni pasquali non siano guidate dal vescovo accusato di aver coperto un prete pedofilo (8). A Vercelli è scoppiata una polemica perché un prete tiktoker durante un incontro con gli studenti di una scuola superiore avrebbe fatto discorsi omofobi (9) (10). A Gallarate (Varese) gli studenti di una scuola superiore hanno applaudito un attore porno che si era incatenato ai cancelli del loro istituto dopo che l’ufficio scolastico aveva annullato un incontro con lui sulla sessualità (11). A Tarquinia (Viterbo) è stato annullato l’incontro in una scuola con uno scrittore autore di un romanzo su un adolescente neofascista e secondo l’editore questo è avvenuto per le pressioni di Fratelli d’Italia (12). All’università La Sapienza di Roma su richiesta dell’Unione giovani ebrei d’Italia è stata annullata la presentazione di un libro del defunto leader di Hamas Yahya Sinwar che in un primo tempo era stata autorizzata dai vertici accademici (13). A Milano alcuni studenti di un liceo hanno realizzato delle felpe con il nome dell’istituto e la scritta 1312, un messaggio cifrato che significa “acab” (all cops are bastards, tutti i poliziotti sono bastardi) e il preside li ha diffidati dall’accostare il nome della scuola a quel messaggio (14). Ad Ancona gli studenti di un liceo si sono vestiti da senzatetto per una giornata girando per le strade della città nell’ambito di un progetto scolastico sulla sensibilizzazione alle povertà (15). A Mercogliano (Avellino) si è scoperto che una senzatetto che girava in paese era stata una famosa cantante pop olandese (16). A Latina il comune vuole espellere i senzatetto dalla città con un Daspo urbano (17). A Piacenza un senzatetto ha ricevuto una multa di 1.800 euro perché uno dei suoi cagnolini era scappato dalla baracca in cui viveva ed è stato ritrovato in città dalla polizia municipale (18). A Venezia un senzatetto aspetta i politici fuori dal consiglio regionale poi li insegue cercando di picchiarli (19). A Milano un operatore sanitario ha detto che guadagna 1.100 euro al mese ma ne paga 650 d’affitto quindi “deve vivere d’aria” (20). A Bologna un uomo e una donna arrestati per spaccio hanno detto che lo facevano perché gli stipendi non gli bastavano a pagare l’affitto (21). A Milano l’azienda dei trasporti non riesce a trovare tranvieri a causa del caro affitti e allora ha deciso di trasformare un suo vecchio deposito in appartamenti da affittare a prezzi calmierati ai futuri dipendenti (22). A Napoli durante le manifestazioni del carnevale ci sono state proteste per il caro affitti e contro i bed and breakfast (23). A Bolzano c’è stata una manifestazione per chiedere una tassa sui turisti usandone i soldi per rendere i mezzi pubblici gratuiti per i bolzanini (24). A Roma per la Pasqua dell’anno giubilare un bed and breakfast di tre locali vicino al Vaticano è proposto a 1.500 euro al giorno (25). A Cortina d’Ampezzo (Belluno) un bilocale è proposto in affitto a diecimila euro al mese (26). A Polignano (Bari) una suite di settanta metri quadri più terrazzo vista mare è proposta a diecimila euro al giorno (27). A Sala Comacina (Como) una villa sul lago è in vendita a 34 milioni di euro (28). A Chiusdino (Siena) è in vendita a 1,7 milioni di euro il mulino bianco usato come marchio di una linea di biscotti e merendine molto pubblicizzata (29). In Emilia-Romagna è nato un progetto per attirare i turisti lgbtq+ con itinerari e pacchetti ad hoc (30). In Toscana è nato un progetto di “turismo delle radici” per attrarre i discendenti degli emigrati italiani che vogliono conoscere i luoghi delle proprie origini (31). A Roccaraso (L’Aquila) gli albergatori lamentano un crollo di presenze (32) dopo la domenica di iperturismo a fine gennaio causato dall’appello di un’influencer (33). A Torino per attirare i turisti entrerà in servizio una flotta di battelli elettrici sul Po con la possibilità di fare feste di matrimonio a bordo (34). Nel centro di Roma tre ignoti hanno pagaiato sul Tevere a bordo di un unicorno gonfiabile da spiaggia (35). A Selva di Cadore (Belluno) l’84 per cento degli immobili è disabitato (36). A Comunanza (Ascoli Piceno) l’arrivo di braccianti indiani che sono andati a vivere nelle case abbandonate ha riportato in vita il borgo che si stava spopolando (37). A Roma centinaia di migranti richiedenti asilo hanno protestato per le notti al freddo trascorse in coda davanti alla questura per avere un documento (38). A Milano alcuni migranti sono stati prelevati forzatamente mentre erano in coda davanti alla questura per richiedere i documenti e quindi sono stati reclusi nel centro di permanenza e rimpatrio (39). A Lampedusa (Agrigento) è arrivata la nave di una ong che ha salvato 32 migranti rimasti per quattro giorni senza cibo e al freddo sulla piattaforma petrolifera presso la quale erano naufragati (40). A Bitonto (Bari) la società calcistica Terribile soccer, interamente composta da migranti che vivono nel centro richiedenti asilo, è iscritta al campionato dilettanti terza categoria e la sua stella è un ex giocatore della serie B marocchina (41). A Mantova un gruppo di quindici medici e infermieri in pensione ha aperto un ambulatorio per curare i migranti gratis e senza chiedere loro alcun documento (42). A Firenze è stata apposta una targa commemorativa sul ponte dove nel 2018 fu ucciso un ambulante senegalese (43). A Voze (Savona) è stata apposta una targa commemorativa su quello che resta di un antico olmo che un tempo segnava il confine tra la repubblica di Noli e il marchesato di Finale (44). A Bologna è stata rimossa la targa commemorativa della “svolta della Bolognina” del Pci di Achille Occhetto, avvenuta nel 1989, e Occhetto ha detto che potevano almeno avvisarlo (45) (46). A Roma il proprietario di una Porsche ha aggiunto una piccola striscia di nastro adesivo nero alla “F” sulla targa della sua automobile per trasformarla in una “E” poi è entrato più volte nella ztl evitando la multa, che veniva recapitata a un’altra persona (47). A Napoli circolano circa 35mila auto con targa polacca o bulgara per pagare meno di assicurazione e non essere reperiti in caso di multe (48). A San Nicolò (Piacenza) un collezionista di auto d’epoca ha trovato una Fiat degli anni settanta con una targa del Connecticut che riportava la scritta “Ziano-1” e ha scoperto che era stata acquistata e personalizzata negli Stati Uniti – e quindi portata in Italia – da un vecchio sindaco di Ziano (Piacenza) (49). Il sindaco di Todi (Perugia) ha respinto la proposta di passare alla provincia di Terni argomentando che a Terni abitano gli umbri della torta e a Todi gli umbri della pizza (50). A Ponte di Legno (Brescia) un pasticcere ha presentato un grosso bigné che sembra una pizza, con il fondo di apparente pomodoro che in realtà è una crema di lamponi e fette di apparente prosciutto fatto con un gel di pesche (51). A Sorrento (Salerno) per carnevale un pasticcere ha inventato i coriandoli di carnevale commestibili (52). A Milano la società di medicina ambientale ha denunciato che i coriandoli di plastica usati a carnevale non si biodegradano prima di seicento anni (53). Una ricerca accademica ha scoperto che le particolari alghe coralline di Capo Gallo (Palermo) sono molto efficaci nell’assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera (54). Secondo una ricerca accademica la siccità in Sardegna è concausata dai cambiamenti climatici della corrente del golfo proveniente dal Messico (55). A Foggia a causa della siccità gli invasi sono ai minimi storici (56) e per parte della Puglia si prevede un’estate senz’acqua (57). La nebbia di Milano e della pianura padana potrebbe essere trasformata in acqua per ridurre il problema della siccità nel Mezzogiorno (58). Sorgente ↣ : I maratoneti rimasti senza medaglie e altre storie – Alessandro Gilioli [...] Read more...
Frank12 Marzo 2025InternazionaleIl dipartimento dell’istruzione degli Stati Uniti ha annunciato l’11 marzo il licenziamento di quasi il 50 per cento del personale. Si tratta di un primo passo verso lo smantellamento del dipartimento, finito nel mirino del presidente Donald Trump. Il presidente statunitense, che sta promuovendo un drastico ridimensionamento dell’amministrazione pubblica federale, non ha mai fatto mistero della sua volontà di abolire il dipartimento dell’istruzione, accusato di promuovere idee progressiste. Il dipartimento ha affermato in un comunicato che la sua forza lavoro sarà ridotta da poco più di 4.100 effettivi a circa 2.200. Quando l’emittente Fox News le ha chiesto se i licenziamenti fossero il primo passo verso lo smantellamento del dipartimento, la segretaria all’istruzione Linda McMahon, ex presidente e amministratrice delegata dell’azienda di wrestling Wwe, ha risposto “sì”. “Ovviamente non stiamo eliminando l’istruzione, ma solo la burocrazia dell’istruzione”, ha dichiarato. Secondo il ministero, nelle ultime settimane quasi seicento dipendenti avevano accettato di andarsene nell’ambito di un piano di ridimensionamento dell’amministrazione pubblica federale promosso da Elon Musk, che guida una commissione per l’efficienza governativa. Altri 1.300 saranno messi in congedo amministrativo a partire dal 21 marzo, si legge nel comunicato. Durante la campagna elettorale Trump si era impegnato a sbarazzarsi del dipartimento dell’istruzione e a trasferire tutte le competenze ai singoli stati. Al momento di nominare McMahon, le aveva chiesto di “rendersi disoccupata”. Creato nel 1979 dal presidente democratico Jimmy Carter, il dipartimento dell’istruzione non potrà però essere completamente smantellato senza una legge approvata dal senato con una maggioranza qualificata di sessanta voti, mentre i repubblicani dispongono attualmente di 53 seggi. Negli Stati Uniti il sistema dell’istruzione è ampiamente decentralizzato, ma il governo federale mantiene una certa influenza attraverso i fondi che stanzia, in particolare per le scuole in aree povere o per i bambini con difficoltà di apprendimento. Trump ha già sospeso vari finanziamenti alle scuole, tra cui quelli legati alle politiche per la diversità e l’inclusione. Lo smantellamento del dipartimento è contestato dal Partito democratico, dai sindacati degli insegnanti e da molti genitori, che lo considerano un attacco senza precedenti all’istruzione pubblica. Sorgente ↣ : Stati Uniti, il dipartimento dell’istruzione licenzia quasi il 50 per cento del personale [...] Read more...
Frank12 Marzo 2025InternazionaleIl 12 marzo la Commissione europea ha annunciato dei dazi doganali “significativi ma proporzionati” su una serie di prodotti statunitensi a partire dal 1 aprile, in risposta ai dazi del 25 per cento imposti da Donald Trump sull’acciaio e l’alluminio. “L’Unione europea è profondamente delusa per le misure adottate da Donald Trump”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “I dazi sono tasse. Sono un male per le imprese e un male ancora maggiore per i consumatori. Metteranno a rischio i posti di lavoro e faranno aumentare i prezzi sia in Europa sia negli Stati Uniti”, ha aggiunto. Secondo le stime della Commissione europea, i dazi statunitensi riguarderanno prodotti per un valore di circa ventisei miliardi di euro. La risposta di Bruxelles prenderà quindi di mira prodotti per un valore equivalente. I dazi del 25 per cento sulle importazioni di acciaio e alluminio sono entrati in vigore negli Stati Uniti alla mezzanotte e un minuto del 12 marzo, segnando una nuova tappa nella guerra commerciale lanciata da Washington contro i suoi principali partner commerciali. Unione europea, Cina, Giappone, Australia e Canada sono colpiti da questi dazi, anche se l’obiettivo dichiarato di Trump è proteggere l’industria siderurgica statunitense, in difficoltà da anni a causa di una concorrenza particolarmente agguerrita, soprattutto in Asia. Il presidente statunitense aveva già introdotto dei dazi sull’acciaio e l’alluminio durante il suo primo mandato (2017-2021), ma “stavolta non ci saranno eccezioni o esenzioni”, aveva dichiarato all’inizio di febbraio. La risposta europea sarà duplice. Il 1 aprile saranno automaticamente riattivate le contromisure già adottate durante il primo mandato di Trump. “Rispetto ad allora la differenza è queste misure di riequilibrio saranno applicate per intero”, ha affermato la Commissione europea, aggiungendo che i dazi riguarderanno prodotti che vanno dalle barche alle moto e al bourbon”. Ma dato che i dazi statunitensi entrati in vigore il 12 marzo vanno ben al di là di quelli del primo mandato di Trump, la Commissione ha anche avviato una procedura in vista dell’adozione di misure aggiuntive contro i prodotti statunitensi, in modo di arrivare a un valore equivalente. Le misure aggiuntive dovrebbero entrare in vigore alla metà di aprile, dopo una “fase di consultazione di due settimane il cui obiettivo è garantire che siano presi di mira i prodotti giusti, in modo da rispondere con efficacia riducendo al minimo le conseguenze per le imprese e i consumatori europei”. Sorgente ↣ : La Commissione europea risponde ai dazi statunitensi sull’acciaio e l’alluminio [...] Read more...
