Giorgia Meloni alla gara di danza della figlia Ginevra: «È arrivata senza bodyguard e ha stretto le mani a tutti»

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Giorgia Meloni sabato scorso è stata al saggio di danza della figlia Ginevra. La gara si è svolta in un teatro del Quartiere Africano di Roma. E oggi ne parla il Giornale. La presidente del Consiglio, vestita con un tailleur chiaro, si è presentata alla kermesse a cui ha partecipato l’Associazione Stratos Sport Dance & Studios di Fiumicino-Parco Leonardo. Il presidente Enrico Folegnani dice di aver «visto una donna normale, coinvolta nel gruppo delle altre mamme del suo gruppo di danza».

Niente guardie del corpo

Secondo Folegnani Meloni «è arrivata senza guardie del corpo, senza persone attorno che le facessero da schermo. Ha stretto le mani a tutti, si è fatta avvicinare, ha risposto scherzosamente a chi le chiedeva foto. Per entrare nelle inquadrature chiedevano se potevano abbracciarla e lei ha risposto subito di sì, dicendo che non c’era problema. Non c’era certo la distanza che si potrebbe immaginare nel ritrovarsi a tu per tu con il presidente del Consiglio. Al di là delle simpatie politiche di ciascuno, credo che tutti siano rimasti colpiti dalla sua disponibilità».

Secondo il racconto «nella hall si sono tenuti tutti a distanza, poi una volta entrata in teatro ci si è un po’ lasciati andare, tra selfie e sorrisi. Mi sono avvicinato anch’io e scherzosamente ai miei amici ho detto che era stato un incontro tra due presidenti, io della Stratos, lei presidente del Consiglio». Infine: «Non so cosa votino le mamme della classe, però fanno sempre del loro meglio per darmi una mano. La maternità ti regala anche la vera solidarietà tra donne».

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Il tormentone di Gabry Ponte “Tutta l’Italia” all’Eurovision: «Inno sovranista? Sono solo manipolazioni». E su Lucio Corsi: «Lo stimo»

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Con il suo tormentone Tutta l’Italia, jingle dell’ultimo festival di Sanremo, Gabry Ponte rappresenterà San Marino all’Eurovision Song Contest 2025, in programma a Basilea dal 13 al 17 maggio. Una vittoria, annunciata da tempo dai bookmaker, e una sorta di «cortocircuito»: «L’Italia non potrà non potrà votare per l’Italia, ma potrà votare un brano che si chiama Tutta l’Italia», dice al Corriere della Sera. «All’inizio mi sono chiesto se sarebbe stato recepito male, ma direi di no. È un pezzo che celebra l’italianità nel mondo ed è il messaggio della musica che deve passare. Ci sarà un sacco di Italia a questo Eurovision e credo sia una vittoria per tutti», afferma Gabry Ponte. All’Eurovision, la sua canzone verrà eseguita nella seconda metà della prima semifinale, martedì 13 maggio (finale sabato 17). Lo ha comunicato il sito ufficiale del contest, ricordando che il dj candidato ai Grammy e produttore multi-platino è uno dei tre artisti italiani più ascoltati in streaming a livello mondiale, insieme a Maneskin e Meduza.

«Abbiamo già tanti problemi in Italia, lasciate fare alla musica il suo lavoro»

Il brano «arrivato al momento giusto», fa sapere il dj e produttore torinese, sta avendo una risonanza anche all’estero. «Sono arrivati segnali molto positivi, lo suonano grosse radio in Francia, Germania o Polonia senza aver fatto nulla, quindi chissà!», afferma. E a chi lo critica, Gabry Ponte risponde: «Non si può piacere a tutti». E sulle accuse di aver prodotto una sorta di “inno sovranista”, l’artista replica: «Sono tutte manipolazioni in cui viene dimenticata una cosa fondamentale: la musica è nata per far divertire la gente, veicola spensieratezza. C’è l’ironia che in questa equazione ha un peso importante, non bisogna prendere tutto sul serio e cercare dietrologie in una canzone. L’abbiamo scritta scherzando, senza voler fare né politica né polemica. Abbiamo già tanti problemi e tante realtà che ci dividono in questo periodo, a livello socio-politico – prosegue -. Alla musica lasciate fare il suo lavoro che è quello di unire».

