Ultima discendente della nobile scuola ceca, Karolina Muchova ha disputato la finale del Roland Garros 2023 (bellissima e sfiorata contro Iga Swiatek), due volte i quarti di finale di Wimbedon e le semifinali degli Slam veloci, un anno fa a New York. Risultati notevoli per una giocatrice professionista, troppo poco per una tennista della sua classe, frenata per tutta la carriera dagli infortuni: ultimo al polso operato, che l’ha tenuta per dieci mesi lontana dai campi.
Muchova ha il campionario di gioco più completo del circuito femminile, fatto di colpi arrotati e variazioni in slice, back di rovescio e discese a rete, dal serve and volley a esclusivi e raffinatissimi chip and charge. Un tennis vintage di posizionamento e sovrapposizioni, da chef di cucina a fuoco lento che tormenta la racchetta “monocorde” di Haddad Maia, abile colpitrice alla ricerca, oggi vana e disperata, del punto diretto. Una mancina che verticalizza meglio a tutto braccio dopo aver ampiamente subito (6-1) la verve della virtuosa tennista ceca.
Nel secondo set, Haddad Maia s’aggrappa al servizio (2-2) e recupera subito un break di vantaggio (3-3) per un passaggio a vuoto di Muchova, un po’ sofferente. Nessun allarme, forse solo mal di stomaco, la ceca allunga altri due game, serve per il match e non fallisce, con la griffe dell’ace centrale, l’appuntamento con la sua seconda semifinale consecutiva allo US Open.
Elegante e versatile, Muchova doveva solo rispettare il pronostico. Sarà tutta un’altra musica sull’eco di uno splendido concerto se l’altra semifinale la porterà a Iga Swiatek, la numero 1 del tennis mondiale impegnata stanotte contro Jessica Pegula, l’eroina di casa nella bolgia dell’Ashe.
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