Frank12 Marzo 2025InternazionaleL’opposizione di centrodestra ha vinto le elezioni legislative dell’11 marzo in Groenlandia, caratterizzate anche da un aumento dei consensi dei nazionalisti, favorevoli all’indipendenza dell’isola dalla Danimarca. Le elezioni erano molto attese anche perché negli ultimi mesi il presidente statunitense Donald Trump ha più volte affermato di voler annettere l’isola. La formazione di centrodestra dei Democratici, che si proclama “social-liberale”, ha ottenuto il 29,9 per cento dei voti, triplicando i consensi rispetto alle elezioni del 2021. I nazionalisti di Naleraq, il partito che chiede con più insistenza di recidere gli ultimi legami con Copenaghen, sono arrivati secondi con il 24,5 per cento dei voti. La coalizione di governo uscente, composta da Inuit ataqatigiit (Ia, ambientalisti di sinistra) e dai socialdemocratici di Siumut, ha invece subìto una dura sconfitta. “Rispettiamo il risultato delle elezioni”, ha dichiarato il primo ministro Múte Egede, leader di Ia. Dato che nessuno dei partiti ha i numeri per governare da solo, ci saranno delle trattative per formare una coalizione. “Siamo pronti a discutere con tutti i partiti per formare un governo forte e stabile, più che mai necessario nel nuovo contesto internazionale”, ha dichiarato Jens-Frederik Nielsen, 33 anni, leader dei Democratici ed ex campione groenlandese di badminton. Forse a causa dell’effetto Trump, il tasso di partecipazione è stato molto alto, superiore al 70 per cento. Convinto di annettere la Groenlandia “in un modo o nell’altro”, Trump ha cercato di condizionare l’esito del voto, suscitando reazioni di stupore, rifiuto e, più raramente, entusiasmo. Secondo un sondaggio pubblicato a gennaio, circa l’85 per cento dei groenlandesi è contrario a far parte degli Stati Uniti. I groenlandesi accusano la Danimarca di averli sempre trattati come cittadini di seconda classe, soffocando la loro cultura e attuando in passato politiche di assimilazione forzata. I principali partiti groenlandesi sono tutti favorevoli all’indipendenza, ma hanno idee diverse su come e quando ottenerla. I nazionalisti di Naleraq la vorrebbero in tempi rapidi, mentre altre formazioni vorrebbero prima accelerare lo sviluppo economico dell’isola. Con l’80 per cento della superficie ricoperta dai ghiacci, la Groenlandia dipende fortemente dalla pesca, che rappresenta la quasi totalità delle esportazioni, e dagli aiuti danesi, che ammontano a circa 530 milioni di euro all’anno, pari al 20 per cento del pil locale. Naleraq sostiene invece che l’isola potrebbe cavarsela da sola grazie alle sue risorse minerarie, ma il settore è ancora in fase embrionale. La Groenlandia ha circa 57mila abitanti, per il 90 per cento inuit. Sorgente ↣ : L’opposizione di centrodestra vince le elezioni legislative in Groenlandia [...] Read more...
Frank12 Marzo 2025InternazionaleQuindici metri quadrati: è la superficie che João Pedro Lima, un padre single di 21 anni con le braccia muscolose e tatuate, condivide con Sophia, la figlia di un anno. Il piccolo appartamento è nel seminterrato di un edificio di mattoni di tre piani, in fondo a una strada stretta e buia. È l’unico alloggio che Lima ha trovato in affitto a Rocinha, un’enorme baraccopoli arroccata su una collina nell’area sud di Rio de Janeiro. Padre e figlia dormono su un letto a una piazza e mezza. Il gabinetto è dentro la doccia, separata dal resto della stanza solo da una porta scorrevole. Dato che non c’è spazio per il tavolo, Sophia mangia con il piatto sulle ginocchia, seduta su un divano attaccato al letto e coperto con un tessuto a fiori. João mangia in piedi. Lima, che lavora in un’agenzia di viaggi, non si lamenta . Anzi, si considera un privilegiato: “Qui avere un posto dove dormire è un lusso”, dice. Come il resto delle favelas del Brasile, a Rocinha c’è una forte crescita demografica. “È sempre più difficile trovare un alloggio di qualità”, spiega Lima. “Nella casa in cui vivevo prima non c’era ventilazione e mia figlia aveva crisi d’asma”. Secondo l’ultimo censimento, condotto nel 2022 e pubblicato l’11 novembre 2024, il numero di persone residenti nelle favelas brasiliane è passato da undici a sedici milioni in dieci anni, cioè dal 6 all’8,1 per cento della popolazione complessiva, che era di 203 milioni di persone nel 2022. In questo periodo Rocinha, la favela più grande del paese, ha accolto almeno 2.860 nuovi abitanti. Oggi ci vivono 72.021 persone. Con 48.367 abitanti per chilometro quadrato, la baraccopoli ha la densità demografica più alta del Brasile. Secondo l’associazione dei residenti locali, gli abitanti sarebbero molti di più: 170mila. Questo affollamento è dovuto soprattutto alla “posizione privilegiata di Rocinha nella città”, sottolinea Kharine Gil, sociologa e ricercatrice che collabora con il Dicionário de favelas Marielle Franco, che si occupa di studiare e mappare le baraccopoli. Circondata da due dei quartieri più ricchi della città, São Conrado a sud e Gávea a nord, Rocinha “attira molte persone dalla regione povera del nordest, che cercano lavoro nei quartieri più benestanti come muratori, camerieri o collaboratori domestici”. Secondo il censimento, il 56,8 per cento della popolazione di Rocinha si dichiara pardo (bruno o meticcio) mentre il 16,1 nero. Oggi la favela non riesce più ad accogliere una popolazione in crescita costante. “Non c’è più spazio per uno sviluppo orizzontale”, afferma Alex de Jesus Telles, 48 anni, venditore ambulante di occhiali da sole. In piedi accanto alla sua bancarella, all’uscita della stazione della metropolitana ai piedi della favela, osserva le piccole case di mattoni o cemento addossate le une alle altre in modo disordinato. Le strutture coprono quasi interamente una collina dove un tempo c’era la foresta tropicale. “Rocinha spinge verso l’alto”, dice Telles, che ha costruito due piccoli appartamenti nella casa ereditata dai genitori per dare un tetto ai figli. A circa quindici minuti di cammino dalla metropolitana, sulla strada principale che si arrampica attraverso la favela, un palazzo ha battuto ogni record: ha undici piani e gli abitanti lo hanno soprannominato Empire state. Le costruzioni informali non rispettano quasi mai le norme di sicurezza e pianificazione urbana. “Molte non hanno una ventilazione adeguata, sono buie e senza illuminazione”, sottolinea Geronimo Leitão, architetto e urbanista dell’università federale di Rio de Janeiro. I nuovi alloggi, tirati su senza nessuna regola, ostruiscono spesso le finestre dei vicini, cancellano gli ultimi spazi verdi rimasti e occupano i marciapiedi di strade rumorose dove sfrecciano i mototaxi. Alcune stradine, chiamate becos, sono così strette da somigliare a tunnel. Nella maggior parte dei casi non sono percorribili dalle auto, il che complica la consegna della posta (i residenti tra l’altro non hanno quasi mai un indirizzo ufficiale) o il passaggio dei camion dei pompieri e delle ambulanze. “Mi è capitato di caricare persone malate o disabili su un carretto per portarle in ospedale”, racconta Giliard Barreto, impiegato nel settore sanitario e tra i fondatori dell’associazione di beneficenza Tamo junto Rocinha. Anche lo smaltimento dei rifiuti è difficile. Gli abitanti buttano la spazzatura in grandi contenitori sistemati nelle strade più larghe dove i camion riescono a passare per raccoglierla. Ma i contenitori non bastano a gestire le circa 200 tonnellate di rifiuti prodotte ogni giorno a Rocinha: pile di sacchi di plastica, scarti alimentari ed elettrodomestici si accumulano ai bordi delle strade emanando un odore nauseabondo. Quando piove, “nelle strade senza canalizzazione adeguata, l’acqua trascina i rifiuti fino ai piedi della collina”, spiega João Mina, sociologo dell’istituto di studi sociali e politici. I detriti si concentrano spesso in un canale che costeggia una strada nella zona est della favela, dove si raccolgono anche le acque di scarico. Questa fogna a cielo aperto è un focolaio di malattie. A Rocinha “gli alloggi insalubri, non ventilati e densamente popolati favoriscono l’insorgenza di malattie”, afferma Roberta Gondim, ricercatrice della scuola nazionale di salute pubblica della fondazione Oswaldo Cruz, a Rio. Nel 2023 il tasso d’incidenza della tubercolosi nella favela, con 35,4 casi per diecimila abitanti secondo i dati dell’amministrazione comunale, è stato dieci volte superiore rispetto alla media nazionale (3,7 casi per diecimila abitanti). Nonostante gli sforzi degli operatori dei tre centri sanitari presenti nella favela, la tubercolosi persiste. “Fino a quando le condizioni di vita dei residenti non miglioreranno, la gente continuerà ad ammalarsi”, sottolinea Gondim. “Il problema non è la mancanza di medicine, dottori o tecnologia, ma la disuguaglianza sociale”. L’associazione dei residenti di Rocinha si adopera per trovare delle soluzioni. “Negoziamo con le aziende private per ottenere acqua potabile, purificare l’acqua e garantire ai residenti prezzi ridotti per la corrente elettrica”, spiega il presidente João Bosco. A Rocinha 3.861 famiglie vivono in una situazione di povertà estrema, con un reddito inferiore a 209 real (32 euro) al mese e senza poter pagare la fornitura elettrica. La maggior parte di queste famiglie si allaccia illegalmente alla rete elettrica. Ma oggi, a causa dell’espansione demografica, i blackout sono sempre più frequenti: “Nel 2024 una zona della favela con circa duemila case è rimasta senza elettricità per venti giorni”, dice Bosco. Gli aiuti del settore privato non bastano. “Rocinha ha bisogno di regolamentazione e controllo”, spiega Marat Troina Menezes, urbanista ed esperto della favela che lavora per il Laboratório habitação e forma urbana. Secondo lui, bisogna garantire “i servizi pubblici, compreso il lavoro delle forze dell’ordine per bloccare le costruzioni illegali”. Menezes ricorda che i grandi lavori infrastrutturali avviati durante i primi due governi di Luiz Inácio Lula da Silva (2003-2011) e quello di Dilma Rousseff (2011-2016), entrambi del Partito dei lavoratori, hanno portato alcuni progressi nella favela. Diverse strade sono state ampliate e alcune famiglie che vivevano in case insalubri sono state trasferite. In quel periodo sono stati costruiti anche un centro sportivo, una biblioteca e una clinica. “Abbiamo addirittura ottenuto una stazione della metropolitana al confine della favela”, dice Antônio Xaolin Ferreira de Melo, ex dipendente della metro di Rio che all’epoca si era battuto per collegare Rocinha alla metropolitana. Nel 2011 lo stato di Rio de Janeiro ha alcune operazioni di polizia per riprendere il controllo della baraccopoli, governata dai narcotrafficanti. Ma in seguito all’inchiesta anticorruzione lava jato (autolavaggio), che nel 2016 ha portato alla destituzione di Rousseff , “molte iniziative a Rocinha sono state congelate”, dice Menezes. Il gigante dell’edilizia Odebrecht, responsabile di diversi progetti urbanistici nella favela, ha sospeso i lavori dopo essere stato accusato di aver corrotto leader politici e funzionari. “Da allora Rocinha vive una regressione. La densità aumenta e i problemi si aggravano”, aggiunge. Anche se Lula, rieletto nel 2023, ha annunciato un nuovo programma di accelerazione della crescita , Menezes crede che “per Rocinha il futuro non sia promettente”. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Nella favela più popolosa di Rio – Anne-Dominique Correa [...] Read more...