«Spero di riuscire a conoscere Lucio Corsi»

Il produttore, che vanta centinaia di set live realizzati in tutta Europa (solo nel 2023 si è esibito 90 volte in 11 paesi, facendo ballare oltre 700.000 persone), ha anche un precedente legame con l’Eurovision Song Contest: nel 2022, quando l’evento è arrivato a Torino, Gabry Ponte è stato tra gli autori del brano austriaco Halo di Lum!x feat. Pia Maria, che non è riuscito a qualificarsi per la finale. Quest’anno dovrà scontrarsi, sul palco di Basilea, con Volevo essere un duro di Lucio Corsi: «Ho molta stima di Lucio – dice -. Non voglio fare il paraculo, ma senza conoscere molto bene la sua storia, ho sentito i pezzi di Sanremo la prima sera e uno di quelli che mi hanno colpito di più è stato il suo. Penso – prosegue – anche che il suo personaggio sia in un certo modo giusto per Eurovision e spero di riuscire a conoscerlo presto».

Foto copertina: ANSA / DANILO DI GIOVANNI | Gabry Ponte vince il San Marino Song Contest, 08 marzo 2025

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Ucraina, il ministro degli Esteri polacco: «Abbandoneremo Starlink se inaffidabile». Musk attacca: «Stai zitto, ometto!»

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La Polonia, che paga i servizi Internet Starlink dell’Ucraina, potrebbe cercare un’alternativa al servizio Internet se la società di Elon Musk si dimostrasse «inaffidabile». Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, dopo che il miliardario ha ipotizzato di disattivare l’accesso al sistema nel Paese invaso dalla Russia. «Starlink per l’Ucraina è pagato dal ministero polacco della digitalizzazione al costo di circa 50 milioni di dollari all’anno», si legge nel post. «A parte l’etica di minacciare la vittima di un’aggressione, se SpaceX si dimostra un fornitore inaffidabile saremo costretti a cercare altri fornitori». Parole che non sono affatto piaciute agli uomini di Donald Trump: né al Segretario di Stato, Marco Rubio, e neppure a Musk. «Nessuno ha minacciato di tagliare Starlink all’Ucraina», scrive Rubio sui social, che aggiunge: «Dite grazie perché senza Starlink l’Ucraina avrebbe perso la guerra molto tempo fa e i russi sarebbero al confine con la Polonia ora». Più duro, invece, il commento del multimiliardario a capo del Doge. «Stai zitto, ometto», attacca, Musk, sempre sulla (sua) piattaforma. «Paghi una piccola parte del costo. E non c’è niente che possa sostituire Starlink».

Da dove parte lo scontro

In mattinata, Musk ha definito Starlink «la spina dorsale» dell’esercito ucraino e che se lo disattivasse la prima linea delle forze armate ucraine crollerebbe. «Ho letteralmente sfidato Putin a uno scontro fisico uno contro uno sull’Ucraina, e il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell’esercito ucraino. Tutta la loro prima linea crollerebbe se lo spegnessi. I terminali Starlink hanno svolto un ruolo fondamentale nel proteggere le comunicazioni durante la guerra in Ucraina, ricorda Sky News. L’anno scorso, Kiev ha dichiarato che erano operativi circa 42.000 terminali tra militari, ospedali, aziende e organizzazioni umanitarie. «Ciò che mi fa star male – ha concluso – sono anni di massacri in una situazione di stallo che l’Ucraina perderà inevitabilmente».

Foto copertina: ANSA / AL DRAGO / POOL | Elon Musk partecipa a una riunione di gabinetto alla Casa Bianca a Washington, 26 febbraio 2025

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