Ambra Angiolini: «Ho avuto solo casi umani, tranne uno». La battuta sugli ex Max Allegri e Francesco Renga

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Di rivalità in amore Ambra Angiolini non ha mai sofferto. Il motivo? Lo fornisce direttamente l’attrice: «Forse i miei uomini, a parte il padre dei miei figli, erano dei casi umani. Non interessavano a nessuna», ha detto in un incontro stampa per il lancio di BFF. Best friend forever, che uscirà il 14 marzo su Paramount+. L’unico a salvarsi, insomma, è Francesco Renga. Da dimenticare invece la relazione con Massimiliano Allegri tra il 2017 e il 2021, terminata bruscamente (e malamente) a causa di un tradimento dell’allenatore. Anche se la questione, almeno per Angiolini, sembra bella che chiusa: «Non ho scheletri nell’armadio, solo vestiti».

Angiolini “scorretta”: «Siamo donne stronze, come tanti uomini»

Il tema calza a pennello con BFF, in cui Ambra Angiolini e Anna Ferzetti tornano a recitare insieme inscenando due vecchie amiche che finiscono per diventare, da adulte, rivali in amore. Lo scopo della commedia, diretta da Andrea Fazzini e Alessandro Pavanelli, «è solo divertire, esplorare la parte più goliardica e meschina di certi comportamenti femminili», hanno spiegato le due attrici. «Magari proprio verso uomini che non se lo meritano». In poche parole, la storia di «due donne stronze, al pari di tanti personaggi maschili». Che si tratti di riferimenti solo cinematografici o anche un po’ autobiografici, è comunque un’occasione per «prenderci il gusto di mostrare il lato cinico, non solo quello emotivo. Parlare di quel vizietto di competizione da cui in questi anni abbiamo fatto marcia indietro in una società sempre troppo maschilista». Anche perché spesso «non è neanche il caso di gareggiare, se il premio è quello».

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Elon Musk sotto attacco, l’assalto contro il suo social X: «Colpa di un grande gruppo o un Paese». Rivendicano gli hacker di Dark Storm Team

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«C’è stato – ed è ancora in corso – un massiccio attacco informatico contro X». La conferma dei disservizi in corso ormai da stamattina arriva da Elon Musk in persona, che ha sottolineato sul suo social media come dietro al cyberattacco ci sarebbe «un grande gruppo o un Paese». Secondo il miliardario, infatti, si tratta di un’operazione senza precedenti contro la rete: «Veniamo attaccati ogni giorno, ma questa volta hanno usato molte risorse». Secondo Newsweek, il gruppo hacker Dark Storm Team avrebbe rivendicato con un post su Telegram la responsabilità dell’attacco, a cui avrebbe bloccato ogni accesso.

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Chi c’è dietro il «Dark Storm Team»

Malfunzionamenti a singhiozzo, iniziati intorno alle 10 ora italiana e che tuttora continuano a colpire duramente l’app e il sito web del social X. Segnalazioni da tutto il mondo che vanno a confermare, come ha scritto Dark Storm Team su Telegram, che l’obiettivo degli hacker sono i servizi di rete (il cosiddetto attacco DDoS, che mira a rendere una rete inagibile per gli utenti). Il gruppo hacker sarebbe stato formato nel 2023 e avrebbe un orientamento fortemente filo-palestinese. Il mese scorso aveva promesso sui social media di attaccare duramente i siti web governativi dei Paesi della Nato, di Israele e di tutti i governi che sostengono Tel Aviv.

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Il caso della pubblicità sui registri scolastici finisce all’Antitrust. Un sindacato accusa l’altro: «Siete soci di Spaggiari». Ecco l’accusa e la difesa

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Si apre un nuovo capitolo sullo scandalo della pubblicità apparsa nell’app ClasseViva, che gestisce i registri elettronici dove migliaia di genitori e studenti possono controllare voti, ritardi e assenze segnati dagli insegnanti. Assoscuola, l’associazione che rappresenta le aziende fornitrici di software e servizi per le scuole, ha inviato una lettera all’Antitrust, all’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione), al Garante della Privacy e al ministero dell’Istruzione e del Merito. La denuncia riguarda un possibile conflitto di interessi e possibili pratiche di concorrenza sleale nel settore dei servizi digitali scolastici.