Frank12 Marzo 2025InternazionaleNella notte tra il 10 e l’11 marzo l’Ucraina ha condotto un attacco in Russia con 337 droni, che ha colpito anche la regione di Mosca. L’attacco ha causato tre morti, secondo le autorità russe. “I sistemi di difesa aerea hanno intercettato e distrutto 337 droni ucraini, 91 dei quali nella regione di Mosca”, ha affermato il ministero della difesa russo. I droni hanno preso di mira anche le regioni di Kursk, Brjansk e Belgorod, che confinano con l’Ucraina, nonché quelle di Rjazan, Kaluga, Voronež e Nižnij Novgorod. “Sono stati presi di mira edifici residenziali e infrastrutture civili”, ha sottolineato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, citato dalle agenzie di stampa russe. Kiev ha affermato che l’obiettivo dell’attacco era “convincere la Russia ad accettare una tregua aerea”, proposta da Kiev per facilitare eventuali negoziati. “È un ulteriore segnale inviato al presidente Vladimir Putin”, ha dichiarato Andrij Kovalenko, portavoce del Centro governativo ucraino contro la disinformazione. L’attacco con i droni, il più massiccio dall’inizio della guerra, è arrivato poche ore prima dell’apertura a Jedda, in Arabia Saudita, dei colloqui tra una delegazione ucraina e una statunitense sulla fine delle ostilità in Ucraina. Il 10 marzo sono arrivati in Arabia Saudita il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e il segretario di stato statunitense Marco Rubio. I colloqui sono i primi dalla lite senza precedenti alla Casa Bianca tra Zelenskyj e il presidente statunitense Donald Trump. Da allora Washington ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina, oltre alla condivisione dell’intelligence, per costringerla ad accettare condizioni molto dure per la pace. Sorgente ↣ : L’Ucraina conduce un attacco in Russia con 337 droni, causando almeno tre morti [...] Read more...
Frank11 Marzo 2025InternazionaleIl 10 marzo alcuni operai hanno cominciato a cancellare, su iniziativa del Partito repubblicano, un’enorme scritta del movimento di protesta antirazzista Black lives matter su una strada di Washington. Il nome del movimento, salito alla ribalta dopo la morte di George Floyd, un afroamericano ucciso da un poliziotto bianco nel maggio 2020, era stato scritto a caratteri cubitali gialli sull’asfalto di una strada non lontano dalla Casa Bianca. La scritta era però finita nel mirino dei repubblicani dopo il ritorno al potere di Donald Trump, che all’epoca dell’omicidio di Floyd era in carica per il suo primo mandato. “Vogliono cancellare la memoria di quello che è successo”, ha dichiarato all’Afp una donna afroamericana venuta a dare un’ultima occhiata alla scritta. “Questa scritta era importante per noi”, ha detto invece Tajuana McCallister, 57 anni, un’infermiera del Maryland. “Ma evidentemente la storia degli afroamericani in questo paese non è importante per lui”, ha aggiunto, indicando la Casa Bianca in un chiaro riferimento a Trump. La sindaca democratica di Washington, l’afroamericana Muriel Bowser, ha spiegato che non era più possibile difendere la scritta, aggiungendo che “purtroppo in questo momento abbiamo problemi più gravi”. “Stiamo cercando di garantire la sopravvivenza dei nostri abitanti e della nostra economia”, ha dichiarato la sindaca, riferendosi ai licenziamenti di massa dei dipendenti pubblici federali voluti dall’amministrazione Trump, e in particolare da Elon Musk, che dirige una commissione per l’efficienza governativa. Alla domanda se la cancellazione della scritta fosse la conseguenza di forti pressioni da parte della Casa Bianca, Bowser ha preferito non entrare nei dettagli, limitandosi a dire: “Mi sembra evidente che ad alcune persone non piaceva”. Sorgente ↣ : Cancellata a Washington la scritta gigante del movimento Black lives matter [...] Read more...
Frank11 Marzo 2025InternazionaleL’11 marzo il presidente statunitense Donald Trump ha dato il benvenuto alla sua maniera al futuro primo ministro canadese Mark Carney, intensificando le minacce commerciali contro il Canada e ribadendo che “l’unica cosa sensata da fare è diventare il cinquantunesimo stato americano”. Reagendo a un annuncio della provincia canadese dell’Ontario di una sovrattassa sulle esportazioni di elettricità verso tre stati americani, Trump ha affermato sul suo social network Truth Social che porterà al 50 per cento, dal precedente 25 per cento, i dazi doganali sull’acciaio e sull’alluminio canadesi, che entreranno in vigore il 12 marzo. Ha anche dichiarato che il 2 aprile imporrà dazi sulle automobili così alti “da mettere definitivamente in ginocchio l’industria automobilistica canadese”. “L’unica cosa sensata che Ottawa può fare è diventare il cinquantunesimo stato americano”, chiudendo di fatto la guerra commerciale tra i due paesi, ha affermato il presidente statunitense, che considera l’annessione del Canada una priorità. Trump ha aggiunto che se il Canada entrasse a far parte degli Stati Uniti “i canadesi non dovrebbero preoccuparsi dei dazi, pagherebbero molte meno tasse e avrebbero più sicurezza”. Ha inoltre definito “artificiale” il confine che separa i due paesi. Il 9 marzo il futuro premier canadese Mark Carney aveva tenuto un discorso in cui si scagliava contro Trump, affermando anche che “il Canada non farà mai parte degli Stati Uniti”. Dal suo insediamento, il 20 gennaio, Trump ha fatto una serie di annunci spettacolari sull’introduzione di dazi contro vari paesi, spesso seguiti da parziali retromarce, destabilizzando la finanza e l’economia globale. Il Canada è gradualmente emerso come il principale obiettivo della retorica commerciale aggressiva e delle mire espansionistiche del presidente statunitense, che punta anche ad annettere la Groenlandia e il canale di Panamá. Trump ha più volte definito la parola “dazi” una delle più belle del vocabolario, sostenendo che riporteranno le fabbriche negli Stati Uniti e ridurranno il deficit commerciale del paese, anche a costo di causare “temporanee perturbazioni finanziarie”. Questa “età dell’oro” propagandata dal presidente statunitense convince però sempre meno gli investitori, che ipotizzano una recessione negli Stati Uniti, una cosa impensabile solo poche settimane fa. “L’economia statunitense non può permettersi questa ferita autoinflitta in un momento in cui i rischi di recessione sono in aumento”, ha commentato l’ex segretario al tesoro Larry Summers sul social network X. Sorgente ↣ : Donald Trump intensifica la guerra commerciale con il Canada, che vorrebbe annettere [...] Read more...
Frank11 Marzo 2025InternazionaleLa presidenza siriana, che sta cercando di riunificare la Siria dopo tredici anni di guerra civile, ha annunciato il 10 marzo uno storico accordo per integrare nello stato le istituzioni civili e militari dell’amministrazione autonoma curda nel nordest del paese. L’accordo, firmato dal presidente ad interim Ahmed al Sharaa e dal leader delle Forze democratiche siriane (Fds), a maggioranza curda, Mazloum Abdi, dovrebbe essere attuato entro la fine dell’anno. Secondo un comunicato diffuso dalla presidenza siriana, l’accordo prevede “l’integrazione nello stato di tutte le istituzioni civili e militari nel nordest della Siria, compresi i valichi di frontiera, l’aeroporto e i giacimenti di petrolio e gas”. L’accordo afferma inoltre che “la comunità curda è una componente essenziale dello stato siriano”. È anche prevista una collaborazione “nella lotta contro quel che rimane del regime di Bashar al Assad e contro tutte le minacce alla sicurezza e all’unità della Siria”. “Quest’accordo è il primo passo verso la costruzione di una nuova Siria, che includa tutte le sue componenti”, ha dichiarato Abdi sul social network X. L’amministrazione autonoma curda, sostenuta dagli Stati Uniti, controlla un ampio territorio nel nord e nell’est della Siria, ricco di grano, petrolio e gas, risorse fondamentali per la ricostruzione del paese. Il suo braccio armato, le Fds, ha svolto un ruolo chiave nella lotta contro il gruppo jihadista Stato islamico. Più di recente ha anche dovuto difendersi dagli attacchi delle milizie filoturche. Emarginati all’epoca del regime Assad, i curdi sono stati privati per decenni del diritto di parlare la loro lingua, di celebrare le loro feste e, in molti casi, della nazionalità siriana. Durante la guerra civile, scoppiata nel 2011, hanno però creato un’amministrazione autonoma nel nordest del paese. L’accordo arriva quasi due settimane dopo lo storico appello di Abdullah Öcalan, leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk, curdi di Turchia), ad abbandonare la lotta armata. L’appello è stato accolto con favore dai curdi siriani. Negli ultimi giorni la Siria ha vissuto le peggiori violenze dalla caduta di Assad. Secondo l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani, più di 1.500 persone sono morte nell’ovest del paese nei combattimenti tre le forze di sicurezza siriane e le milizie fedeli al presidente deposto Bashar al Assad, e nelle esecuzioni di massa di civili. Sorgente ↣ : Siria, accordo tra il governo ad interim e l’amministrazione autonoma curda [...] Read more...
Frank11 Marzo 2025InternazionalePiù posti di lavoro per i britannici e meno immigrazione: erano queste le grandi promesse fatte da chi voleva la Brexit. Oggi, i cittadini dell’Unione che lasciano il Regno Unito sono più di quelli che vi si trasferiscono, ma sono stati in gran parte sostituiti da persone provenienti dall’Asia e dall’Africa. La richiesta di manodopera è particolarmente alta nel settore dell’assistenza e dell’agricoltura. Il video di Arte. Questo reportage video è prodotto dalla piattaforma europea Arte ed è disponibile in nove lingue grazie a un progetto di collaborazione tra vari giornali europei: El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio) e Telex (Ungheria). Il progetto, coordinato da Arte, si chiama Emove ed è finanziato dall’Unione europea nell’ambito delle sue politiche multimediali. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : La nuova ondata di immigrazione dopo la Brexit [...] Read more...
Frank11 Marzo 2025InternazionaleDue città, due contesti diversi. A Jeddah, in Arabia Saudita, l’11 marzo il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj incontra per la prima volta gli statunitensi dopo l’umiliazione subita alla Casa Bianca e la sospensione degli aiuti militari e il sostegno dell’intelligence al suo paese. Allo stesso tempo, circa trenta paesi si ritroveranno a Parigi senza gli Stati Uniti per parlare di Ucraina, in gran parte tra capi di stato maggiore. Tra i temi in discussione ci saranno l’aiuto all’esercito di Kiev durante e dopo la guerra, e la possibilità di inviare una forza europea nel paese, il cui obiettivo non sarà quello di combattere ma di garantire un cessate il fuoco. Emmanuel Macron prenderà la parola davanti agli alti ufficiali europei. È il segno di uno sviluppo inedito. I due appuntamenti non hanno la stessa natura, ma entrambi nascono da una frenesia diplomatica, specchio di un mondo in subbuglio, in cui svaniscono i punti di riferimento e gli alleati di ieri diventano i nemici di oggi, o smettono di essere affidabili. Dopo essere stato cacciato in malo modo dalla Casa Bianca, Zelenskyj è stato sottoposto a una pressione enorme. Da allora ha moltiplicato i gesti concilianti, consapevole del fatto che l’Europa non è nelle condizioni di sostituire gli Stati Uniti. Soprattutto, il presidente ucraino vuole cercare di avere un peso sulla trattativa imminente fra Trump e Putin. Ma Washington impone a Kiev un gioco sadico. La sospensione degli aiuti militari, in un momento in cui la Russia non sembra avere intenzione di fermarsi, è una pugnalata alle spalle. La battaglia è anche psicologica: il 9 marzo, su X, è andato in scena uno scontro tra Elon Musk, proprietario della piattaforma e personaggio chiave dell’amministrazione Trump, e il ministro degli esteri polaccoRadosław Sikorski. Il ministro ha reagito con sdegno alla minaccia velata del miliardario di privare l’esercito ucraino della rete satellitare Starlink. Il miliardario gli ha risposto invitandolo a calmarsi e definendolo small man, piccolo uomo. Sikorski ha chiesto quindi rispetto nei rapporti tra alleati. E sarebbe il minimo, in effetti. L’Europa è all’altezza della situazione? La mobilitazione all’interno dell’Unione europea è senza precedenti, in particolare sulle questioni legate alla difesa. Non avevamo mai visto una simile collaborazione tra francesi e britannici, soprattutto dopo la Brexit. Resta il fatto che molti stati europei non hanno ancora superato il trauma della brutalità di Trump, orfani della protezione statunitense di cui hanno goduto per decenni. Ancora oggi, alcuni paesi sono in bilico tra il rifiuto della realtà e la paura di assumersi troppi rischi. In ogni caso, l’idea è quella di permettere a un gruppo di nazioni “volenterose” di andare avanti senza aspettare un consenso unanime, che sembra impossibile. pubblicità L’Unione cerca di conquistare un posto al tavolo dei negoziati tra Mosca e Washington per evitare che Trump, nella sua foga di ottenere la pace che aveva promesso di realizzare in “24 ore”, ceda sui punti essenziali, come la smilitarizzazione dell’Ucraina (che sarebbe un invito a riattaccarla in seguito) o le garanzie di sicurezza che gli europei sono pronti a fornire. In questa confusione sta prendendo forma il nuovo ordine mondiale, non più basato sulle alleanze e sul diritto, ma sui rapporti di forza. E il messaggio dei capi dello stato maggiore riuniti a Parigi è chiaro: noi esistiamo. (Traduzione di Andrea Sparacino) Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Il nuovo ordine mondiale va in scena a Jeddah e Parigi – Pierre Haski [...] Read more...
