Il caso della pubblicità sui registri scolastici finisce all’Antitrust. Un sindacato accusa l’altro: «Siete soci di Spaggiari». Ecco l’accusa e la difesa

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Si apre un nuovo capitolo sullo scandalo della pubblicità apparsa nell’app ClasseViva, che gestisce i registri elettronici dove migliaia di genitori e studenti possono controllare voti, ritardi e assenze segnati dagli insegnanti. Assoscuola, l’associazione che rappresenta le aziende fornitrici di software e servizi per le scuole, ha inviato una lettera all’Antitrust, all’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione), al Garante della Privacy e al ministero dell’Istruzione e del Merito. La denuncia riguarda un possibile conflitto di interessi e possibili pratiche di concorrenza sleale nel settore dei servizi digitali scolastici.

Lo scandalo pubblicità e la denuncia di Assoscuola

Il nodo della questione nasce dagli interessi che condividono il Gruppo Spaggiari, che vende servizi digitali per le scuole, tra cui il registro elettronico, e l’Anp (Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola), il sindacato che rappresenta i dirigenti scolastici. Legami che, secondo Assoscuola, «potrebbero compromettere il principio di una concorrenza leale, trasparente e indipendente oltre che l’assenza di conflitto di interessi». Per comprendere come si è arrivati alle connessioni tra Spaggiari e l’Anp è necessario fare un passo indietro.

La polemica è esplosa nei giorni scorsi quando è emerso che, attraverso l’App ClasseViva, Spaggiari consentiva la presenza di contenuti pubblicitari nei registri elettronici. In un’intervista a Open, il sindacato DirigentiScuola si è detto contrario a questa pratica sostenendo che i «dirigenti spesso non sono consapevoli di ciò che acquistano». In poco tempo la questione ha attirato una serie di reazioni critiche. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha definito «inaccettabile» la gestione della pubblicità nei registri elettronici. E Agostino Ghiglia, componente del Garante per la Protezione dei Dati Personali, ha espresso «forti dubbi» sulla legittimità del trattamento dei dati.

Il passo indietro di Spaggiari

In risposta alle critiche, Spaggiari ha annunciato il ritiro dei contenuti considerati inappropriati «fino a quando le singole scuole non avranno consapevolmente rivisto il proprio consenso ai singoli servizi». Una mossa che ha accontentato solo a metà il sindacato DirigentiScuola. Secondo il presidente Fratta, «l’azienda non deve sospendere “per ora”, ma per sempre». E, in un secondo intervento a Open, ha aggiunto: «Non è elegante dire che il tutto è stato fatto con il consenso dei genitori. Spiace che a fare certe affermazioni siano persone di associazioni sindacali legate a Spaggiari».

La denuncia di Assoscuola

Dopo le parole di Fratta, Assoscuola ha innescato una protesta con la sua lettera alle autorità competenti. «Quelle affermazioni sollevano seri interrogativi sulla trasparenza delle dinamiche di mercato nel settore educativo», dichiara l’associazione nella lettera. «Anp e Spaggiari sono soci nella società ItaliaScuola.it». Il legame tra i due è dichiarato, ma ora è al centro dell’attenzione per le accuse sollevate da Assoscuola.

Le società coinvolte e il possibile conflitto di interessi

ItaliaScuola.it si occupa di consulenza, informazione e formazione per le scuole. Fondata nel 2002, ha due soci: Anp, che detiene il 58% delle quote, e Spaggiari che ne possiede il 42%. Inoltre, il presidente del CdA è Antonello Giannelli, nonché attuale presidente dell’Anp. Ma non è tutto. Assoscuola ha segnalato un ulteriore elemento di criticità: la società Euroservice, specializzata nella protezione dei dati personali nelle scuole, «è interamente di proprietà del Gruppo Spaggiari». Alla luce di questi legami, nella lettera rivolta all’Antitrust e all’Anac, Assoscuola si dice fortemente preoccupato perché si tratta di «connessioni che potrebbero compromettere il principio di una concorrenza leale e trasparente – essenziale per garantire efficienza e qualità alle istituzioni pubbliche – e sollevano il dubbio che il principio di indipendenza e l’assenza di conflitto di interessa siano minati». Da qui, la richiesta di «un intervento urgente» da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito, Anac, Garante per la Privacy e Antitrust per fare piena luce sulla vicenda. «La tutela della scuola pubblica e l’integrità dei suoi strumenti digitali devono rimanere una priorità assoluta», si legge nella lettera firmata dal presidente di Assoscuola, Stefano Rocchi, e dal vicepresidente Giovanni Iacono.