Lo scandalo pubblicità e la denuncia di Assoscuola

Il nodo della questione nasce dagli interessi che condividono il Gruppo Spaggiari, che vende servizi digitali per le scuole, tra cui il registro elettronico, e l’Anp (Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola), il sindacato che rappresenta i dirigenti scolastici. Legami che, secondo Assoscuola, «potrebbero compromettere il principio di una concorrenza leale, trasparente e indipendente oltre che l’assenza di conflitto di interessi». Per comprendere come si è arrivati alle connessioni tra Spaggiari e l’Anp è necessario fare un passo indietro.

La polemica è esplosa nei giorni scorsi quando è emerso che, attraverso l’App ClasseViva, Spaggiari consentiva la presenza di contenuti pubblicitari nei registri elettronici. In un’intervista a Open, il sindacato DirigentiScuola si è detto contrario a questa pratica sostenendo che i «dirigenti spesso non sono consapevoli di ciò che acquistano». In poco tempo la questione ha attirato una serie di reazioni critiche. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha definito «inaccettabile» la gestione della pubblicità nei registri elettronici. E Agostino Ghiglia, componente del Garante per la Protezione dei Dati Personali, ha espresso «forti dubbi» sulla legittimità del trattamento dei dati.

Il passo indietro di Spaggiari

In risposta alle critiche, Spaggiari ha annunciato il ritiro dei contenuti considerati inappropriati «fino a quando le singole scuole non avranno consapevolmente rivisto il proprio consenso ai singoli servizi». Una mossa che ha accontentato solo a metà il sindacato DirigentiScuola. Secondo il presidente Fratta, «l’azienda non deve sospendere “per ora”, ma per sempre». E, in un secondo intervento a Open, ha aggiunto: «Non è elegante dire che il tutto è stato fatto con il consenso dei genitori. Spiace che a fare certe affermazioni siano persone di associazioni sindacali legate a Spaggiari».

La denuncia di Assoscuola

Dopo le parole di Fratta, Assoscuola ha innescato una protesta con la sua lettera alle autorità competenti. «Quelle affermazioni sollevano seri interrogativi sulla trasparenza delle dinamiche di mercato nel settore educativo», dichiara l’associazione nella lettera. «Anp e Spaggiari sono soci nella società ItaliaScuola.it». Il legame tra i due è dichiarato, ma ora è al centro dell’attenzione per le accuse sollevate da Assoscuola.

Le società coinvolte e il possibile conflitto di interessi

ItaliaScuola.it si occupa di consulenza, informazione e formazione per le scuole. Fondata nel 2002, ha due soci: Anp, che detiene il 58% delle quote, e Spaggiari che ne possiede il 42%. Inoltre, il presidente del CdA è Antonello Giannelli, nonché attuale presidente dell’Anp. Ma non è tutto. Assoscuola ha segnalato un ulteriore elemento di criticità: la società Euroservice, specializzata nella protezione dei dati personali nelle scuole, «è interamente di proprietà del Gruppo Spaggiari». Alla luce di questi legami, nella lettera rivolta all’Antitrust e all’Anac, Assoscuola si dice fortemente preoccupato perché si tratta di «connessioni che potrebbero compromettere il principio di una concorrenza leale e trasparente – essenziale per garantire efficienza e qualità alle istituzioni pubbliche – e sollevano il dubbio che il principio di indipendenza e l’assenza di conflitto di interessa siano minati». Da qui, la richiesta di «un intervento urgente» da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito, Anac, Garante per la Privacy e Antitrust per fare piena luce sulla vicenda. «La tutela della scuola pubblica e l’integrità dei suoi strumenti digitali devono rimanere una priorità assoluta», si legge nella lettera firmata dal presidente di Assoscuola, Stefano Rocchi, e dal vicepresidente Giovanni Iacono.

La replica dell’Anp: «Ecco perché non c’è conflitto di interessi»

Dal canto suo, il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, respinge tutte le accuse dichiarando che «il presunto conflitto di interessi non sussiste in alcun modo. Non abbiamo alcun titolo a intervenire sugli acquisti effettuati dalle istituzioni scolastiche e in oltre 20 anni non abbiamo mai operato in questo senso nei confronti di alcun dirigente scolastico». E, «a riprova di quanto dichiarato», ci tiene a mettere in evidenza che «molte scuole clienti di ItaliaScuola.it sono dirette da dirigenti non iscritti all’Anp, e numerosi dirigenti Anp non hanno mai acquistato i servizi della società». Poi un duro attacco al mittente delle accuse, che – seppur non esplicitato – sembra essere DirigentiScuola: «È l’ennesimo tentativo di diffamazione ai danni dell’Anp, da parte di chi, soffrendo di una posizione defilata rispetto ad Anp nel panorama sindacale della scuola, sta agendo in maniera scorretta».

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