Frank11 Marzo 2025InternazionaleL’ex presidente delle Filippine Rodrigo Duterte è stato arrestato l’11 marzo all’aeroporto di Manila in applicazione di un mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi), che lo accusa di crimini contro l’umanità per la sua cosiddetta “guerra alla droga”. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, decine di migliaia di persone sono state uccise dalla polizia e da gruppi di autodifesa, spesso senza alcuna prova che fossero coinvolte in reati di droga. La Cpi aveva aperto un’inchiesta su questa campagna, avviata nel 2016, sospettando possibili crimini contro l’umanità. “Nelle prime ore del mattino Interpol Manila ha ricevuto la copia ufficiale di un mandato d’arresto emesso dalla Cpi”, ha affermato la presidenza in un comunicato, aggiungendo che “Duterte è attualmente in detenzione”. In un video postato sull’account Instagram della figlia minore Veronica, Duterte ha contestato il suo arresto. “Quale legge avrei violato, quale crimine avrei commesso? Sono stato privato della libertà senza alcuna giustificazione”, ha affermato. L’ex presidente (2016-2022), 79 anni, è stato arrestato appena tornato nel paese da un breve viaggio a Hong Kong. Il 9 marzo, in un discorso pronunciato a Hong Kong davanti a migliaia di lavoratori filippini, Duterte aveva contestato l’inchiesta della Cpi, definendo gli inquirenti dei “figli di puttana”. Le Filippine si sono ritirate dalla Cpi nel 2019, ma il tribunale, che ha sede all’Aja, sostiene di avere giurisdizione sui crimini avvenuti prima di quella data, compresi alcuni omicidi commessi a Davao quando Duterte era sindaco. Secondo i dati ufficiali filippini, più di seimila persone sono state uccise durante la guerra alla droga di Duterte. La procura della Cpi stima però che il numero dei morti sia compreso tra dodicimila e trentamila. L’ex presidente, ancora molto popolare nelle Filippine, sostiene di aver agito per evitare che il paese si trasformasse in un “narco-stato”. Ai ferri corti con Marcos L’ong Human rights watch ha invitato il governo guidato dal presidente Ferdinand Marcos Jr. a “consegnare Duterte alla Cpi in tempi rapidi”, in modo che il paese “possa fare i conti con il passato”. La figlia Sara Duterte si era candidata alla successione, prima di ritirarsi per allearsi con Marcos e ottenere la carica di vicepresidente. Ma di recente quest’alleanza tra le due dinastie politiche è implosa, e Duterte è attualmente sottoposta a una procedura d’impeachment. Sorgente ↣ : Filippine, l’ex presidente Rodrigo Duterte arrestato per crimini contro l’umanità [...] Read more...
Frank11 Marzo 2025InternazionaleDopo l’annullamento delle elezioni presidenziali dell’autunno scorso, il 9 marzo la commissione elettorale ha respinto la candidatura di Călin Georgescu per il nuovo scrutinio, previsto a maggio, una decisione che ha provocato violente proteste dei suoi sostenitori. Secondo la commissione elettorale, che ha basato la sua decisione su una sentenza della corte costituzionale a dicembre, “la candidatura non soddisfa le condizioni di legalità perché il candidato ha violato le regole democratiche di un suffragio onesto e imparziale”. Georgescu, 62 anni, un candidato di estrema destra in testa ai sondaggi con circa il 40 per cento delle intenzioni di voto, ha denunciato sul social network X “un attentato alla democrazia”. “L’Europa è ormai una dittatura e la Romania è sottoposta a una tirannia”, ha aggiunto. Dopo l’esclusione di Georgescu, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla sede della commissione elettorale a Bucarest, gridando “abbasso la dittatura”. Dopo alcuni scontri iniziali nel tardo pomeriggio, le tensioni si sono aggravate in serata dopo che la commissione elettorale ha pubblicato le motivazioni della sua decisione. La polizia ha usato i gas lacrimogeni per disperdere la folla, che ha cercato di fare irruzione nell’edificio, lanciando bottiglie e petardi. Due agenti sono rimasti feriti. Poco conosciuto fino a poche settimane prima del voto, Georgescu era arrivato in testa a sorpresa nel primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre con circa il 23 per cento dei voti. Pochi giorni dopo la corte costituzionale aveva annullato le elezioni in seguito alla declassificazione di alcuni documenti dei servizi di sicurezza romeni che descrivevano nel dettaglio presunte interferenze russe, soprattutto sui social network. Il 26 febbraio la procura l’aveva incriminato e posto sotto controllo giudiziario “per false dichiarazioni sul finanziamento della sua campagna elettorale e sul suo patrimonio, oltre che per altre accuse”. Il sostegno dell’amministrazione Trump Georgescu, che ha una posizione dura nei confronti dell’Unione europea e della Nato, è contrario all’invio di aiuti all’Ucraina. La sua ascesa ha suscitato forti preoccupazioni tra gli alleati europei della Romania, che dopo l’invasione russa dell’Ucraina è diventata un pilastro dell’alleanza atlantica. Georgescu può però contare sul sostegno dell’amministrazione Trump, in particolare di Elon Musk e del vicepresidente JD Vance. Sorgente ↣ : Il candidato di estrema destra Georgescu escluso dalle presidenziali in Romania [...] Read more...
Frank10 Marzo 2025InternazionaleIl 10 marzo il ministero della difesa siriano ha annunciato la fine di un’operazione militare nell’ovest del paese, dove i combattimenti con i miliziani fedeli al presidente deposto Bashar al Assad e le esecuzioni di massa di civili hanno causato quasi 1.500 morti dal 6 marzo. “Le forze di sicurezza hanno raggiunto tutti gli obiettivi”, ha dichiarato Hassan Abdel Ghani, un portavoce del ministero della difesa, citato dall’agenzia ufficiale Sana. Il portavoce ha aggiunto che località e strade sono state messe in sicurezza. Le violenze sono state le più gravi in Siria dalla caduta del regime di Assad, nel dicembre scorso. Il 6 marzo centinaia di miliziani fedeli ad Assad avevano attaccato le forze di sicurezza a Jable, nella regione di Latakia, una roccaforte della minoranza alawita a cui appartiene anche il presidente deposto. Secondo l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani, i combattimenti hanno causato quasi cinquecento morti, mentre almeno 973 civili, in maggioranza alawiti, sono stati uccisi “in esecuzioni sommarie e operazioni di pulizia etnica”. Le Nazioni Unite, Washington e altre capitali hanno condannato le uccisioni di civili, chiedendo spiegazioni alle nuove autorità siriane. Il presidente ad interim siriano Ahmed al Sharaa si è impegnato il 9 marzo a “perseguire i responsabili delle uccisioni di civili”. In un discorso tenuto in una moschea della capitale Damasco, Al Sharaa ha lanciato un appello al “mantenimento dell’unità nazionale e della pace civile” e annunciato una commissione d’inchiesta per fare luce sui massacri. Intanto, il 10 marzo l’Iran, grande alleato dell’ex regime, ha smentito qualunque coinvolgimento nelle violenze degli ultimi giorni in Siria. “Sono accuse ridicole”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri iraniano Esmail Baghai, smentendo le recenti affermazioni di alcuni mezzi d’informazione, in particolare dell’emittente saudita Al Arabiya. Sorgente ↣ : Si conclude l’operazione militare nell’ovest della Siria, quasi 1.500 morti [...] Read more...
Frank10 Marzo 2025InternazionaleÈ sorprendente quanto poco si parli della pandemia di covid-19 nelle analisi su “come siamo arrivati a questo punto”. Un fatto che ha toccato tutto il mondo e ogni aspetto sociale ha inevitabilmente lasciato impronte sulle nostre vite a ogni livello, ma la resistenza individuale e collettiva a parlare di eventi di questo tipo porta spesso a sottovalutarne gli effetti profondi. Questa dinamica riguarda tutti ma, come spesso succede, è particolarmente esasperata nel caso degli Stati Uniti. È inevitabile partire dalle questioni che hanno a che fare con la salute. Nelle ultime settimane in Texas è scoppiata un’epidemia di morbillo che ha causato centinaia di contagi e la morte di un bambino non vaccinato, il primo decesso per questa malattia da dieci anni. I contagi sono partiti dalla contea di Gaines, che nel 2024 aveva uno dei tassi più alti di bambini non vaccinati per il morbillo e altre malattie per motivi religiosi. Tra il 2013 e il 2023 la quota di scolari che non hanno fatto i vaccini raccomandati è più che raddoppiata, passando dal 7 al 18 per cento. La risposta immediata dei politici locali è rivelatrice su come la pandemia abbia cambiato il discorso pubblico sulla sanità. Invece di affrontare la crisi sanitaria, i legislatori del Texas hanno continuato a discutere nuovi progetti di legge per allentare le norme sui vaccini. Nel primo mese della sessione legislativa sono state introdotte 37 proposte di legge contro i vaccini, tra cui una che renderebbe più facile per i genitori esentare i figli dagli obblighi vaccinali e un’altra che darebbe ai politici, invece che ai funzionari sanitari, il controllo su quali siano i vaccini obbligatori. La politica della crudeltà Donald Trump ha smantellato l’agenzia del governo statunitense che finanziava progetti umanitari in tutto il mondo. La decisione colpirà milioni di persone. E rivela un’idea delle relazioni internazionali basata sulla forza Le pressioni per far approvare queste proposte sono partite dalla Texans for vaccine choice, un’organizzazione contraria ai vaccini. La leader del gruppo, Rebecca Hardy, ha ammesso all’Economist che prima della pandemia gli attivisti come lei dovevano parlare a bassa voce nei corridoi del campidoglio del Texas, ma nel 2020 è cambiato tutto: “Le persone hanno cominciato a informarsi su internet per fare il vaccino contro il covid-19 e lo scetticismo è aumentato. A quel punto le mamme texane che erano già contrarie ai vaccini sono entrate nelle grazie dei ricchi finanziatori del Partito repubblicano, e i legislatori hanno cominciato a corteggiarle per ottenere il loro sostegno”. Per molto tempo gli statunitensi sono stati più favorevoli ai vaccini rispetto agli europei, oggi invece la maggior parte dei contenuti online contro i vaccini proviene dagli Stati Uniti. In quel periodo si sono innescate dinamiche che hanno cambiato in modo profondo l’opinione pubblica. L’ostilità verso i vaccini e le misure restrittive approvate per contenere il virus si è fusa un po’ alla volta con il malcontento nei confronti delle istituzioni sanitarie che covava da decenni in vari settori della società, dando vita a qualcosa di simile a una nuova visione del mondo, basata sulla diffidenza verso tutto ciò che ha a che fare con il governo. Dal movimento Make America great again è nato il Make America healthy again (Maha, rendiamo l’America di nuovo sana), in cui è confluito di tutto, spiega il New York magazine: “Gli hippie fissati con l’alimentazione naturale; le donne antifemministe che cucinano pasti ‘ancestrali’; i tanti pazienti, spesso donne, le cui malattie debilitanti sono spesso ignorate dai medici, e che hanno finito per ricorrere a medicine alternative e all’autodiagnosi; i sostenitori di teorie false come quella secondo cui i vaccini causano l’autismo; tante persone comprensibilmente preoccupate da problemi che le autorità non sono riuscite ad affrontare e aggravati dallo strapotere delle multinazionali, come l’obesità e l’abuso di oppiodi. I seguaci del Maha hanno trovato il loro paladino in Robert Kennedy Jr., la cui storia in effetti contiene tutte le contraddizioni del movimento – avvocato per anni impegnato nelle battaglie contro l’inquinamento e propagatore di teorie complottiste, democratico diventato fervente trumpiano – e che è stato scelto da Trump come segretario alla salute e alle risorse umane. Di fronte alla diffusione del morbillo in Texas, Kennedy ha promosso rimedi antiscientifici come l’olio di fegato di merluzzo (che contiene vitamina a), poi di fronte alle tante critiche ricevute ha invitato le famiglie a vaccinare i bambini, attirandosi curiosamente le ire del movimento Maha. Questo slittamento ha innescato tendenze politiche impensabili fino a poco tempo fa. Abbiamo sempre dato per scontato, per esempio, che i giovani statunitensi sono in maggioranza, e solidamente, progressisti. Nel 2008 l’enorme partecipazione e affluenza giovanile portò Barack Obama alla Casa Bianca, e nel 2020 gli elettori tra i 18 e i 29 anni si schierarono nettamente con Joe Biden (24 punti di vantaggio su Trump in questa fascia elettorale). Nel 2024 Trump ha colmato la maggior parte del divario, perdendo gli elettori sotto i 30 anni con un margine di soli 4 punti (51 a 47). Secondo un sondaggio condotto dalla Cbs a inizio febbraio, gli americani sotto i trent’anni sono più favorevoli a Trump rispetto a chi ha più di 65 anni. Lo spostamento a destra dei giovani rientra in una grande ondata conservatrice alimentata dall’inflazione, dalla debole crescita dei salari e dall’aumento dei flussi migratori, ma anche l’esperienza della pandemia sembra aver avuto un ruolo decisivo. Ha scritto Derek Thompson sull’Atlantic: “Secondo gli studi, dopo le pandemie la fiducia nelle autorità scientifiche tende a ridursi invece che ad aumentare. Un’analisi svolta dal Systemic Risk Center della London School of Economics in vari paesi ha rilevato che le persone che affrontano un’epidemia quando hanno tra i 18 e i 25 anni hanno meno fiducia nella leadership scientifica e politica. Questa perdita di fiducia dura per anni, perfino per decenni, in parte perché le idee politiche tendono a consolidarsi intorno ai vent’anni”. Il voto decisivo dei maschi più giovani Trump è riuscito a guadagnare consensi tra gli elettori che votavano per la prima volta, e in questo modo ha spaccato la tradizionale base del Partito democratico. Una tesi confermata dai dati raccolti dall’Harvard Political Review, secondo cui i giovani statunitensi che hanno votato per la prima volta nel 2024 erano “più sfiduciati che mai sullo stato della politica americana”. Un’analisi del 2024 sugli elettori sotto i 30 anni ha rilevato i “livelli più bassi di fiducia nella maggior parte delle istituzioni pubbliche dall’inizio del sondaggio”. Bisogna poi considerare che durante e dopo la pandemia si sono ridotte drasticamente le interazioni dei giovani statunitensi nel mondo reale ed è aumentato fortemente il tempo che trascorrono sui social media. Online c’è stata una proliferazione di spazi frequentati quasi solo da uomini, che in molti casi sono diventati sacche di risentimento antifemminista che hanno contribuito ad avvicinare alla destra molti giovani, soprattutto quelli che un tempo non votavano o non si interessavano di politica. pubblicità Allargando lo sguardo, si può interpretare lo spostamento a destra di tutto il settore tecnologico anche come una risposta a ciò che è successo durante la pandemia, quando furono introdotte misure a tutela dei lavoratori e di giustizia sociale che sono state mal digerite dai capi della Silicon valley. Dopo la fine dell’emergenza sanitaria c’è stata una reazione che ha riguardato sia il lato aziendale, con i dirigenti che hanno cercato di riprendere il controllo sulla forza lavoro, anche imponendo alle persone di tornare in ufficio, sia il lato politico e culturale, nel senso che i leader del settore hanno fatto marcia indietro sulle politiche di moderazione dei contenuti e sono diventati più sfacciati nell’usare la loro presa sul dibattito pubblico per imporre la propria visione del mondo, per poi allearsi con la nuova amministrazione Trump. Sono tanti altri i modi in cui la pandemia ha cambiato gli Stati Uniti. Secondo David Wallace-Wells, opinionista del New York Times, ha inaugurato una nuova era di darwinismo sociale, ha fermato il declino del cristianesimo negli Stati Uniti, ha messo fine a un decennio di grandi proteste per la giustizia sociale, ha sconvolto la vita delle città, ha affondato il sogno della sinistra di una vera trasformazione politica, ha causato la sconfitta di Trump nel 2020 e poi ha condannato la presidenza di Biden, ha stravolto la geografia del lavoro, ha contribuito a far entrare il paese in una nuova era di crescita economica, ha fatto schizzare alle stelle il debito pubblico, ha alimentato la propensione degli americani a scommettere e a investire in modo rischioso, ha radicalizzato le posizioni degli americani sull’immigrazione, ha danneggiato e spaventato una generazione di bambini. Questo testo è tratto dalla newsletter Americana. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Come la pandemia di covid-19 ha cambiato gli Stati Uniti – Alessio Marchionna [...] Read more...
Frank10 Marzo 2025InternazionaleIl 5 marzo del 2025 il Pentagono ha affidato alla Scale Ai, un’azienda statunitense che si occupa di intelligenze artificiali, lo sviluppo di Thunderforge. È un sistema di ia che deve velocizzare la pianificazione militare, con particolare attenzione alle operazioni militari in Europa e nella regione indo-pacifica. L’obiettivo del progetto è fornire all’esercito statunitense strumenti basati su modelli linguistici di grandi dimensioni, simulazioni avanzate e simulazioni di guerra interattive per migliorare la capacità di prendere decisioni rapide in contesti operativi. La Defense innovation unit, l’agenzia che supervisiona il progetto, ha descritto Thunderforge come un sistema capace di testare scenari di battaglia, anticipare minacce e decidere la disposizione di risorse strategiche su scala globale. Non sappiamo quanto valga, economicamente, l’accordo fra Pentagono e Scale Ai. Sappiamo, però, che ci sarà anche la collaborazione della Anduril e della Microsoft. La Anduril è una delle aziende più attive nel settore della difesa: fornirà il suo sistema Lattice, una piattaforma che raccoglie e analizza dati provenienti da droni e altri sensori per ottimizzare le operazioni di combattimento. La Microsoft, invece, contribuirà con i suoi modelli di ia, potenzialmente integrando le capacità di elaborazione degli llm in Thunderforge. L’ammiraglio Sam Paparo, responsabile del comando unificato delle forze armate degli Stati Uniti nell’oceano Pacifico e nell’oceano Indiano, ha dichiarato già a febbraio 2025 che l’intelligenza artificiale potrebbe svolgere un ruolo chiave nel monitorare le attività della Cina, identificando potenziali minacce come esercitazioni militari usate come copertura per azioni offensive. L’ammiraglio ha inoltre sottolineato che il suo comando sta sviluppando una piattaforma, chiamata Mission partner environment, per condividere informazioni e analisi in tempo reale con gli alleati. Ma la pianificazione strategica è solo una parte dell’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle guerre moderne: si va dai droni autonomi ai sistemi di sorveglianza avanzata, dai software di attacco informatico alle armi capaci di identificare e colpire bersagli senza supervisione umana. Non solo. L’uso dell’ia nelle guerre contemporanee ha già cambiato il modo in cui si combatte. Nel conflitto tra Russia e Ucraina, per esempio, i droni dotati di intelligenza artificiale vengono impiegati da entrambi gli eserciti per individuare e attaccare postazioni nemiche. Israele ha utilizzato algoritmi di ai per selezionare obiettivi nei bombardamenti a Gaza e in Libano. In un tentativo di fermare la corsa all’armamento automatico, il 2 dicembre 2024, l’assemblea generale delle Nazioni unite ha approvato la risoluzione 79/L.77 sui sistemi d’arma autonomi letali, con 166 voti a favore, tre contrari (Bielorussia, Russia e Corea del Nord) e quindici astensioni (fra cui quelle della Cina e di Israele). Il documento riconosce i rischi posti dall’uso dell’ia in ambito militare e apre il dibattito su una possibile regolamentazione internazionale. Tuttavia, non prevede alcun divieto vincolante e si limita a invitare gli stati membri a partecipare a consultazioni informali durante l’anno 2025. Gli Stati Uniti hanno votato a favore della risoluzione, ma al tempo stesso hanno fatto sapere di non avere intenzione di fermare le proprie ricerche sull’applicazione dell’ia in ambito bellico. Probabilmente la resistenza a una regolamentazione più stringente è legata al timore di perdere il proprio vantaggio competitivo. Purtroppo l’assenza di un quadro normativo condiviso rischia di favorire una corsa agli armamenti basata sull’ia, con conseguenze potenzialmente destabilizzanti per la sicurezza globale. L’uso di queste tecnologie abbassa la soglia per l’uso della forza: se a combattere sono macchine, la guerra rischia di diventare più frequente, non meno sanguinosa. Eric Schmidt, ex amministratore delegato della Google, è stato uno dei principali sostenitori della militarizzazione dell’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni ha investito milioni di dollari nello sviluppo di tecnologie belliche basate su ia e ha spinto per un coinvolgimento diretto delle aziende tecnologiche nei progetti del dipartimento della difesa. Eppure, nel suo recente documento strategico, scritto con Dan Hendrycks e Alexandr Wang, ha espresso preoccupazione per il rischio di una corsa incontrollata alla superintelligenza. Schmidt critica il piano di finanziamento governativo su larga scala per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generale proposto dal congresso degli Stati Uniti. Secondo Schmidt, una competizione senza freni potrebbe aumentare le tensioni internazionali e innescare attacchi informatici su larga scala da parte di paesi rivali come la Cina. Il rischio è che un paese in vantaggio nello sviluppo dell’ia possa essere visto come una minaccia esistenziale, spingendo gli avversari ad adottare misure drastiche, comprese azioni militari preventive. Come alternativa, Schmidt propone la strategia del mutual assured ai malfunction (maim), un meccanismo di deterrenza che prevede: il blocco delle esportazioni di chip avanzati per impedire ad altri paesi di sviluppare superintelligenze militari; il potenziamento delle capacità di cyberattacco per disattivare progetti di ia ostili prima che diventino una minaccia; la creazione di accordi internazionali per limitare lo sviluppo di intelligenze artificiali generali (agi) in ambito militare. pubblicità Questa visione non è meno aggressiva della corsa agli armamenti, ma sposta l’attenzione dal vincere la gara al dissuadere gli altri dal parteciparvi. Il modello ricorda la dottrina della mutua distruzione assicurata della guerra fredda: se nessuno può sviluppare l’arma finale senza rischiare il collasso del sistema, allora nessuno la svilupperà. Viviamo in un momento storico in cui anche molti intellettuali indossano elmetti metaforici – è difficile che poi partano per il fronte imitando Ungaretti o D’Annunzio – e cavalcano retoriche belliche globali, chiedendosi che fine abbiano fatto i guerrieri. Penso sia utile, allora, non solo ricordare cos’è la guerra, ma anche comprendere bene quali armi esistano oggi, quali siano le applicazioni tecnologiche possibili e quali le conseguenze. Armi autonome, analisi predittive, sorveglianza totale e attacchi informatici automatizzati stanno sostituendo progressivamente le dinamiche tradizionali dei conflitti. Ma le vittime sono sempre umane. Una guerra automatica non è più pulita, non fa meno morti o meno danni. È una guerra, e va evitata in ogni modo possibile. Questo testo è tratto dalla newsletter Artificiale. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Venti di guerra artificiale – Alberto Puliafito [...] Read more...