La replica dell’Anp: «Ecco perché non c’è conflitto di interessi»

Dal canto suo, il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, respinge tutte le accuse dichiarando che «il presunto conflitto di interessi non sussiste in alcun modo. Non abbiamo alcun titolo a intervenire sugli acquisti effettuati dalle istituzioni scolastiche e in oltre 20 anni non abbiamo mai operato in questo senso nei confronti di alcun dirigente scolastico». E, «a riprova di quanto dichiarato», ci tiene a mettere in evidenza che «molte scuole clienti di ItaliaScuola.it sono dirette da dirigenti non iscritti all’Anp, e numerosi dirigenti Anp non hanno mai acquistato i servizi della società». Poi un duro attacco al mittente delle accuse, che – seppur non esplicitato – sembra essere DirigentiScuola: «È l’ennesimo tentativo di diffamazione ai danni dell’Anp, da parte di chi, soffrendo di una posizione defilata rispetto ad Anp nel panorama sindacale della scuola, sta agendo in maniera scorretta».

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Maltrattamenti sulle «Farfalle» della ginnastica, il Gip ordina l’imputazione coatta per Emanuela Maccarani

 

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Il Gip del Tribunale di Monza ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dall’Ufficio del Pubblico Ministero in relazione alla posizione di Olga Tishina e ha viceversa ordinato la formulazione dell’imputazione per maltrattamenti per Emanuela Maccarani, rispettivamente assistente e direttrice tecnica delle “Farfalle” della ginnastica ritmica di Desio (Monza). A renderlo noto è il presidente del Tribunale di Monza Maria Gabriella Mariconda. La procura aveva chiesto l’archiviazione dalle accuse per entrambe. Anche nel parallelo processo sportivo il verdetto per le due resta incerto. Quello già svoltosi si era concluso con un’assoluzione di fatto di Tishina e Maccarani, ma la procura del Coni ha chiesto e ottenuto che venga ri-celebrato, ritenendo che possano essere state privilegiate alcune testimonianze – quelle favorevoli a Maccarani – rispetto ad altre.

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Ferrara, due 13enni in ospedale dopo aver consumato Snus a scuola. Che cos’è il «tabacco da guancia» (illegale) arrivato dalla Svezia

 

snus

Due studentesse di 13 anni si sono sentite male a scuola e sono state portate in ospedale dopo aver consumato un particolare tipo di tabacco: lo Snus. Questo è il nome dato in svedese al tabacco quando ancora umido e inserito in piccole buste simili a quelle del tè che vengono poi messe in bocca, tendenzialmente tra il labbro superiore e la gengiva. Negli ultimi anni il prodotto si è diffuso molto in Europa e in Italia, nonostante sia illegale in tutta l’Unione, tranne in Svezia. Come riporta il Corriere di Bologna, durante le ore di lezione in una scuola media di Ferrara lo scorso 5 marzo, le due ragazzine hanno preso i sacchetti e li hanno messi in bocca. Poco dopo hanno iniziato ad accusare forti sintomi tipici dell’abuso di nicotina: giramenti di testa, palpitazioni e vertigini, oltre che nausea.

Le studentesse e lo Snus

Il personale scolastico ha allertato i soccorsi, arrivati poco dopo con due ambulanze mentre venivano avvisate le famiglie delle due studentesse. Arrivate in ospedale le ragazzine sono state sottoposte agli esami tossicologici, che hanno rilevato l’assunzione della nicotina presente nel tabacco. Le due sono rimaste in osservazione per alcune ore, mentre le loro condizioni miglioravano senza complicanze. Al momento non è chiaro come le ragazzine si siano procurate la sostanza. Lo Snus infatti non è legale in Italia – ma lo sono simili sacchetti di nicotina sintetica – mentre altri prodotti derivati dal tabacco non sono comunque vendibili ai minorenni. La preside dell’istituto ha segnalato il fatto ai carabinieri e ai genitori. I familiari sono stati avvertiti e messi in allerta in modo da controllare le sostanze assunte dai figli.

Cos’è lo Snus

Lo Snus è un prodotto a base di tabacco umido in polvere, originario della Svezia, consumato ponendolo sotto il labbro superiore, dove rilascia nicotina senza necessità di combustione. A differenza del tabacco da fiuto, non richiede inalazione. Nato nel XVIII secolo, lo Snus è oggi diffuso soprattutto nei Paesi nordici, dove è considerato un’alternativa alle sigarette. La Svezia, che ne ha ottenuto un’esenzione dal divieto europeo, vanta i tassi di fumo più bassi d’Europa – l’8% della popolazione – suscitando interesse nel dibattito sulla riduzione del danno da tabacco. Tuttavia, il suo uso resta controverso per i potenziali rischi per la salute, tra cui dipendenza e possibili effetti cardiovascolari oltre che tumori. Sebbene lo snus sia molto meno cancerogeno delle sigarette, infatti, il suo consumo è comunque correlato all’insorgenza di tumori alle guance e alle gengive.

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