La pasta fresca è una delle eccellenze della cucina italiana: sono circa 300 i formati di pasta della tradizione italiana ancora oggi conosciuti, amati e consumati nel nostro Paese. Spesso fra questi formati si genera confusione: non solo per le pratiche locali che possono differire, ma anche per l’uso linguistico dei nomi. Per esempio, sai qual è la differenza fra tagliatelle, fettuccine e pappardelle? Si tratta di 3 formati simili, eppure differiscono in dettagli da non sottovalutare: ecco quali sono.
Fettuccine, tagliatelle e pappardelle a confronto
Tradizione vuole che fettuccine, tagliatelle e pappardelle vengano preparate con l’uovo: tre formati di pasta lunga che, già per questo, potrebbero sembrare solo delle varianti di un formato principale. Non è così, perché ogni formato nasce indipendentemente dagli altri due, anche se come sappiamo spesso le tradizioni locali si influenzano a vicenda. Ad ogni modo, vediamo quali sono le differenze fra tagliatelle, fettuccine e pappardelle e l’uso che se ne fa nella cucina italiana.
1. Fettuccine
Le fettuccine sono il più sottili tra i 3 formati, con una larghezza che varia dai 3 ai 5 mm. Le loro origini sono più incerte, ma si attribuiscono spesso alla tradizione laziale: alcuni scritti, infatti, riportano come fosse il formato protagonista del piatto “maccaroni romaneschi”, condite con del burro e del formaggio già dal XV. Il nome deriva da “fettucce”, ovvero nastri, cosa che descrive perfettamente la forma piatta e allungata di questa pasta. Sono più sottili delle tagliatelle e anche più versatili: si adattano a una varietà di sughi, principalmente a base di carne bianca, ragù delicati o sughi di pesce.
2. Tagliatelle
Originarie di Bologna, le tagliatelle sono indissolubilmente legate al ragù alla bolognese. La loro larghezza ideale, secondo la tradizione, corrisponde all’1/12.270 della torre degli Asinelli: la loro storia è davvero affascinante. Hanno una texture liscia e una consistenza leggermente più soda rispetto alle fettuccine. Come dicevamo, eccellono con il ragù alla bolognese, ma si sposano bene anche con sughi ai funghi porcini, tartufo o ragù di carne bianca.
3. Pappardelle
Nascono in Toscana, in particolare in Maremma: il nome deriva dal verbo toscano “pappare”, che significa mangiare, a sottolineare la loro consistenza e la quantità di sugo che riescono ad assorbire. Le pappardelle sono il formato più largo e spesso tra i tre, con una larghezza che supera il centimetro. Sono ideali per sughi corposi e saporiti, come quelli a base di carne di selvaggina o ragù molto ricchi, ma anche sughi a base di funghi.
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