Frank10 Marzo 2025InternazionaleIl 10 marzo una delegazione israeliana è partita per Doha, in Qatar, dove parteciperà a dei negoziati indiretti sulla fragile tregua nella Striscia di Gaza, dopo che Israele ha interrotto le forniture di elettricità nel territorio per fare pressione su Hamas. Prima dell’avvio dei negoziati, Israele ha bloccato l’unica linea elettrica di Gaza, che alimenta il principale impianto di desalinizzazione dell’acqua del territorio. Hamas ha reagito denunciando “un ricatto inaccettabile”. “Questa decisione mette inoltre a rischio gli ostaggi, che saranno liberati solo in caso di applicazione dell’accordo di tregua nella sua interezza”, ha avvertito il 10 marzo Abdul Latif al Qanua, il portavoce di Hamas. Lo stesso giorno la Germania ha chiesto a Israele di “sbloccare immediatamente l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza”. L’accordo di tregua, raggiunto grazie alla mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto, è entrato in vigore il 19 gennaio. Durante la prima fase dell’accordo, che si è conclusa il 1 marzo, Hamas ha restituito trentatré ostaggi israeliani, otto dei quali morti, mentre Israele ha rilasciato circa 1.800 prigionieri palestinesi. La delegazione israeliana a Doha è guidata da un alto funzionario dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna, e dal mediatore incaricato degli ostaggi, Gal Hirsch. Secondo l’esercito israeliano, a Gaza ci sono ancora 58 ostaggi, 34 dei quali morti. I negoziatori di Hamas, guidati da Mohammed Darwish, sono arrivati a Doha il 9 marzo. Lo stesso giorno l’inviato statunitense per gli ostaggi, Adam Boehler, ha espresso il suo ottimismo su un accordo per il loro rilascio, definendo i recenti colloqui diretti con Hamas come “molto utili”. I disaccordi riguardano la prosecuzione della tregua. Hamas chiede l’applicazione della seconda fase dell’accordo, che prevede un cessate il fuoco permanente, il ritiro completo israeliano da Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi. Israele, però, punta a una proroga della prima fase della tregua fino alle metà di aprile e, per passare alla seconda fase, chiede la “demilitarizzazione totale” della Striscia di Gaza e la restituzione di tutti gli ostaggi. “Israele continua a chiedere modifiche all’accordo originario”, ha affermato Hamas in un comunicato. Sorgente ↣ : Una delegazione israeliana a Doha per i negoziati sulla tregua a Gaza [...] Read more...
Frank10 Marzo 2025InternazionaleAlmeno sedici persone sono morte nelle alluvioni, causate da una tempesta, che hanno colpito la città portuale di Bahía Blanca, in Argentina, mentre decine di persone risultano disperse, hanno affermato le autorità il 9 marzo. Tra i dispersi ci sono due bambine di uno e cinque anni, strappate dalle braccia della madre da un improvviso innalzamento del livello dell’acqua. Il presidente Javier Milei ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. “Il governo farà tutto il possibile per aiutare le comunità colpite”, ha dichiarato in un comunicato. Secondo il sindaco di Bahía Blanca, Federico Susbielles, le alluvioni hanno causato danni per circa 370 milioni di euro. Il 7 marzo sulla città, che ha 350mila abitanti e si trova nella provincia di Buenos Aires, sono caduti circa quattrocento millimetri di pioggia nel giro di poche ore, la quantità che di solito cade in un anno. Il fiume Maldonado ha straripato sommergendo vari quartieri. Secondo i dati ufficiali, quasi mille persone sono state costrette a lasciare le loro case. “Questo disastro è chiaramente legato al cambiamento climatico”, ha dichiarato Andrea Dufourg, responsabile delle politiche ambientali a Ituzaingó, un’altra città nella provincia di Buenos Aires. “Non abbiamo altra scelta che investire nelle misure di adattamento, preparando le nostre città e i nostri cittadini a una moltiplicazione degli eventi estremi”. Nel dicembre 2023 Bahía Blanca era già stata colpita da una violenta tempesta che aveva causato tredici morti. Sorgente ↣ : Argentina, le alluvioni a Bahía Blanca causano sedici morti e decine di dispersi [...] Read more...
Frank10 Marzo 2025InternazionaleLa scorsa settimana ha fatto discutere la decisione della corte di cassazione di accogliere il ricorso di un cittadino eritreo, ribaltando la sentenza della corte di appello di Roma del 13 marzo del 2024 che gli aveva negato il risarcimento dei danni subiti quando è stato trattenuto a bordo della nave della guardia costiera italiana “Ubaldo Diciotti ”, dal 16 al 25 agosto 2018. Era stato prima negato l’attracco e poi lo sbarco di un gruppo di 177 migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale per undici giorni, per ordine dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini. Il ragazzo eritreo, che nel frattempo ha ottenuto lo status di rifugiato nel Regno Unito, faceva parte di un gruppo di 44 persone che nel dicembre 2018 aveva presentato una richiesta di risarcimento allo stato italiano. Per la vicenda, il tribunale dei ministri di Palermo (una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni) indagò l’allora ministro Salvini con l’accusa di sequestro di persona, ritenendo illegittimo il trattenimento dei profughi sulla nave militare. Il caso fu poi passato al tribunale di Catania per competenza territoriale e la procura chiese l’archiviazione. Il tribunale dei ministri la respinse chiedendo al senato l’autorizzazione a procedere per il leader della Lega, ma la giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere votò contro e impedì che il procedimento penale contro Salvini andasse avanti. “Abbiamo incontrato un gruppo di una quarantina di eritrei a settembre del 2018, subito dopo il loro trasferimento a Rocca di Papa, dopo il blocco della nave Diciotti”, racconta Giovanna Cavallo, coordinatrice dell’associazione Legal aid, che ha seguito il ricorso dell’uomo insieme alle associazioni Baobab experience, Medu e A buon diritto. “I migranti sembravano spaesati e non si erano resi conto pienamente di quello che avevano subìto. Li abbiamo informati sui loro diritti e hanno deciso di fare ricorso per ottenere un risarcimento in sede civile”, continua Cavallo, che spiega di essere rimasta in contatto telefonico con la maggior parte di loro. Qualche settimana dopo la firma delle procure agli avvocati, la maggior parte dei migranti ha lasciato l’Italia per raggiungere familiari e amici in paesi europei ritenuti più accoglienti, ma il processo è andato avanti fino alla sentenza di appello del 2014, che ha negato il risarcimento. Ma la corte di cassazione ha dato ragione all’eritreo escludendo che “il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale”. Per la corte “l’azione del governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati”. Inoltre, secondo i giudici della cassazione la responsabilità civile per i danni subiti dai naufraghi a bordo della nave Diciotti non può essere esclusa per il fatto che il senato avesse negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro, perché in questo caso sono stati attaccati “diritti della persona inviolabili e come tali non comprimibili né suscettibili di minorata tutela di compromesso”. Infine, la sentenza richiama l’Italia all’obbligo di soccorso in mare secondo le convenzioni internazionali, e stabilisce che “lo stato responsabile del soccorso deve organizzare lo sbarco nel più breve tempo ragionevolmente possibile (convenzione Sar, capitolo 3.1.9), fornendo un luogo sicuro in cui terminare le operazioni di soccorso. È solo con la concreta indicazione del place of safety (pos), e con il successivo arrivo dei naufraghi nel luogo sicuro designato, che, infatti, l’attività di search and rescue (ricerca e soccorso) può considerarsi conclusa”. pubblicità “Questa ordinanza di risarcimento è un precedente importante”, commenta Giovanna Cavallo, secondo la quale si può mettere in discussione la legittimità di assegnare porti di sbarco molto lontani, come avviene ormai con il decreto Piantedosi per tutte le navi delle imbarcazioni umanitarie, o anche di trasferire i migranti in Albania per molti giorni come è avvenuto a tre gruppi di richiedenti asilo a partire dall’ottobre 2024. “La cassazione chiarisce che i naufraghi devono essere portati a terra più velocemente possibile e non possono essere privati della libertà personale per giorni come è avvenuto a tutti i richiedenti asilo che sono stati trasportati in Albania negli ultimi mesi”. Il giurista, esperto di diritto del mare, Fulvio Vassallo Paleologo è della stessa opinione: “La valutazione sulla tollerabilità del trattenimento a bordo della nave soccorritrice potrebbe comportare conseguenze rilevanti sia sulla ammissibilità dell’assegnazione di porti sicuri di sbarco ‘vessatori’, eccessivamente lontani dal luogo del soccorso, sia sulle ipotesi di trattenimento ai fini dell’identificazione, nel caso dei naufraghi soccorsi da navi militari italiane in acque internazionali, e poi bloccati a bordo per giorni, in attesa di un successivo trasferimento verso i centri di detenzione previsti dal protocollo Italia-Albania”. Il 7 marzo, dopo la pubblicazione dell’ordinanza, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha criticato la corte sui social network definendo la decisione “opinabile e frustrante”, mentre il vicepremier Matteo Salvini ha parlato di una decisione “vergognosa”, di “un’altra invasione di campo indebita”. Alle reazioni del governo ha risposto con una nota la prima presidente della corte, Margherita Cassano, dicendo: “Le decisioni della corte di cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono invece inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo stato di diritto”. Questo articolo è stato tratto dalla newsletter Frontiere. Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it Sorgente ↣ : Perché il caso Diciotti è così importante – Annalisa Camilli [...] Read more...
Frank14 Marzo 2025InternazionaleNella notte tra il 12 e il 13 marzo un terremoto di magnitudo 4,4 sulla scala Richter ha colpito l’area vulcanica dei Campi Flegrei, vicino a Napoli, causando alcuni danni e panico tra gli abitanti. La scossa principale, seguita da alcune repliche di minore intensità, è stata registrata all’1.25 a una profondità di 2,5 chilometri, ha affermato l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Foto e video pubblicati sui social network mostrano auto coperte di detriti, case danneggiate, soffitti crollati e abitanti in preda al panico in strada nel cuore della notte. Secondo l’Ansa, una donna è rimasta leggermente ferita, mentre danni materiali sono stati segnalati in varie zone della Campania, tra cui Bagnoli, un quartiere nella parte ovest di Napoli, dove il 13 marzo le scuole sono rimaste chiuse. La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha fatto sapere che sta monitorando la situazione ed è in contatto con il dipartimento della protezione civile. L’area vulcanica dei Campi Flegrei è stata colpita da vari terremoti negli ultimi anni. Anche l’ultimo sisma di rilievo, nel maggio 2024, era stato di magnitudo 4,4. Questi due terremoti sono stati i più forti degli ultimi quarant’anni. L’area è una grande caldera in stato di quiescenza, su un perimetro di quindici chilometri per dodici, che si è formata in seguito a violente eruzioni. Considerata la più grande caldera attiva d’Europa, si trova vicino al mare tra i comuni di Napoli e Pozzuoli. Lo scenario peggiore è improbabile Non lontano dai Campi Flegrei c’è il Vesuvio, che domina il golfo di Napoli e la cui eruzione nel 79 dC aveva distrutto Pompei. I Campi Flegrei preoccupano gli abitanti della zona e gli scienziati a causa di una ripresa dell’attività, con i gas emessi dal magma che esercitano una forte pressione sul terreno. Tuttavia, secondo gli scienziati, lo scenario peggiore – una violenta eruzione di lava, cenere e rocce – è improbabile nel prossimo futuro. Sorgente ↣ : Terremoto di magnitudo 4,4 ai Campi Flegrei, danni materiali e panico tra gli abitanti [...] Read more...

