Ucraina, il ministro degli Esteri polacco: «Abbandoneremo Starlink se inaffidabile». Musk attacca: «Stai zitto, ometto!»

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La Polonia, che paga i servizi Internet Starlink dell’Ucraina, potrebbe cercare un’alternativa al servizio Internet se la società di Elon Musk si dimostrasse «inaffidabile». Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, dopo che il miliardario ha ipotizzato di disattivare l’accesso al sistema nel Paese invaso dalla Russia. «Starlink per l’Ucraina è pagato dal ministero polacco della digitalizzazione al costo di circa 50 milioni di dollari all’anno», si legge nel post. «A parte l’etica di minacciare la vittima di un’aggressione, se SpaceX si dimostra un fornitore inaffidabile saremo costretti a cercare altri fornitori». Parole che non sono affatto piaciute agli uomini di Donald Trump: né al Segretario di Stato, Marco Rubio, e neppure a Musk. «Nessuno ha minacciato di tagliare Starlink all’Ucraina», scrive Rubio sui social, che aggiunge: «Dite grazie perché senza Starlink l’Ucraina avrebbe perso la guerra molto tempo fa e i russi sarebbero al confine con la Polonia ora». Più duro, invece, il commento del multimiliardario a capo del Doge. «Stai zitto, ometto», attacca, Musk, sempre sulla (sua) piattaforma. «Paghi una piccola parte del costo. E non c’è niente che possa sostituire Starlink».

Da dove parte lo scontro

In mattinata, Musk ha definito Starlink «la spina dorsale» dell’esercito ucraino e che se lo disattivasse la prima linea delle forze armate ucraine crollerebbe. «Ho letteralmente sfidato Putin a uno scontro fisico uno contro uno sull’Ucraina, e il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell’esercito ucraino. Tutta la loro prima linea crollerebbe se lo spegnessi. I terminali Starlink hanno svolto un ruolo fondamentale nel proteggere le comunicazioni durante la guerra in Ucraina, ricorda Sky News. L’anno scorso, Kiev ha dichiarato che erano operativi circa 42.000 terminali tra militari, ospedali, aziende e organizzazioni umanitarie. «Ciò che mi fa star male – ha concluso – sono anni di massacri in una situazione di stallo che l’Ucraina perderà inevitabilmente».

Foto copertina: ANSA / AL DRAGO / POOL | Elon Musk partecipa a una riunione di gabinetto alla Casa Bianca a Washington, 26 febbraio 2025

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Ok Coma Cose, che pop sia. Convince la ballad di Naska, meno Niky Savage – Le recensioni delle nuove uscite della settimana

Settimana che oseremmo definire umana per quanto riguarda le nuove uscite italiane, che si presentano questo weekend in una quantità perlomeno digeribile. Ciò comunque non ha impedito la pubblicazione di dischi importanti come quello tendente al pop di questi nuovi Coma_Cose. Saliamo di livello fino a toccare le vette più alte invece parlando del meraviglioso nuovo album di Murubutu. Anche la festa di compleanno che Alberto Bianco concede al suo disco Guardare per aria è davvero gradevole, Maestro Pellegrini invece con il suo nuovo lavoro ci sbriciola il cuore. Passando ai singoli: bene Naska in versione ballad, grande ritorno degli Eugenio in Via di Gioia con un pezzo intimista, stessa strada che prende Tredici Pietro e Luv!, giovane artista che cresce proprio bene. Una mina rock invece per le Bambole di Pezza. Decisamente più mollacchioso il singolo di Pierdavide Carone, male male anche l’ex X Factor Blind. Chicca della settimana: Sola, splendido duetto che mette insieme Paola Pizzini e Ghemon. A voi tutte le recensioni alle nuove uscite della settimana.

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Romania, il candidato filo-russo Georgescu escluso dalle presidenziali: scoppia la protesta a Bucarest – I video

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Il candidato filo-russo Călin Georgescu non è stato ammesso alle elezioni presidenziali che si terranno in Romania a inizio maggio. L’Ufficio Elettorale Centrale rumeno (Bec) ha respinto la sua candidatura, scrive Digi24. «Un colpo diretto al cuore della democrazia mondiale», commenta su X il leader nazionalista, contrario alle politiche dell’Ue e ostile agli orientamenti della Nato. «L’Europa è ormai una dittatura – aggiunge -, la Romania vive sotto la tirannia!». A Bucarest i suoi sostenitori, scesi in strada dopo il verdetto della commissione, si sono scontrati con forze dell’ordine e gendarmi. Alcuni dimostranti – riportano i media locali – hanno cercato di forzare i cancelli dell’edificio del Biroul Electoral Central (Bec); e gli agenti sono intervenuti per sedare i disordini, utilizzando gas lacrimogeni.

Dalle elezioni del 24 novembre all’arresto

Il leader nazionalista, che ha sempre negato ogni legame con Mosca, aveva vinto il primo turno delle presidenziali del 24 novembre scorso, annullate dalla Corte costituzionale due giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre per una serie di irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale, con accuse di ingerenze russe a suo favore. A fine febbraio Georgescu era stato fermato dalla polizia e interrogato dai giudici che lo avevano messo sotto inchiesta con pesanti accuse, tra cui attentato all’ordine costituzionale, false dichiarazioni sul finanziamento della sua campagna elettorale, costituzione di una organizzazione di carattere fascista, razzista e xenofoba. Ciononostante, il politico pro-Putin aveva deciso di ripresentare la sua candidatura: ma la commissione elettorale ha respinto oggi – domenica 9 marzo – la sua richiesta.

Le reazioni

La “bocciatura” di Georgescu è stata mal digerita anche da Elon Musk. Che su X ha definito l’esclusione del politico dalle presidenziali del prossimo 4 maggio «una follia». Mentre per il vicepremier italiano Matteo Salvini si è trattano di una vero e proprio «euro-golpe in stile sovietico». «Prima annullano, a urne aperte, le elezioni che stava vincendo – prosegue il leader della Lega -, poi lo arrestano, poi addirittura lo escludono dalle elezioni per paura che vinca. Altro che “riarmare l’Europa”, qui bisogna rifondarla per difendere la Democrazia», si legge sui social. La decisione dell’Ufficio elettorale è appellabile davanti alla Corte Costituzionale; ma la Romania rischia, ora, di piombare nel caos.

Foto copertina: ANSA / ROBERT GHEMENT | Il candidato nazonalista e filo-russo Călin Georgescu, 7 marzo 2025

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