Donald Trump tiene il primo discorso al congresso del suo secondo mandato

“Abbiamo appena cominciato”, ha affermato il 4 marzo il presidente statunitense Donald Trump nel suo primo discorso al congresso, davanti a eletti repubblicani euforici e democratici angosciati, dopo aver già messo in subbuglio nel giro di poche settimane le istituzioni degli Stati Uniti e l’ordine mondiale.

“Gli Stati Uniti stanno tornando con forza sulla scena internazionale in un modo che il mondo non ha mai visto e forse non vedrà mai più”, ha dichiarato durante un discorso di quasi due ore costellato di superlativi e affermazioni tanto eclatanti quanto impossibili da verificare.

Gli eletti democratici, in minoranza sia al senato sia alla camera dei rappresentanti, hanno cercato di esprimere il loro disaccordo.

All’arrivo di Trump, un’eletta democratica ha mostrato un cartello con la scritta “tutto questo non è normale”. Molti deputati e senatori democratici hanno lasciato l’aula durante il discorso, mentre un eletto è stato espulso dopo aver protestato ad alta voce.

Trump ha invitato i presenti a tributare una standing ovation all’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, nominato a capo di una nuova commissione per l’efficienza governativa e attualmente impegnato a smantellare l’amministrazione pubblica federale.

Il presidente statunitense ha elencato una serie di spese che considera superflue o addirittura fraudolente, sostenendo, senza che sia stato possibile verificarlo, che un uomo nato 360 anni fa risulta ancora come beneficiario del welfare.

Trump ha poi deriso gli aiuti internazionali allo sviluppo, che ha deciso di tagliare drasticamente, affermando “che nessuno ha mai sentito parlare di paesi come il Lesotho”.

Gli eletti repubblicani, guidati dal presidente della camera Mike Johnson e dal vicepresidente JD Vance, si sono alzati in piedi più volte per applaudire, gridando “U-S-A!” e ”Trump! Trump! Trump!”.

Il presidente, che sta smantellando i programmi per la transizione energetica e le iniziative per la diversità e l’inclusione in nome del “buon senso”, ha dichiarato: “Basta con l’ideologia woke”.

Trump si è impegnato a risanare il bilancio degli Stati Uniti e a introdurre al più presto grandi tagli alle tasse.

Con i mercati azionari sempre più nervosi, ha riconosciuto che le offensive commerciali contro molti paesi, tra cui Canada e Messico, causeranno “qualche problema”.

Il presidente statunitense si è poi impegnato a “fare la guerra ai cartelli della droga messicani” e a portare avanti il suo piano di espulsioni di massa.

Ha ribadito che la Groenlandia finirà per unirsi agli Stati Uniti “in un modo o nell’altro” e ha promesso di riprendere il controllo del canale di Panamá.

Riguardo all’Ucraina, si è limitato a riferire di aver ricevuto una lettera del presidente Volodymyr Zelenskyj, che si è detto pronto a firmare un accordo sui minerali strategici ucraini e a negoziare la pace con la Russia.

La democratica Nancy Pelosi, ex presidente della camera, ha denunciato un discorso pieno di “falsità”.



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Il gommista che organizza feste scambiste e altre storie – Alessandro Gilioli

A Lodi Vecchio (Lodi) un gommista organizza feste per scambisti in una villa per pagarsi il mutuo della villa stessa, dove abita con la compagna a cui si dice fedele (1). A Palermo un’agenzia di investigazioni propone un kit di rilevamento del liquido seminale nella biancheria per scoprire eventuali infedeltà del partner (2). L’Emilia-Romagna è la regione italiana in cui avvengono più infedeltà sessuali (3).

In un locale di Rimini si è tenuto un incontro dedicato alla libido intitolato “Fammi il piacere” (4). A Milano una content creator di OnlyFans ha annunciato di essere tornata vergine grazie alla vaginoplastica (5). A Bologna l’arcivescovo ha detto che bisogna educare alla sessualità i ragazzi altrimenti lo fa solo la pornografia online (6). Il 52 per cento dei ragazzi italiani sotto i vent’anni ha usato il web come prima fonte di informazioni sul sesso (7).

A Roma un famoso conduttore televisivo ha accusato lo psichiatra dell’ex moglie di averla sedotta durante la terapia e per questo avrebbero divorziato (8). A Ripa Teatina (Chieti) un uomo di 36 anni ha organizzato una festa per il suo divorzio con palloncini e confetti (9). In provincia di Trento un uomo di 61 anni dopo il divorzio vive in macchina con il suo cane e non vuole andare in dormitorio perché lì non possono entrare animali (10). A Roma un uomo ha ottenuto un assegno di mantenimento di 3.500 euro al mese perché durante il matrimonio non aveva mai lavorato, in accordo con la moglie milionaria da cui poi si è separato (11). A Milano si aprirà a inizio marzo una causa di divorzio in cui l’ex moglie di un calciatore ha chiesto un assegno di mantenimento di mezzo milione di euro al mese (12).

Nelle colline di Santa Giulietta (Pavia) un castello del diciottesimo secolo è stato messo in vendita per tre milioni e mezzo di euro (13) (14). A Pandino (Cremona) la pro loco ha chiesto ad alcuni sedicenti cacciatori di fantasmi di indagare con rilevatori infrarossi nel castello del quattordicesimo secolo per captare segnali su diverse sanguinose tragedie che vi sarebbero avvenute (15). A Morsasco (Alessandria) il proprietario del castello ne ha aperto le porte al pubblico per vendere a pezzi tutto l’arredamento e l’oggettistica (16). A Vogogna (Verbania) sono state organizzate visite al castello a lume di candela per sensibilizzare sul risparmio energetico (17). A Salerno un uomo si è impiccato all’esterno di una torretta del castello e per recuperarne il corpo è dovuto intervenire un elicottero dei vigili del fuoco (18).

In Piemonte ogni giorno 170 persone si rivolgono ai pronto soccorso psichiatrici (19). A Pieve di Soligo (Treviso) è in corso una rassegna di film sulla salute mentale intitolata “Io sono un po’ matto e tu?” (20). A Imola è nato un progetto sulla memoria psichiatrica della zona intitolato “La città dei matti” (21). A Racconigi (Cuneo) l’ente per il turismo organizza visite guidate nell’ex manicomio (22).

A Bologna si sta organizzando una rassegna di film che fanno piangere e all’ingresso verranno distribuiti fazzolettini per asciugare le lacrime (23). Un film psicologico girato a Roma che si immerge nella mente dei protagonisti è la pellicola più vista al cinema in Italia (24). Alle isole Eolie (Messina) si girerà buona parte del kolossal L’Odissea del regista Christopher Nolan con Matt Dillon nei panni di Ulisse (25). A Napoli un attore di 29 anni ha iniziato una dieta ipercalorica per ingrassare venti chili e poter così impersonare il cantante Pino Daniele in un film (26). A Genova il comune ha concesso una sala per la proiezione di un docufilm filogovernativo russo sugli eventi dell’Ucraina nel 2014 scatenando molte polemiche (27).

A Torino è in scena uno spettacolo teatrale in cui gli spettatori hanno cuffie wireless con le quali durante lo spettacolo sentono parlare Berlusconi e altri leader politici (28). A Massa Carrara in un teatro vengono fornite cuffie wireless agli spettatori non vedenti perché fruiscano di un’audiodescrizione del contesto scenico (29). A Siracusa è in corso un esperimento teatrale che mette in scena le antiche commedie e tragedie greche coinvolgendo il pubblico, privo di sedie, come coprotagonista dello spettacolo (30). A Torino è in scena un’opera teatrale ambientata nella Roma imperiale e interamente recitata in latino (31).

Al teatro dell’opera di Roma le ballerine si sono rifiutate di ballare per le pessime condizioni dei bagni e la direzione ora vuole sanzionarle (32). Una tournée teatrale con attori down è arrivata in provincia di Macerata (33) dopo aver avuto oltre 120mila spettatori in sei anni di repliche in tutta Italia (34). Al festival della magia di San Marino si esibirà un’illusionista di Rimini con sindrome di down (35).

A Senigallia (Ancona) la preside di una scuola media ha escluso due studenti con disabilità dalla gita scolastica in settimana bianca sostenendo che non c’era il personale adatto per somministrargli i farmaci (36). A Mira (Venezia) un centro per disabili è stato imbrattato con scritte offensive e svastiche (37). A Bolzano un gruppo di adolescenti neonazisti e satanisti stava organizzando la “settimana del terrore” (38). Il vescovo di Rimini ha accusato i satanisti per il furto di un tabernacolo e di alcune confezioni di ostie a una comunità di frati di Santarcangelo di Romagna (39).

In un parco di Roma alcuni seguaci del nuovo credo pagano neomondista abbracciano gli alberi malati che devono essere abbattuti (40) (41). Ad Asti un ignoto ha piantato una croce con la scritta “eri l’albero più bello della città” sul moncone del tronco di un albero centenario malato e quindi abbattuto (42). A Fiorano (Modena) due tifosi della Ferrari ha tagliato senza autorizzazione alberi e arbusti attorno al circuito automobilistico per poter vedere meglio le prove della Formula 1 (43). Nelle Marche un’associazione ecologista ha denunciato che per costruire il gasdotto “Linea Adriatica” sugli Appennini saranno abbattuti due milioni di alberi (44).

A Varese sono in via di installazione decine di portacenere stradali per riciclare i mozziconi di sigarette ricavandone montature di occhiali, cerniere, bottoni o manici di ombrello (45). A Quartu Sant’Elena (Cagliari) la posidonia che finisce sulle spiagge non verrà più buttata come spazzatura ma trasformata in fertilizzante (46). A Milano è stato presentato un programma per la raccolta domiciliare differenziata di vestiti e tessili (47) dopo che una direttiva europea ha imposto di multare chi ripone questi materiali nell’indifferenziato (48). Castellana Grotte (Bari) è il primo comune d’Italia che per la raccolta dei rifiuti fa la differenziata anche tra vetro chiaro e vetro scuro (49). A Morterone (Lecco) un uomo ha trasportato in auto una notevole quantità di spazzatura per disfarsene in un bosco ma è stato individuato e multato perché tra i rifiuti c’erano alcuni documenti con il suo nome (50).

A Monte di Maio (Vicenza) il sindaco ha messo una taglia per individuare un ignoto che lascia da tempo decine di lattine di birra vuote su un ponte e ha promesso che la pagherà di tasca sua (51). A Venezia un turista ha preso una multa di 450 euro perché urinava vicino a piazza San Marco (52). Nelle campagne del Conero (Ancona) un agriturismo è stato multato perché serviva carne irlandese anziché prodotti del territorio (53). A Castellammare di Stabia (Napoli) un pregiudicato di camorra è uscito dal carcere e la sera ha organizzato una festa nel ristorante di sua proprietà con fuochi d’artificio ma il sindaco ha visto i fuochi e ha mandato i vigili che gli hanno dato una multa di 19mila euro per festa abusiva in locale pubblico, cibi non tracciati e un lavoratore in nero (54).

A Ripatransone (Ascoli Piceno) il sindaco ha voluto provocare i dipendenti comunali a suo dire fannulloni mettendo nella bacheca del municipio due mazzi di carte e un ordine di servizio in cui invitava i dipendenti stessi a disputare tornei di scopa, briscola e tressette (55). A Minervino (Lecce) un consigliere di minoranza ha pubblicato un fotomontaggio del sindaco con un fez fascista causando molte polemiche (56). A Castelvetrano (Trapani) il sindaco si è rifiutato di togliere i fasci littori dai lampioni installati durante il ventennio (57) (58). A Villa Lagarino (Trento) l’ex parroco spretato si è candidato sindaco (59).

Un artista di Viterbo è sotto processo per aver trasformato in un’installazione artistica l’automobile della sindaca, secondo la quale invece si è trattato di un atto vandalico a sfondo sessista (60) (61). A Milano per la fashion week un artista ha trasformato una storica edicola di giornali in un’installazione sulle montagne delle Dolomiti dove un’azienda di mele del Trentino regalerà mele in un tessuto griffato (62) (63). A Grottammare (Ascoli Piceno) un artista lascia di notte le sue sculture di gatti sulle strade e nelle piazze (64).

A Milano una famosa opera del pittore Enrico Baj, dedicata alla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, dopo un lungo girovagare e alcune censure (65) è stata esposta dal comune in una sala angusta dove si fatica a vederla e i pannelli sono stati decomposti, provocando molte polemiche (66) e la protesta delle figlie del ferroviere morto in questura (67) (68). A Pietrelcina (Benevento) durante un convegno sulle radici cristiane dell’Europa un artista ha regalato al ministro Tajani un dipinto in oro zecchino che raffigura lo stesso Tajani (69).



Sorgente ↣ : Il gommista che organizza feste scambiste e altre storie – Alessandro Gilioli